mercoledì 10 agosto 2011

Le bugie hanno le gambe corte

Un politico, per essere tale, deve avere due qualità: deve essere un abile trasformista, per adattarsi a tutte le circostanze e, soprattutto, sapersi riciclare in periodi storici diversi; infine deve saper dire tutto e il contrario di tutto. Poi diventa un grande politico se lo fa in modo che gli altri non se ne avvedono. Una volta! Oggi, che non ci sono politici neanche di medio livello e che il web raccoglie informazioni in tempo reale, spulciando passato e presente, con tutti i quotidiani on line le migliaia di blog, per non parlare di facebook e twitter, ci imbarazza leggere ciò che hanno detto o fatto in passato ministri dell'attuale governo (si legga il nostro post su Tremonti, Un ministro 4 stagioni) ed oggi si presentano con vesti diverse, convinti che siamo dei poveri zoticoni, pronti a berci ogni cosa che venga loro in mente di dire. 

Il ministro Brunetta, intervistato da Il Giornale, dice che nel 1994 sono "arrivati loro" per sistemare il disastro compiuto dalle sinistre e dai sindacati e che l'attuale crisi non è altro che l'eredità di tale disastro. Inoltre, in pieno stile Brunetta, asserisce che da settembre a dicembre di quest'anno si potrà tranquillamente incardinare ogni cosa e che già nel 2012 si cominceranno a vedere i risultati; nel 2013 sarà raggiunto il pareggio  e che si ripresenteranno alle elezioni sicuri di vincere. Ormai il ministro Brunetta ci ha abituati a sentir dire cose e sconfessarle anche davanti all'evidenza dei fatti; sappiamo quanto poco sia riuscito a fare nella pubblica amministrazione; lo abbiamo più volte visto, purtroppo, in televisione  e sappiamo in quale considerazione sia tenuto all'interno del governo, se, a seguito del famoso "Cretino" di Tremonti,  Sacconi rispose:"Guarda, non lo sto neanche ascoltando!". Siamo convinti, comunque, che per un illustre personaggio come lui, che riteneva di meritare il Nobel, sia difficile relazionarsi con la gente normale.
E allora parliamo del ministro Sacconi,  sempre più intenzionato a scardinare l'art.18 dello Statuto dei Lavoratori e a relegare i sindacati ostili (si legga Cgil) ai margini delle trattative. Uomo con solidi legami in Vaticano, che ne fanno un uomo di forza in questo governo e intento a tentare di trasformare il mondo del lavoro, così da asservirlo alle  maggiori esigenze del capitale.
Ma questi due pilastri dell'attuale governo di destra non erano nell'area socialista, insieme a Cicchitto e Tremonti al tempo della prima Repubblica? Abbiamo sufficienti anni di esperienza per ricordarseli bene, ma leggendo un articolo di Gianni del Vecchio, Le due vite di Maurizio Sacconi, su europaquotidiano.it, ci sono tornati alla memoria ricordi che la mente aveva inserito nel proprio cestino.
Sacconi è stato relatore di maggioranza di alcune delle Finanziarie più spendaccione della storia d'Italia e, precisamente, 1983, 1984 e 1987. Soltanto le prime due portarono il debito pubblico da 234 a 336 mila miliardi di lire. Dal 1987 al 1994 ricopre il ruolo di sottosegretario al Tesoro. Dal 1982 al 1994 la spesa pubblica schizza in alto, portando l'incidenza del Pil dal 48% al 535, trascinando nell'abisso i bilanci statali e facendo chiudere con un deficit del Pil che oscillava dal 9 al 12%. Il debito sul Pil letteralmente esplose, passando dal 64 al 124%.
Ora, ci pare al quanto strano che questi due ministri abbiano dimenticato tutto questo e che abbiano la faccia tosta di addossare la colpa di tutto ciò ai comunisti e ai sindacati. Come ci pare altrettanto strano che i due ministri non siano informati che se nei rispettivi periodi  1996-2001 e 2006-2008, gli anni di governo del centrosinistra,  si analizzano i fondamentali economici, viene fuori che i conti pubblici sono stati tenuti a bada. In quegli anni il rapporto debito/Pil è migliorato, il disavanzo statale è stato contenuto e l'evasione fiscale è stata colpita. Ma lo sanno! Loro contavano sulla memoria corta della gente, dimenticandosi che ora non ci sono solo i giornali di "partito preso", ma anche un'informazione libera come il web, per cui le cose non possono più essere nascoste. Questi due signori, nel prossimo periodo, dovranno dedicarsi al mercato del lavoro, per definire le proposte da presentare alle parti sociali al fine di  far fronte alla crisi in atto. Anche oggi la Borsa è crollata e se aspettiamo da questi signori adeguate risposte, allora dovremo abituarci a crolli più gravi. Un governo, che deve far fronte ad una crisi spaventosa, non riesce a dare risposte minime urgenti, tanto che le parti sociali sono uscite deluse dall'incontro pomeridiano. 
Una cosa è certa, che questa volta non saranno tollerate misure unidirezionali su chi ha sempre pagato, sul lavoro e i lavoratori, sulle pensioni e sul welfare; questa volta dovranno esserci chiari segnali di equità e che a pagare siano tutti, in proporzione alle proprie possibilità; soprattutto, più come forma che come entità, che ci sia un chiaro e forte indirizzo al contenimento dei costi della politica e, soprattutto, un adeguamento degli indennizzi della casta. In caso contrario, caro ministro Brunetta, siamo certi che aumenteranno vertiginosamente le persone che lei ritiene "l'Italia peggiore".









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