venerdì 17 giugno 2011

Fateci sentire l'inizio del sogno.

Oggi abbiamo letto l'articolo di Pierluigi Battista, gli estremisti del linguaggio, sul Corriere della Sera e ne siamo rimasti veramente colpiti, tanto da voler condividere con chi ci legge i passi più significativi.


Battista termina l'articolo rilevando che: "Il linguaggio è importante, non è un orpello stilistico: è il marchio che certifica l'affidabilità di un progetto politico. E se quel che resta del progetto politico del centrodestra venisse sepolto da un linguaggio prigioniero dell'estremismo e della provocazione dissennata, la sconfitta, oltre che amara, sarebbe l'annuncio, sempre più cupo, dell'ultimo disastro".

Battista esorta il Premier, sempre se "riesce ancora ad esercitare una parvenza di leadership" e per il bene del centrodestra di mettere fine alla "forsennata deriva estremista del linguaggio e lo esorta di dire ai suoi che perdere non significa "necessariamente perdere malissimo, dando di sé l'immagine peggiore e più squilibrata. Più odiosa, addirittura.". Naturalmente si riferisce al ministro Brunetta e le sue dichiarazioni sui precari e a Straquadanio, attribuendo la sconfitta del Pdl ai lavoratori del pubblico impiego "che non fanno un cazzo". Si riferisce all'intimazione di spostare i ministeri al Nord, alla quale non crede più nessuno.
Soprattutto, continua Battista, il premier deve dirlo a se stesso, "tutte le volte che viene travolto dalla sciagurata tentazione di giocare in occasioni ufficiali sul 'bunga bunga' in presenza di attoniti capi di Stato stranieri, come è accaduto l'altro giorno con il premier israeliano".
A noi è piaciuto molto l'articolo, perché fra le righe si legge l'amarezza e il disagio di una persona che credeva in Berlusconi e nel suo progetto. Certo, Battista è uomo navigato e di esperienza e ci meraviglia che gli ci siano voluti 18 anni per capire che per 18 anni Berlusconi ha preso in giro un intero paese. Per 18 anni ha fatto credere al Paese in un benessere impossibile e in progetti irrealizzabili. Ad onor del vero un traguardo l'ha raggiunto "è il più longevo presidente del Consiglio e quello che maggiormente ha disastrato l'Italia". L'altro grande traguardo è che è l'unico Presidente del Consiglio che abbia lavorato esclusivamente per se stesso. Ma almeno adesso Battista l'ha capito... ma c'è chi ancora ci crede!
Forse non c'è nessuna attinenza all'articolo appena commentato, e neppure sappiamo precisamente per  quale motivo abbiamo accostato l'amarezza di Battista con la nostra verso certi leader del centrosinistra. Forse perché abbiamo visto e sentito cambiamenti di rotta sia sul nucleare che sull'acqua; o forse perché per molti il referendum non avrebbe raggiunto il quorum e nessuno oggi lo ammette e, comunque, sono tutti sul carro del vincitore. Forse stiamo sbagliando e interpretando male certe dichiarazioni e esageriamo anche con le conclusioni, ma Pisapia non era, poi, il personaggio giusto, e lo è diventato quando ha vinto. Non parliamo di De Magistris.
Non è certo la stessa amarezza: per Battista è un sogno svanito; per noi non è ancora cominciato, quindi perché questa amarezza? Forse perché non vediamo un leader carismatico? Ma a che serve! Basta un buon premier che sappia ascoltare la gente; che sappia interpretare le attese della gente; che riprenda conoscenza della realtà quotidiana, che è molto distante dalla realtà dei palazzi. In effetti è proprio questo che crea amarezza! Sapere che il centrodestra è al disastro e non c'è un centrosinistra forte, coeso, sicuro e con progetti chiari. Da quanto il centrosinistra non cammina più fra la gente, ci parla assieme e prende nota delle sue esigenze? Un'eredità, questa, che ha lasciato alla Lega, che lavora sul territorio come faceva una volta la sinistra, ma erano altri tempi e con altri uomini.
Noi saremo pronti a chiedere scusa e cancellare questo post il giorno in cui rivedremo una politica per la gente; ci obbligheremo a post umilianti e di riverenza il giorno in cui vedremo esponenti del governo di centrosinistra che si informano e partecipano attivamente alla gestione del pubblico insieme  ai comitati, i gruppi e le associazioni che "hanno vinto il referendum". Loro l'hanno vinto! La gente l'ha vinto...i giovani, in modo particolare, l'hanno vinto! Nessuno di quelli che "dovrebbero" guidare un ipotetico governo di centrosinistra avrebbe scommesso un euro sull'esito positivo, naturalmente salvo Di Pietro. La rete è stata importante nel determinare le due vittorie che hanno dato "schiaffi" al centrodestra, anzi, alla mala politica. Ma la stessa rete sarà vigile e attenta se alla mala politica si sostituirà la cattiva politica. 
Questa è la nostra amarezza. Non sentire ancora chiaro "l'inizio del sogno".







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