giovedì 12 luglio 2012

Caro Bersani, diamo "un senso a questa storia"!

Trovare l'immagine adeguata al post è stato facile: sintetizza il tentativo di dare un "senso a questa storia"!
Considerato che non si è capito quale sia il senso che Lei vuole dare alla sua, e supposto che sia oberato di lavoro, tanto da rimanere per lungo tempo lontano dalla vita reale di milioni di lavoratori, Le racconterò una piccola storia quotidiana, simile a tante altre, per noi comuni mortali, ma sicuramente inverosimile per Lei.
L'azienda per la quale lavora chi scrive, finalmente, decide di cercare un giovane da inserire in organico e con l'intento di istruirlo a sostituire lo scrivente, quando arriverà il tempo di ritirarsi: un vecchio impenitente, convinto di non aver "usurpato il futuro dei giovani".
Con disappunto viene imposta una condizione: che i colloqui e la scelta fossero fatti dal sottoscritto. Sono stati ascoltati dei giovani, che hanno presentato i loro curricula, ma  l'interesse primario verteva sui loro studi, sui lavori svolti, sugli interessi e quali fossero le loro aspettative. I curricula raccontano una parte insignificante della vita, mentre il colloquio, informale e fuori dalle righe, fatto da persona non professionalmente preparata, ti presenta le cose vere, e rende trasparente la persona. 
L'interesse verteva su tre ragazzi che avevano più o meno le stesse caratteristiche, diplomati, brillanti, preparati e sui quali si intravedevano le qualità necessarie. Alla fine viene scelto il ragazzo che aveva fatto nove esami di ingegneria e che aveva abbandonato quando, per obbligati motivi familiari, aveva dovuto lasciare il part-time  e accettare il tempo pieno alle seguenti condizioni: 10/11 ore il giorno, ogni domenica notte doveva andare a lavare le vasche di acido per 1.150 euro al mese! Due/tre ore al giorno di straordinario non pagato e quattro domeniche notte al mese non pagate! Che distratti: si parla del nord Italia e non di sperdute regioni dell'Africa o dell'Asia! Quando gli è stato chiesto che cosa si aspettasse dal lavoro è stato disarmante, perché ha avuto l'ardire di chiedere tre cose " la possibilità di continuare a studiare, la valorizzazione personale e uno stipendio per poter vivere e non pesare sulla famiglia".  22anni! 
Un particolare insignificante: quando agli altri due è stata comunicata la scelta, ad uno è scappato un "ancora bravo...ma ancora senza lavoro"! 
Forse è per l'assenza di preparazione e mancanza di professionalità che per chi scrive è stato oltremodo pesante e stressante leggere la loro ansia, intravedere il desiderio e la speranza di essere scelti e raccogliere la delusione  della mancata scelta, ma mi spieghi, onorevole Bersani, che "senso diamo a questa storia"? 
Abbia pazienza se approfitto ancora della Sua pazienza, ma la storia quotidiana non è finita!
Non previsto, si presenta un signore, 54anni, che chiede se cerchiamo operai. Consegna un foglio sul quale è tracciato il suo curriculum (interessante) e una voce attira l'attenzione, "posizione familiare": due figli portatori di handicap, il figlio maggiore, sano, disoccupato, la moglie che svolge lavori domestici saltuari e lui disoccupato da un mese. Ormai l'azienda aveva fatto la scelta, ma rimanere insensibile, per un mancato responsabile delle "risorse umane" (che terminologia infame!), era praticamente impossibile. Fortunatamente viene in mente un amico, responsabile di produzione di una fabbrica vicina, che cercava una  persona capace di "lavorare il ferro", quindi lo si indirizza con la promessa di anticipare il suo arrivo con una telefonata. Poco dopo l'amico conferma l'assunzione e la cosa non ha creato felicità, perché se da una parte  era giusto che quell'uomo non avesse altre disgrazie, dall'altra tornava alla mente l'"ancora bravo...ma ancora senza lavoro" del giovane al quale si era detto che non era stato il "prescelto"...perché questo è, oggi, il lavoro! Mi scusi ancora, segretario Bersani, che "senso diamo a questa storia"?
Il Presidente del Consiglio, Mario Monti, ritiene che la concertazione sia stato il male dell'Italia e la Camusso dichiara che "non sa cosa dice"...ma se Lei dichiara che il suo "possibile" governo sarà la continuazione di quello di Monti...cosa Le avrebbe dovuto dire la responsabile della Cgil? Se Lei ritiene "doveroso" spostarsi al centro e fare alleanza con Casini, pensa veramente che il Pd abbia un notevole vantaggio?
Una volta la sinistra aveva progetti ambiziosi e il lavoro e l'occupazione erano prioritari, allora gli chiediamo se abbia letto il comunicato stampa dell'ILO, La crisi dell'occupazione nell'Eurozona: tendenze e risposte politiche, nel quale si legge: "Il numero dei disoccupati nell'eurozona potrebbe passare dagli attuali 17,4 milioni a 22 milioni nei prossimi 4 anni, se non ci sarà un cambiamento concertato delle politiche". Le sintetizzo due passaggi importanti: "L'austerità [...] si è tradotta in un indebolimento della crescita economica e in un peggioramento dei bilanci delle banche, che ha portato ad un'ulteriore contrazione del credito e alla conseguente riduzione degli investimenti e dei posti di lavoro [...] il paradosso è che le economie dell'eurozona, dove si è registrato un aumento della disoccupazione, hanno ridotto le risorse a sostegno delle persone in cerca di lavoro. E' avvenuto il contrario nelle economie forti della zona euro".
Una volta Marx ( se ne ricorda ancora?) parlava di "eserciti di riserva", quando si rivolgeva ai disoccupati...oggi si dovrebbe parlare di "nazioni di riserva". Tanto per darLe un termine di paragone: gli attuali 17,4 milioni di disoccupati sono pari quasi al totale degli abitanti della Svizzera, Norvegia e Finlandia insieme! Se dovessimo raggiungere i 22 milioni, ci aggiungeremmo anche la Danimarca!
Nel segnalarLe anche il rapporto sul lavoro forzato in europa, sempre dell'ILO,  e dell'indecenza che negli anni 2000 si debba richiamare gli stati membri alla Convenzione numero 29, perseguire il crimine dello sfruttamento del lavoro forzato; oppure la Convenzione numero 182, intraprendere immediate azioni contro le peggiori forme di lavoro minorile, Le chiediamo " Qual'è il senso della sua storia"? 
Certo, noi abbiamo la libertà di scegliere se rimanere o meno nel Pd, ma forse ci manca lo stomaco dei politici di professione e non riusciamo a capire se sia giusto "per vincere" tradire certi ideali e certe lotte. E' chiaro, comunque, che non ci rimarrà altra scelta, qualora prosegua con la sua suicida svolta, a rassegnarci, perché noi non vogliamo far parte del "senso di questa storia"! 










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