martedì 21 giugno 2011

Sta a noi cambiare

Oggi abbiamo letto i giornali, abbiamo dato uno sguardo ai blog che usualmente leggiamo e abbiamo navigato su facebook con il solo scopo di leggere commenti  degli addetti ai lavori e del popolo leghista sul discorso di  Bossi, sulle  interviste dei suoi colonnelli e ci consola che, quanto avevamo asserito nei post precedenti e nei commenti che avevamo lasciato in più parti, non era poi così lontano dalla realtà.
Il popolo leghista si è stufato e sono certo che al buon Bossi "diventerà tenero". D'altronde chi poteva credere allo stupidario sciorinato per imbonire le folle, che sempre meno lo sono e sempre più attente diventano, proponendo di spostare i ministeri. Basta andare sui blog o sulle pagine di facebook di stampo leghista per rendersi conto del tono dei commenti.
La nostra era solo curiosità, anzi, con onestà ammettiamo che ci guidava un pizzico di gioiosa speranza di veder crollare simili figuri. Quindi ci siamo dedicati a cose molto più importanti, gravi e drammatiche,vista l'immobilità del governo.
Su Lavoce, Tornare a crescere, un obbligo per l'Italia, si legge che l'Italia è affetta dalla malattia della bassa crescita e che è l'unico paese dell'Ocse a non aver conosciuto un incremento del reddito pro-capite negli ultimi dodici anni e rischia di tornare ai livelli di reddito precedenti la grande crisi solo nel 2020. Le cause della bassa crescita  sono da individuare nelle mancate liberalizzazioni di molti mercati di prodotti  e servizi, incluse le professioni; nella carenza di investimenti in ricerca e istruzione; nel mercato del lavoro bloccato, che, spesso, tiene fuori i più istruiti; nella tassazione squilibrata che grava quasi solo sui fattori produttivi e su chi paga davvero le tasse; nelle barriere alla crescita, più che alla nascita, delle imprese.
Ogni giorno, sui vari quotidiani, si leggono studi di settore e questa volta è stato analizzato il settore odontoiatrico, che conosco molto bene in quanto lavoro in un'azienda produttrice di materiale di consumo e piccole attrezzature. Per la lettura dell'articolo vi rimando a Dentisti, la paura del tracollo.Professione dorata al declino, mentre a noi interessa due dati statistici che ci danno l'esatta situazione della gravità: nel 2010 ci sono stati 2,5 milioni di pazienti in meno, ovvero 1,8 milioni di italiani si è dimesso da paziente. Nell'anno in corso i dati segnalano un ulteriore 30% in meno di visite. E' indubbio che se quello dei dentisti era un mondo dorato, ma per le aziende del settore è stato un vero e proprio tracollo. Dalla grande crisi ci sono uscite solo le aziende che avevano mercati esteri forti, un forte potere economico-finanziario e, soprattutto, chi ha avuto il coraggio di investire in ricerca e sviluppo, qualità e automazione. Ma quello che più ci colpisce di queste cifre è il numero enorme di persone che non hanno i soldi per curarsi i denti, naturalmente tenendosi le conseguenze del caso. 
Quello che ci fa pensare è che ad un governo immobile, incapace, arrogante e assente fa da contraltare una sinistra assolutamente impreparata al disastro lasciato dal centro-destra: leggevamo oggi della denuncia di Pisapia, circa le casse vuote del comune di Milano. Noi non vediamo e non leggiamo concrete proposte, ma solo disquisizioni su specifici argomenti. Parafrasando un celebre film, direi che c'è il tempo delle disquisizioni e il tempo degli interventi...oggi servono gli attributi e il coraggio di scelte impopolari ma miranti a far riprendere la corsa del Paese verso il futuro; servono coraggiose iniziative per  il lavoro e per nuovi posti di lavoro, perché, come ci ricorda Aris Accornero, "senza di questi non c'è salvezza".
In Italia si discute se innalzare ancora l'età pensionabile e i giovani stanno ai margini del mercato del lavoro; si discute quali siano le migliori proposte per risollevare il lavoro giovanile, se quelle di Ichino, di Gallino o altri, senza darsi un indirizzo polito-sociale chiaro e su quello dare una traccia di come intendiamo il lavoro, ma questo sarà argomento del prossimo post.  Nessuno o pochi si preoccupano di dare una regolata alla pletora di contratti atipici, fenomeno tipicamente italiano, 49  tipi di contratti atipici! Aumentano le famiglie povere o ai limiti della soglia della povertà e niente si intravede all'orizzonte in termini di welfare.
D'altronde è difficile sperare che i nostri deputati si spellino le mani e si distruggano la mente per la gente comune, quando, entrando nelle stanze dei Palazzi, perdono di vista le difficoltà quotidiane. Vogliamo proporre la parte finale di una puntata di Report, Una generazione a perdere, e vi chiediamo di porre particolare attenzione dalla metà del video, quando parla di una proposta fatta dall'onorevole Antonio Borghesi (IDV) sulla pensione dei deputati. Non Vogliamo anticipare niente, per lasciarvi il piacere di commentare con parole spontanee il sentimento che provoca.  
Purtroppo sono pochi, troppo pochi quelli onesti e interessati al benessere generale, ma se ciò succede, purtroppo è anche a causa nostra, perché, come scrive Luciano Gallino, a proposito dell'intervento necessario a risollevare il lavoro : "Ci sarebbero molte cose da fare, ma in primo luogo sarebbero necessari elettori consapevoli e forze politiche disponibili a mettere in campo progetti coraggiosi. Devo amaramente riconoscere che non esiste - purtroppo - questa prospettiva per l'oggi e temo neppure per il domani".
Sta a noi cambiare. Tocca a noi scegliere. Siamo noi che dobbiamo decidere chi lasciare e chi cacciare.
Dobbiamo diventare artefici del nostro futuro.





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