venerdì 23 settembre 2011

Politica e morale: cosa?

In Politicità della filosofia, Pasquale Salvucci scriveva: " L'umanità non è ancora giunta ad un punto tanto avanzato del suo progresso che si possa seriamente ritenere come inutile il problema politico e morale". Scriveva queste cose pur non avendo conosciuto il degrado politico e morale dell'attuale classe dirigente. La questione morale! Quante volte l'abbiamo sentita e quanti ne chiedono la presa d'atto, eppure sembra essere una chimera. Pare qualcosa che esuli dai propri compiti e, soprattutto, non sembra contemplata fra le funzioni dei rappresentanti degli elettori.
La farsa delle votazioni per dare o non dare il luogo a procedere per alcuni deputati, diventata una questione politica e non di desiderio di giustizia, fa sì che si usino pesi e misure diverse; che qualcuno venga condannato e altri no; che il giudizio sia condizionato  dalla valutazione della tenuta del governo  o meno (si legga la votazione effettuata per Milanese), dove la Lega, contravvenendo ai desiderata della base, ha votato per salvare il consulente di Tremonti, a loro caro, e per dimostrare che non è veritiero il declino disastroso della compagine governativa. L'Italia va a rotoli, ma questo non sembra incidere più di tanto sulle scelte di chi dovrebbe amministrare il "bene comune". Senza una spinta decisa alla creazione di posti di lavoro non potrà mai esserci la salvezza. Se le strategie che si preparano non sono viste nell'ottica della "volontà generale", allora è molto difficile che si possano fare passi in avanti per raggiungere il traguardo della salvezza del Paese. 
Scriveva Rousseau: "Ogni uomo è virtuoso quando la sua volontà particolare è conforme in tutto alla volontà generale".  Ed è evidente che ciò non sia riferibile alla casta e al governo, perché non riusciamo a intravedere che ci sia di virtuoso o che abbia una parvenza di "volontà generale"  il loro amministrare. Ma noi facciamo parte degli anti-italiani, dei populisti da quattro soldi e dei falsi moralisti, perché siamo tra quelli che intendiamo volontà generale il desiderio di avere ; un lavoro, per mantenere la famiglia, istruire i figli e dargli un futuro; perché siamo tra quelli che ritengono un dovere prioritario di chi amministra di dare a tutti la possibilità di avere una vita dignitosa, durante il lavoro e in vecchiaia. Siamo tra quelli che vorrebbero i propri giovani lavorare per il bene del "proprio Paese" e non per altri paesi. 
Scriveva ancora Rousseau: "Quando ognuno fa ciò che gli piace, spesso fa ciò che dispiace agli altri, e questo non si chiama essere liberi. la libertà consiste meno nell'agire secondo la nostra volontà che nel suo essere soggetti alla volontà altrui; consiste anche nel non sottoporre la volontà altrui alla nostra. Chiunque sia padrone non può essere libero e regnare è obbedire". E questo punto, è indiscutibile, non appartiene ai nostri amministratori. Il loro solo interesse è salvare la propria poltrona, così da raggiungere la legislatura completa e prendersi l'esosa pensione, convinti che non potranno essere di nuovo eletti.
In questi giorni abbiamo letto ogni sorta di appellativo: indecenti, rozzi politici, incapaci, bugiardi, dilettanti e tantissimi altri, e tutto ciò, comunque, rimane nella norma. L'incapacità, come il dilettantismo, può far parte di scelte sbagliate da parte degli elettori, ma l'immoralità non deve e non può essere tollerata. Sia chiaro, non ci stiamo riferendo al premier, con le sue minorenni, le escort, la sua vita dissoluta e arrogante, con il suo lavorare per il Paese in part-time, con i suoi tanti processi, che rimane una nostra vergogna a livello internazionale, ma all'immoralità di perdere tempo a votare per il luogo a procedere o meno, anziché inserire una legge chiara, per cui chi è inquisito "non deve essere eletto". Ci riferiamo ad una manovra lacrime e sangue che penalizza sempre i più deboli; ci riferiamo al fatto che la casta non paga e non partecipa al sacrificio per salvare l'Italia e che pochi lavorano veramente; ci riferiamo al fatto che i poveri stanno diventando sempre di più e non esiste nessuna iniziativa in merito; ci riferiamo ai milioni di ragazzi che non possono crearsi un futuro e che siamo in prossimità di intaccare una seconda generazione (se non è già stato fatto!). Vogliamo anche riferirci al vecchio, malato e indecente leader leghista, che dopo aver partecipato alla distruzione del Paese con Berlusconi, tenta di riprendersi la fiducia della base leghista rispolverando la secessione, alludendo che in Italia non ci sia la democrazia! Pare ovvio chiederci che cosa abbia fatto il patetico leader verde per difenderla o rafforzarla. 
Quello che riteniamo più immorale è il fatto che loro sanno di esserlo, ma hanno la capacità, la faccia tosta e la scaltrezza, anche con l'aiuto di amici pensatori,  di considerarci anti-italiani o anti-politici. In fondo la morale e la "volontà generale" sono veramente delle zavorre...per chi la politica la intende solo come ambizione personale, come forma di rapida "sistemazione personale" oppure, e non indifferente, come "veicolo di relazioni sfruttabili" ad uso personale.

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