martedì 20 settembre 2011

Cisl e Uil: chi il gatto e chi la volpe?

Ormai hanno scritto tutti i giornali e i blog sull'annuncio dello sciopero generale del pubblico impiego da parte della Uil. E sembrerebbe che anche la Cisl si appresti a farlo. Anche noi vogliamo scrivere le nostre considerazioni in merito, perché ci sembra alquanto strano che i due sindacati, che dichiararono " demenziale"  lo sciopero generale del 6 settembre e indetto dalla Cgil, decidano di indire uno sciopero generale per i soli lavoratori del pubblico impiego! A riguardo vi sollecitiamo a leggere l'articolo di Tarcisio Tarquini, Cisl e Uil si svegliano solo per gli statali, pubblicato su Rassegna.it.

Premesso, come dice Tarquini, che "continuiamo a non capire per quale ragione ciò che suscita indignazione se rivolto al settore pubblico non provoca analoga reazione quando ad essere messo sotto attacco è tutto il resto del lavoro dipendente", vogliamo darci una ragione delle motivazioni che hanno spinto Angeletti e forse anche Bonanni a indire uno sciopero a seguito di quello proclamato dalla Cgil che, tra l'altro, ha avuto un'elevata risposta in termini di partecipanti.  Soprattutto vogliamo capacitarci per quale motivo lo sciopero della Cgil era "demenziale", mentre il loro è una doverosa risposta "alle dure condizioni imposte dal governo a chi lavora nella pubblica amministrazione". Sinceramente non riusciamo a capire chi sia il gatto e chi la volpe, ma non sono le stesse cose che ha detto al signora Camusso della Cgil e molto prima che loro si svegliassero dal letargo impostogli dal ministro Sacconi e da Marchionne? Si sono accorti solo ora che la manovra, che l'amico di Bonanni (Sacconi, per i non addetti ai lavori) stava collaborando a preparare, avrebbe creato le condizioni per indire " forzatamente" (per loro!) uno sciopero? Sapevano tutto! Ma non pensavano che la Cgil ottenesse il successo che ha avuto e si sono trovati spiazzati, specialmente se si considera che alcune sedi Cisl e Uil hanno aderito allo sciopero e contro le indicazioni dei loro segretari. Ma allora, perché hanno proclamato lo sciopero? Perché solo per il pubblico impiego? E perché solo adesso?
Noi siamo convinti che le motivazioni sono le seguenti: la prima, riguarda la necessità di fare una conta, in quanto devono capire (loro) e far capire ai propri iscritti che hanno ancora peso. Chiaramente loro sanno benissimo di aver perso terreno, basti pensare che nel gruppo Fiat, dove avevano vinto il referendum, lo sciopero ha raggiunto l'80% degli aderenti; loro sanno che il referendum l'hanno vinto con l'aiuto del ricatto di Marchionne...e con solo il 51%! Come dimostrare ai propri iscritti che ancora possono dire la loro? Proclamando lo sciopero solo per il pubblico impiego. Ed ecco la seconda motivazione. Concentrarsi solo su questo settore gli da maggiori garanzie, in quanto: primo, evitano il rancore di chi, nel settore privato, li ha tacciati di traditori non aderendo allo sciopero del 6 settembre; secondo, facendo uno sciopero "dedicato" si da la sensazione di un interesse maggiore e mirato esclusivamente al maggior settore di lavoratori, sperando in una risposta massiccia  e forse il ministro Brunetta sarà obbligato a dire che ha scioperato il 90%!); terzo, e molto importante, non possono indire lo sciopero nel settore privato, in quanto hanno fatto una porcata in Fiat e un "contratto con Marchionne" che li vincola al rispetto dello stesso.  Se la titubanza di Bonanni, per il legame stretto con Sacconi, si trasformasse in un rifiuto, sarebbe la tragedia per entrambi. Per la Uil, da sola, sarebbe un flop e per la Cisl, potrebbe essere l''ultima occasione, certamente pericolosa, ma l'unica per tentare di ostacolare la ripresa della Cgil, anche a costo di entrare in urto con l'amico vendicatore dei diritti dei lavoratori e dei "bastardi anni settanta", consapevole che stia scivolando sempre più in basso, oltre alla perdita continua di credibilità.
La Cgil ha le carte migliori in mano e sta a lei condurre il gioco: potrebbe stare a guardare, convinta che mai riusciranno a raggiungere i suoi numeri; oppure potrebbe tentare la carta più assurda, se si vuole, partecipando! In questo modo potrebbero essere raggiunte percentuali di adesione elevatissime e i due sindacati, "ossequiosi al potere", non avrebbero la possibilità della conta; non saprebbero fino a dove è merito loro ma, soprattutto, la percentuale elevata raggiunta, potrebbe (forse!) aprirgli gli occhi e, sempre "forse", si potrebbe sperare in una composizione delle parti, almeno sui temi importanti, come l'art.8, le pensioni ecc. E non sarebbe  un'idea malsana, come tanti scrivono scioccamente.
Certo, tutte le cose "mediate e fatte con compromessi" non sono il massimo, ma davanti al rafforzarsi del capitale,  che tenta disperatamente di demolire tutti i diritti del lavoro e dei lavoratori, non si può guardare troppo per il sottile!

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