martedì 14 giugno 2011

Rispetto e diritto alla vita

In questo post vogliamo parlare di due argomenti che ci stanno a cuore per due distinti motivi: il primo, per rispondere ai tanti esponenti della Lega e loro simpatizzanti circa la presenza di immigrati nel nostro Paese; il secondo, per l'interesse che l'argomento ha sempre suscitato in chi scrive, lo sfruttamento del lavoro minorile e, anche se non pertinente al post, della povertà subita dai bambini, che riteniamo più di un crimine contro l'umanità.






Secondo il IV Rapporto INPS sul Lavoro Straniero in Italia, i quasi 3 milioni di immigrati iscritti regolarmente all'ente previdenziale nel 2007, avendo accumulato un anno di contributi, versano 7,5 miliardi di euro di pensioni ai nostri anziani, usufruendone appena per il 2%. Ciò significa che da quattro anni le pensioni italiane sono pagate per il 12% dai lavoratori stranieri. Cosa non di scarsa importanza, loro versano contributi che non utilizzeranno per parecchi anni, vista l'età media che è intorno ai 30 anni.
Le famiglie italiane spendono circa 9 miliardi di euro in badanti e infermiere, che è pari al 7% del budget sanitario delle regioni, e ciò fa risparmiare allo Stato circa 6 miliardi di euro in prestazioni assistenziali; inoltre l'assistenza delle prestazioni private e offerte dagli stranieri facilita l'emancipazione delle nostre donne, sulle quali grava i tre quarti dei lavori familiari. In  pratica le lavoratrici straniere suppliscono alle carenze dello Stato, costituendo, di fatto, un welfare informale.

Nel rapporto, Children in hazardous work: what we know, what we nee to do, si legge che un numero estremamente alto di minori continuano ad essere impiegati in lavori pericolosi: pari a 115.000.000 sui 215.000.000 di bambini lavoratori in tutto il mondo.
Anche se il numero totale dei bambini di età compresa tra i 5 e i 17 anni utilizzati in lavori pericolosi si è ridotto nel periodo 2004-2008, il numero di quelli compresi tra i 15 e i 17 anni è aumentato del 20%nello stesso periodo, passando da 52 a 62.000.000.
Il Rapporto mondiale dell'ILO sul lavoro minorile aveva avvertito di un rallentamento degli sforzi  attuati per eliminare le peggiori forme di lavoro minorile. E lo stesso rapporto richiede di rinnovare tali sforzi, affinché ogni bambino possa frequentare la scuola, almeno fino al raggiungimento legale dell'età minima per lavorare. Chiede che si prendano rapidamente misure adeguate per combattere i lavori pericolosi; che si informino i ragazzi dei rischi che dovranno affrontare, quali sono i loro diritti e le proprie responsabilità sul lavoro (e qui ci chiediamo che senso ha se quello è l'unico lavoro del tipo " prendere o lasciare"!).
Il rapporto, inoltre, mette in evidenza anche la grande vulnerabilità dei giovani agli incidenti sul lavoro negli Usa e in Europa.
Finora 173 paesi dei 183 Stati membri dell'ILO si sono impegnati a combattere con urgenza il lavoro pericoloso svolto dai minori ratificando la convenzione n. 182 dell'ILO sulle peggiori forme di lavoro minorile.
Considerato che i paesi nel mondo sono 199 di cui 192 sono nell'Onu, e di questi 173 hanno ratificato l'accordo (ci chiediamo come mai gli altri 10 non l'abbiano fatto, visto che sono nell'ILO?) com'è possibile che ci siano così tanti bambini ai quali manca la pur minima garanzia di vita da bambino. E' evidente che il problema riguarda anche paesi che hanno ratificato la convezione. Non si deve sollecitare a risolvere il problema con urgenza, ma si deve proibire che ancora esista un crimine di tale entità. Ci sono criminali per il mondo che vengono accusati di crimini contro l'umanità e perseguiti e ci si dimentica che ci sono stati che commettono atrocità ben peggiori e ci si limita a sollecitarli a non commetterli più. 
Qualcuno ci potrà accusare di facile demagogia, ma ci viene da sorridere quando leggiamo che stati membri di un istituto non ratificano la convenzione per abbattere un crimine; offende la nostra intelligenza sentire che i ragazzi "devono essere informati dei pericoli a cui vanno incontro, quali sono i loro diritti e le loro responsabilità sul lavoro" in un ambiente in cui, come in India, è praticata la schiavitù da debito o che l'unico lavoro disponibile è quello...prendere o lasciare, anzi, prendere o ti bastono!


Se quanto scritto sopra è un crimine...quello che ci descrive la prossima foto non ha parole per descriverlo in modo adeguato, tanta è la crudeltà che in essa si legge.




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