martedì 6 settembre 2011

Caro Scalfarotto, noi siamo "responsabili"!


Su Rassegna.it, Sei lavoratori su dieci con la Cgil, si legge che "l'adesione è stata del 60%. Nelle fabbriche ancora più alta. A Mirafiori 80%". Quindi segue un dettagliato elenco delle percentuali ottenute in diverse fabbriche. Un successo. 
Oddio, il ministro Brunetta ha detto che nel pubblico impiego ha scioperato solo il 3%, ma conoscendo la malafede e la poca dimestichezza di questo governo per i numeri...c'è veramente poco da credergli!
Quello che ci preme, in funzione dei numeri percentuali dello sciopero è rispondere al vice presidente del Pd, Ivan Scalfarotto. Sul suo blog, Uno sciopero che non capisco, spiega il motivo della sua contrarietà allo sciopero di oggi. Crediamo importante riportare, in sintesi, alcune osservazioni di Scalfarotto:" Io credo che in questo momento [...] tutti gli italiani, e soprattutto gli italiani responsabili [...] dovrebbero dare un segnale di estrema, totale coesione [...] uno sciopero precedente all'approvazione di una manovra ritenuta da tutti essenziale alla salvezza nostra e della nostra moneta non mi pare una scelta avveduta. In particolare se viene indetto da un solo sindacato e se si limita a protestare contro la manovra (ribadisco: ancora non approvata) [...] quanto allo schierare il Partito (Pd) sullo sciopero, ne capisco perfettamente l'impatto comunicativo [...] credo però, l'ho detto sempre con chiarezza, che il ruolo del partito debba essere separato da quello del sindacato, in particolare in un momento in cui il sindacato non lavora unito [...] Capisco la rabbia e l'indignazione ma mi pare doveroso, dato il momento che ritengo davvero molto critico, dire come la penso".
Preso atto del pensiero di Scalfarotto, anche noi ci permettiamo di fare alcune osservazioni, ponendoci nell'ottica di chi "mastica" poca politica, ma che la "subisce "molta, ribadendo punto per punto.
Noi siamo convinti che la gente che oggi è scesa in piazza non solo è "responsabile", ma è la stessa che alle amministrative e al referendum ha dato quella svolta che il Pd neanche immaginava; non solo, successivamente ha tentato di salire sul carro per gestirla ma, come al solito, dal carro è sceso quasi subito. Per quanto concerne "il tempo", mi scusi ma proprio non la seguiamo. Non sappiamo con esattezza quante modifiche ha subito la manovra; non sappiamo ancora cosa vogliono veramente fare ( basta leggere i titoli dei giornali, sul Giornalettismo.it, che riportano le dichiarazioni di Berlusconi), ma sappiamo con esattezza che stanno colpendo, come sempre le categorie più deboli e quelle che hanno sempre pagato; sappiamo che la povertà sta dilagando; sappiamo che non c'è lavoro; sappiamo che quasi il 30% dei giovani sono senza lavoro e Lei ritiene veramente che  dovremmo aspettare che questo governo continui a fare quello che vuole senza dover far sentire la nostra voce? Lei pensa veramente che noi lasciamo in mano solo al Pd l'opposizione a questo governo? Mi creda, fino ad oggi il Suo partito non ha dato buoni segnali, forse anche perché preso da altri problemi. Le proposte avanzate, alternative a questo governo, non solo sono fumose, come qualche autorevole economista della Sua parte ha detto, ma sono insufficienti. Lei pensa che sia una buona cosa attendere che quei dilettanti incapaci, partoriscano ancora idee folli per farci sentire? Credo proprio che noi dobbiamo molto alla signora Camusso, almeno Lei ha gli attributi che mancano a molti suoi colleghi.
Noi concordiamo che il suo partito sia staccato dal nostro sindacato, altrimenti potrebbe anche accadere che quest'ultimo prenda i vostri ritmi e si perda nelle vostre beghe. Certo, è difficile fare delle scelte coraggiose, come ha fatto la Cgil, ed è facile farle con i tre sindacati uniti, perché la percentuale di rischio è praticamente zero. Il coraggio è nel vedere il futuro e lottare per conquistarselo, sapendo che la strada è difficile, aspra e potresti anche essere solo. Cosa dobbiamo aspettare, che i sindacati-governativi ritornino a fare i sindacati? Tanto per farle un esempio: si guardi la percentuale dei partecipanti allo sciopero delle fabbriche del gruppo Fiat: vedrà che il suo valore è molto alto eppure la Cgil ha perso il referendum interno, avendo contro il management, i sindacati-governativi, il governo, la stampa, parte del Pd e la paura di perdere il lavoro (con il  contorno del ricatto di Marchionne). Si chieda: come mai oggi la percentuale si è ribaltata e di molto! La Cgil fu messa alle corde anche da un'opposizione invisibile e, quella visibile, si schierò con l'ad di Fiat. 
L'Europa e il mondo non ritengono irresponsabili le persone che oggi si sono messe in piazza per dire no a questo governo; no alla sua politica; non al criminale intento di voler far pagare sempre i soliti; no al tentativo di salvare ancora i ricchi. Il mondo si meraviglia del rozzo tentativo di far passare per scelta politica una manovra che ha il sapore di vigliaccheria. Il mondo si  meraviglia che ancora possa governare Berlusconi e la sua accozzaglia, ma non sa o non vuol sapere, che ciò è possibile perché non esiste un'opposizione credibile, unita e che sappia fare proposte decenti. 
Lo sciopero di oggi, ne siamo certi, ha sollevato ancora di più l'attenzione e la rabbia di chi, fino a ieri, era ancora speranzoso di poter intravedere una possibile uscita con questo governo, altrimenti come si spiega l'attacco di De Bortoli al governo, dopo l'attacco fatto al sindacato. La Marcegaglia, secondo noi, ringrazierà la signora Camusso, perché ha maggiori argomenti per attaccare quel manipolo di dilettanti. 
Caro Scalfarotto, ci creda, siamo persone responsabili, ma indignate con il governo e con l'opposizione; siamo esasperati da anni di malgoverno; siamo arrabbiati perché per anni abbiamo subito il depauperamento del lavoro e perché i giovani non hanno futuro. 
Noi non vi aspettiamo più, caro Scalfarotto, siete voi che ci dovete correre dietro; siete voi che ci dovete convincere che ancora vi interessano i lavoratori. Ma badi, correte, perché noi non ci fermeremo più.




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