martedì 24 luglio 2012

Nessuno dovrà dire grazie a nessuno

James Henry, nel suo rapporto The Price of Offshore Revisted for the Tax Justice Network, scrive che gli ultra ricchi tengono 21 mila miliardi di dollari nascosti nei paradisi fiscali. La cifra tiene conto solo dei contanti; se si dovessero contare le proprietà immobiliari  la cifra giusta si aggirerebbe intorno ai 32 mila miliardi di dollari, pari al Pil di Usa e Giappone insieme!
E su questi soldi non è concesso intervenire! Vuoi che siano messi alle Isole Cayman come deposito garanzia contro le catastrofi o le crisi planetarie? E' forse per questo che non vengono toccati quei soldi e si preferisce chiederli ai lavoratori? 

domenica 22 luglio 2012

Ragionare da "sinistra"

Renato Fontana, su Rassegna.it, scrive: "L'economia di mercato ha geneticamente bisogno di una quota di sottosviluppo e di povertà per poter funzionare al meglio. Essa esprime attraverso la pacifica e stupefacente verità che il sistema non consente a tutti di trovare un posto di lavoro; una quota perciò risulta eccedente, come si dice oggi, in esubero; cioè inutile ai fini di un'allocazione pubblica nel sistema produttivo e sociale. Costoro non hanno diritto a nessun riconoscimento collettivo, se non quello di disoccupati".

martedì 17 luglio 2012

Per cortesia, un bell'applauso!

Dopo una lunga assenza, Massimo Fini è tornato alla grande e ci ha fatto comprendere quanto fossimo fuori strada nel criticare la Fornero. Ci ha ricordato, e di ciò lo ringraziamo, che il diritto al lavoro non esiste, così come quello alla salute e, dopo un'intensa analisi, ritiene che l'unico diritto sia quello ad una vita dignitosa! Come? Con quali risorse? Se non produco almeno quanto la società mi da...sono un partecipante attivo o un "elemosinato"? Ci sarebbero molte osservazioni da fare, ma ci vuole molta preparazione  per controbattere alla casta "culturale" del giornalismo e, poi, non ci interessa minimamente andare oltre!

sabato 14 luglio 2012

Un paese ci vuole!

Cesare Pavese scriveva: "Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuole dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti".
Come cambiano i tempi! Il grande autore parlava "di un paese" e noi leggiamo di ciò che non c'è più!  Lui non ha conosciuto le miserie dell'attuale politica, la pochezza di chi amministra, la corruzione dilagante e l'egoismo smisurato dei potenti. Oggi rimane solo "non fosse che per il gusto di andarsene via". 

giovedì 12 luglio 2012

Caro Bersani, diamo "un senso a questa storia"!

Trovare l'immagine adeguata al post è stato facile: sintetizza il tentativo di dare un "senso a questa storia"!
Considerato che non si è capito quale sia il senso che Lei vuole dare alla sua, e supposto che sia oberato di lavoro, tanto da rimanere per lungo tempo lontano dalla vita reale di milioni di lavoratori, Le racconterò una piccola storia quotidiana, simile a tante altre, per noi comuni mortali, ma sicuramente inverosimile per Lei.
L'azienda per la quale lavora chi scrive, finalmente, decide di cercare un giovane da inserire in organico e con l'intento di istruirlo a sostituire lo scrivente, quando arriverà il tempo di ritirarsi: un vecchio impenitente, convinto di non aver "usurpato il futuro dei giovani".

lunedì 9 luglio 2012

Comunque sia, senatore Ichino, noi la ascoltiamo!

Questa sera il post doveva essere una lettera al segretario del Pd, Pierluigi Bersani, ma dopo aver letto il post de iMille, Prima D'Antona e Biagi, ora Ichino. Il cancro che divora la cultura di sinistra va fermato, si è ritenuto giusto e doveroso dedicare il post al senatore Pietro Ichino.
Chi ci segue sa molto bene quale sia la notevole distanza che ci separa dal senatore, ma conoscendo le minacce a cui è sottoposto quotidianamente, è oltremodo fuori luogo (stupido?) aggiungerne delle altre. Un conto è la dialettica e un altra è la minaccia o la "comprensione" di chi della violenza ne fa cultura.

giovedì 5 luglio 2012

Ricchezza privata e povertà pubblica

Guardando la foto è venuto in mente un breve passo di Luciano Gallino che, su La lotta di classe dopo la lotta di classe, scrive: "Nel quadro di una generale finanziarizzazione dell'economia, profitti, utili, guadagni, dividendi vengono spesi in modi socialmente improduttivi, con il doppio effetto perverso di accrescere allo stesso tempo la ricchezza privata e la povertà pubblica".
E' venuto in mente...si è scritto...punto!

Non esiste una chiave per il futuro!

Non esiste una chiave, che messa nella serratura magica e una volta girata, possa risolvere i nostri problemi. Come non esiste un partito, oggi, che possa (o voglia!) dedicarsi interamente ai problemi della gente: quando arrivano ai posti di comando devono, anzi, sono obbligati a scendere a compromessi o, ancora peggio, sono obbligati a seguire i dettami di chi gli ha concesso di arrivare nella sala comandi. C'è qualcosa di molto più grande e potente di loro che ne condiziona l'operato, qualora anche avessero l'intenzione di fare qualcosa di buono: la finanza internazionale o la difesa dei privilegi acquisiti.