lunedì 12 settembre 2011

Mai più precari

Non ci stancheremo mai di parlare dei precari, soprattutto dei giovani. E quando non avremo più parole useremo quelle degli altri, specialmente dei grandi pensatori del nostro tempo. Non abbandoneremo mai la presa, specialmente ora che i giovani hanno cominciato a farsi sentire; ora che si stanno organizzando, parlando con un'unica voce. 
La speranza è quella di poter scrivere un giorno che  ce l'avete fatta!

Pierre Bourdieu ha osservato che per affrontare la sfida del futuro bisogna prima avere un controllo sul presente, che sia i precari che i poveri non hanno: "La precarietà (anche poveri) influenza profondamente chi ne soffre: rendendo l'avvenire del tutto incerto, impedisce qualsiasi previsione razionale e, in particolare, toglie la fiducia e la speranza nel futuro necessarie per ribellarsi, soprattutto collettivamente, contro le condizioni attuali, anche le più intollerabili".  A Bourdieu fa riscontro Zygmund Bauman, quando scrive: "Ecco perché quelli che vengono oggi definiti 'esclusi' non avanzano rivendicazioni nè formulano progetti, non riescono a far pesare i loro diritti né a esercitare le proprie responsabilità come uomini e cittadini. Avendo cessato di esistere agli occhi degli altri, essi cessano pian piano di esistere ai propri occhi".
Voi avete il dovere di difendere i vostri diritti e noi il dovere di sostenere le vostre battaglie. Voi avete il diritto al futuro, quindi prendetevi il presente e costruitevelo. 


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