domenica 25 settembre 2011

La pensione etica: 70 anni

Di cosa vogliamo parlare? Della lista dei politici gay, che si fingono omofobi per nascondersi? L'unica cosa certa di tutta la vicenda è l'indecenza di quella lista. Vogliamo parlare dell'elogio della Gelmini per il tunnel che non c'è, quello relativo alle prove che i neutrini possono superare la velocità della luce, scatenando l'ilarità della rete? Vogliamo credere (non sperare!) che sia stato un errore degli addetti stampa. Noi siamo convinti della mediocrità del ministro Gelmini, ma non crediamo che fosse convinta che esistesse veramente un tunnel di  collegamento Ginevra - Gran Sasso.
 Si potrebbe anche parlare del viaggio fatto da Berlusconi a Panama, nel 2010, con al seguito l'attuale latitante Lavitola, ma ormai siamo talmente coperti di ridicolo con questo premier, che David Lettermann, nel suo Late show, ironizza su Berlusconi a New York: arriva Silvio e saranno tempi duri per chi cerca prostitute! Ci sarebbe una notizia di un certo spessore sulla quale parlare tantissimo, cioè il rinvio a giudizio di Bertolaso per gli appalti G8, ma ci limiteremo a ricordare che Berlusconi era talmente contento del lavoro svolto dal solerte capo della Protezione Civile che lo voleva proporre come ministro. Le cose sono due: o si vuole contornare di inquisiti o porta sfortuna a chiunque abbia a che fare con lui. I litigi o le insofferenze tra il premier e Tremonti non fanno più notizia anche se, indubbiamente, non rassicura i mercati. Un'ultima notizia, interessante per il dubbio amletico che solleva, è la dimenticanza, la sgarbatezza o la volontà di non citare l'Italia fra i paesi che hanno svolto un ruolo importante in Libia contro il regime di Gheddafi. Davanti all'Assemblea delle Nazioni unite li ha citati tutti: Lega araba, Egitto, Tunisia, Francia, Danimarca, Norvegia e Gran Bretagna e si è proprio dimenticato dell'Italia? Noi c'eravamo! Ma lasciamo rispondere, sempre che lo faccia, il nostro premier, considerato che ritiene di essere stimato  e importante a livello internazionale. A proposito, Monti ha detto che in Europa Berlusconi non è ben visto, ma ci sembra molto strano, perché la Merkel, l'amica culona inchiavabile, vuol bene a Silvio e gliene vuole anche Sarkozy, visto che gliel'ha data lui la  Carla Bruni.
L'enorme quantità di notizie che ci assale rischia di mettere in ombra aspetti terribili che colpiscono molti italiani e, soprattutto, il persistente, costante e infaticabile tentativo del ministro Sacconi di minare il diritto al lavoro e il diritto alla pensione, per non parlare dell'assurdo tentativo di rendere effettiva la divisione fra i sindacati italiani. Questa volta, però, sul tentativo di minare le pensioni, ha raccolto anche il "no" di Cisl, naturalmente dopo quello di Cgil. Sacconi sa, ma non è un suo problema, che in Italia stanno crescendo i poveri; sa che stanno aumentando le famiglie al limite della soglia di povertà; sa che ci sono milioni di giovani in cerca di lavoro; è a conoscenza della quantità di disoccupati, che tenderanno ad aumentare se non metteranno in atto politiche economiche e industriali, necessarie per creare sviluppo e lavoro. Lui, con tutto il governo, niente ha fatto e niente è in agenda per il prossimo futuro.
Ieri, su Faceboook, abbiamo letto un commento di un giovane disoccupato nel quale contestava ai "vecchi" di lavorare anche oltre l'eta di pensionamento. Verissimo! Sembra una contraddizione, ma vi sono scelte di per se contrastanti: un operaio della fabbrica in cui lavora chi scrive aveva deciso di  andare in pensione, ma i soldi della stessa li avrebbe ricevuti dopo un anno...quindi una domanda banale potrebbe essere: "Con quali soldi avrebbe potuto mantenere la famiglia, avendo a carico un figlio e mezzo su due?". Se chi lavora va in pensione più tardi e se i posti di lavoro diminuiscono, non si crea più il virtuoso giro della vita: io esco e tu entri. Se poi niente viene fatto per creare nuovi posti di lavoro e se si allungano continuamente le uscite dal mercato del lavoro, allora ci chiediamo come sia possibile impiegare tutti quei giovani che hanno il diritto di pretendere di lavorare. 
Non ricordiamo il nome del politico che ha dichiarato che non è etico andare in pensione prima dei settant'anni, ma ci impegneremo  non solo a trovare il nome ma anche la foto, per ricordarci, negli anni a venire che se questi è onorevole, tutti lo possono diventare! Sarebbe da rispondergli che è il suo mondo che non conosce il significato della parola "etica", anzi, diremmo anche delle parole "politica  e morale", quindi non rimane loro che sparare citrullaggini a iosa.  E' talmente preso a fare i suoi doppi lavori, poco usuranti e strapagati e a vivere nel suo mondo dorato, che neanche si accorge che i nostri giovani già andranno in pensione a 70-80 anni, se non si danno una mossa. Se in Italia i quarantenni sono "giovani" in attesa di lavoro...quando andranno e con quanto andranno in pensione? Avrà un senso, ancora, la tipologia del lavoro svolto e l'entrata nel mondo del lavoro, o no? L'unica cosa etica è che tacesse! O, al fine del benessere generale, che mettesse i sottotitoli durante le sue interviste, avvisando gli ascoltatori che è il momento delle castronerie. 
Quando si vuole dare una giustificazione sui tagli alle pensioni e al welfare, si dice sempre che è una situazione che non ci possiamo più permettere, perché, come scrive Bauman: "ci sono troppe persone senza lavoro e senza reddito, troppe madri senza marito e senza mezzi per sfamare i figli, troppi vecchi che dipendono dalle pensioni di anzianità; a pensarci bene, ci sono troppe persone in genere, giovani e vecchi, maschi e femmine, bianchi neri e gialli. Saremmo felici di aiutarli tutti ma non possiamo farlo senza mettere a disposizione le nostre sostanze, senza tasse più elevate, e ciò sarebbe pericoloso e sciocco in quanto 'manderebbe segnali pericolosi' e scoraggerebbe le persone dal darsi da fare per guadagnare sempre più denaro; ne deriverebbe una depressione che non darebbe spazio alla 'ripresa guidata dai consumi', e 'staremmo tutti peggio'. Perciò, se veramente la cosa ti sta a cuore, non essere 'avventatamente' generoso [...] Si tratta forse di un ragionamento circolare, ma è senza dubbio un ragionamento utile: non solo serve ad assolvere una coscienza colpevole, ma oltre tutto presenta il rifiuto di donare come un atto fondamentalmente morale".
Non contestiamo che ci sia da rivedere il welfare e le pensioni, ma lo si potrà fare quando tutti lavoreranno e  potranno partecipare alle scelte in tema del  proprio futuro. Comunque sia, dovranno essere scelte idonee, come minimo, a garantire ad ognuno un lavoro e una vita dignitosa.
All'anonimo onorevole, al governo e a tutti quelli che si sentono in dovere di intervenire sui diritti del lavoro e dei lavoratori e, soprattutto, sul welfare, ricordiamo ciò che scrive Eric Weil in, Problemi kantiani : "Il barbaro non si fa filosofo; colui che la natura ha civilizzato è il solo a poter trascendere ogni dato in una riflessione cosciente sul senso della propria esistenza e su quello del mondo".

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