lunedì 26 settembre 2011

La commedia leghista

Ci siamo chiesti più volte come sia possibile che il Veneto, anzi, il Triveneto, accetti di essere rappresentato dalla Lega Nord: specialmente da questa impresentabile fotocopia delle sue origini. Non siamo mai stati estimatori di Bossi e company, ma abbiamo seguito l'evoluzione del movimento verde dalle sue origini e la trasformazione avvenuta è inconcepibile con ciò che richiede la base e con ciò che erano i suoi scopi e targuardi.. Il Veneto è ed è stata una regione-laboratorio, sia sotto l'aspetto industriale che sociale, e ci meraviglia che accetti e subisca la conduzione del movimento da parte di una leadership impresentabile, sia sotto l'aspetto politico che umano, per non parlare della rozzezza espressiva. E' pur vero che le prime contestazioni sono venute da cittadini e amministratori veneti, ma rimane, comunque, un fenomeno marginale.
Delle promesse fatte o dei contenuti dei "Fatti in tempi certi" di Pontida non si trovano tracce e non se ne troveranno per parecchio tempo, e, nel frattempo, la Lega subisce passivamente i dictat del premier. Lancia continuamente proclami e a muso duro, il vecchio leader, ma poi si prona e subisce e ingoia i desiderata di Berlusconi. Basti guardare la riforma del patto di stabilità per Comuni e Province, che ha portato allo scontro fra i colonnelli verdi e alcuni sindaci di città importanti, come Verona e Varese. Scontro frontale e forte se Calderoli, dal palco di Venezia, è arrivato a definirli "sfigati" e, comunque, sottoposti a minaccia di espulsione. Che dire dei tagli ai costi alla politica e della moralizzazione della stessa, vecchi cavalli di battaglia della base leghista; il ridimensionamento dei finanziamenti delle missioni all'estero, che dovevano essere immediati, invece sono costretti a subire il loro prolungamento. Su Lettera43.it,  Bossi, l'ingoiarospi, è diventato un agnellino, che a volte si trasforma, teatralmente, in lupo, ma tutti, ormai, vedono che non ha più il pelo scuro e, soprattutto, non ha più i denti. Tanto che i giovani leghisti rampanti si tengono in disparte e non si fanno coinvolgere nel degrado generale, che potrebbe nuocere loro un domani, quando il vecchio dovrà lasciare.
Guardiamo con compassione, mista a imbarazzo e tenerezza, le sue invettive dai palchi delle feste padane, dove inalterati sono rimasti gli slogan delle origini, come secessione, sud mangia soldi, Roma ladrona, lavoriamo per il federalismo (quale? Quello dei ministeri al Nord?); stiamo a Roma per continuare la nostra lotta (oppure per tenerci la poltrona?) ecc. Un'altra cosa è rimasta intatta, la rozzezza espressiva: se vogliamo è meno energica, ma sicuramente è rimasta volgare e violenta. A ben vedere, oggi si lascia andare con maggior frequenza a offese e minacce, ma se è perdonabile, da parte di chi lo ascolta, non è ammissibile vedere i suoi colonnelli ridere, assentire e applaudire! Solo nei peggiori regimi si era obbligati a vedere certi atteggiamenti di passiva accettazione.
Prima o poi David Lettermann lo porterà nella sua trasmissione, perché ha un qualcosa che ricorda la commedia all'italiana, quando si presenta sul palco e proferisce le sue minacce e i suoi slogan. Solo in Italia e, forse, in pochi altri miseri paesi è concesso che un ministro della Repubblica possa dire citrullaggini simili, che riprendiamo da Giornalettismo.com, Bossi: "Prima o poi botte ai giornalisti" : "Lo dico ai giornalisti: prima o poi piglierete una mano di botte, non ci dustruggerete con i vostri insulti", oppure, "Questo è un Paese che ha speso molto, perché costa troppo il sud" , o ancora, " Quelli che mettono fuori i tricolori sono somari", o, peggio ancora, "Grazie al governo, che ha garantito, nel 2014 che il debito sarà ridotto e si può dire che la casa è salva, anche se per noi, è salva solo quando andremo 'fora di ball'". Non poteva mancare la difesa della moglie, attaccata nei giorni scorsi, perché considerata l'eminenza grigia della Lega "Lei non si fa pagare e ha fatto tanto per il Carroccio. C'è chi pensa a fare i soldi e chi invece ci crede a degli ideali, e se non c'era mia moglie la mia famiglia sarebbe scomparsa, perché io non sono mai a casa". Si è dimenticato, ma è capibile, che ha una pensione baby, perché è sua moglie, per non parlare delle cooperative che gestisce per conto del movimento verde. Strano che non abbia parlato del Trota. Ma la perla finale è quando risponde alle sollecitazioni sul voto di sfiducia a Saverio Romano (e di Milanese prima!): "La Lega voterà no alla mozione di sfiducia per 'tenere i numeri' in Parlamento. In democrazia contano i numeri che ti dà il popolo"...e non importa se ciò che gli viene imputato sia vero  o meno, l'importante è mentenere i numeri per rimanere aggrappati alle poltrone. Dove si è persa la volontà leghista di mandare a casa  i deputati e senatori inquisiti? Perché il Sénatur rischia lo strappo con la base e accetta di coprire il premier? Ogni cosa che chiede, viene esaudita! Anche a discapito dei vecchi ideali leghisti. Perché? Quali sono i vincoli o catene che legano le mani all'Umberto Magno? Quanto ancora potrà prendere in giro il suo elettorato? Quanto ancora il Veneto, anzi, il Triveneto sopporterà? Dovrà sopportare tanto, perché l'Umberto è legato mani e piedi a Berlusconi e Tremonti !
Vi invitiamo a leggere il post su Yespolitical.wordpress.com, Storia della Lega Nord: quando Berlusconi comprò lo spadone, del quale riportiamo brevi stralci, importanti per capire il servilismo leghista nei confronti  del presidente del consiglio.
11 marzo 2004, Bossi ebbe l'ictus. Nello stesso anno la Lega è a rischio di fallimento, tanto che sulla Padania veniva richiesto ai lettori la necessità di fare donazioni e di predisporre lasciti testamentari per la Lega Nord. Libero scrive della liquidazione della cooperativa Made in Padania, una catena di negozi e discount con prodotti marchiati con il sole delle Alpi, che perdeva circa due milioni di euro, che andavano a sommarsi alle perdite accumulate con operazioni finanziarie incaute, sale da giochi, villaggi-vacanza, giornali, radio e tv. Ma l'affare più infruttuoso, che causò un buco di circa otto milioni di euro, la totalità del capitale societario, fu il Credieuronord. Soldi padani. Persi in spericolate operazioni immobiliari in Croazia, ma anche, soprattutto, in "intermediazioni fittizie con le cooperative di allevatori, create per nascondere la truffa delle quote latte non pagate". Molta parte di queste vicende sono state svelate da Rosanna Sapori, ex giornalista  di radio Padania e oggi semplice tabaccaia.
La banca della Lega fu poi oggetto di un tentativo di salvataggio da parte di Fiorani, allora AD di Banca Popolare di Lodi, poi Banca Popolare Italiana, coinvolto nel crac Parmalat e condannato per aggiotaggio nell'affaire Antonveneta. Nel 2005, la banca apopolare di Lodi interviene per rilevare la Credieuronord, con il sostegno di Silvio Berlusconi. E' necessario evidenziare che la Lega aveva anche grossi problemi finanziari con l'Editoriale Nord, a cui facevano capo la radio, la tv e il giornale di partito. Il primo creditore di Bossi era il presidente Berlusconi. Le innumerevoli querele per diffamazione che gli aveva fatto dopo il ribaltone del '94, le aveva vinte quasi tutte. la Lega era piena di debiti. Bossi ha dovuto vendere a Berlusconi il simbolo della Lega (Giussano o la Stella Padana?), inoltre già da tempo esisterebbe un contratto fra i due, con il quale Berlusconi si impegnerebbe a ripianare i debiti leghisti in cambio di fedeltà assoluta.
Nel 2006 la Credieuronord fu messa in liquidazione e 1060 soci su 1800 furono rimborsati (sarebbe interessante sapere chi sono quelli che non sono stati liquidati!) e ciò che rimase della Banca fu acquisito solo nel 2008 dal Banco Popolare (fusione fra Popolare di Novara e Verona e Popolare di Lodi) che beneficiò di un Tremonti bond da 1,45 milioni di euro (com'è possibile non voler bene e difendere a spada tratta Tremonti!). In pratica La Lega Nord è a libro paga di Berlusconi! Questi concede all'Umberto di sparare le sue bordate leghiste, purché, poi, voti come dice lui!




2 commenti:

  1. Complimenti per questo post!Davvero una precisa analisi.
    Aggiungiamo pure che ora la Lega pagherà la cosiddetta "cambiale latte" (un'altra vergogna) salvando il ministro Romano (http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/alessandro-camilli-opinioni/lega-romano-ministro-cambiale-latte-968935/)
    Prof. Woland

    RispondiElimina
  2. Che onore averla come lettore!
    La Lega dovrà pagare molte cambiali ancora!

    RispondiElimina