giovedì 4 agosto 2011

I mercati-lupi e l'Italia ferita.

Com'è possibile non concordare con Massimo Gremellini, quando scrive su La Stampa, Il Cavaliere senza benzina, "Berlusconi ha esaurito la benzina. Non seduce e non indigna più. Annoia [...] se fosse un politico di professione, sparirebbe domattina per ricaricare le pile in vista della corsa al Quirinale. Ma lui si considera un napoleone e i napoleoni non vanno a casa. Casomai in esilio. Per loro ogni battaglia è sempre l'ultima e la posta in palio è sempre il banco: o tutto o niente".
Quello a cui abbiamo assistito è stato un funerale in diretta, con l'oratore che ripeteva le stesse cose di sempre ma, questa volta, leggendole, quasi che qualcuno lo avesse obbligato a seguire diligentemente un copione al quale neanche lui credeva più. Ed è forse per questo che affannava, incespicava e balbettava. Nessun accenno al debito pubblico consolidato, se non in forma marginale, ma solo all'ammontare annuale della spesa pubblica non coperta dalle entrate, pari al 5% del Pil. Una voce, come scrive Mauro Meggiolaro su Il Fatto Quotidiano, L'insostenibile inutilità del discorso di Berlusconi , "una voce che, in effetti, in Italia ha un valore più basso di quello di altri paesi dell'area euro. Solo che il nostro paese ha un debito consolidato che, in Europa, in proporzione al prodotto interno lordo, è secondo solo a quello della Grecia". D'altronde, il Premier, che si vanta di essere il più longevo presidente del Consiglio, ritiene che tale debito sia da ascriversi agli anni'80...e quindi non è cosa di sua competenza! Eppure c'era anche quando lui e il ministro Tremonti, ieri macchietta espressiva del disastro, tranquillizzavano gli italiani. Niente. Non ha detto niente di nuovo. Ad onor del vero tre cose le ricordiamo: la prima, quando ha detto di aver firmato in mattinata il decreto per l'utilizzo parsimonioso delle auto blu e l'adeguamento delle esose indennità alla media europea, quasi a tentare di arrufianarsi gli zotici dell'opposizione e gli antipolitici dei cittadini; la seconda, che sta parlando un imprenditore con tre aziende di proprietà, alla faccia del conflitto di interessi; la terza che era doveroso rispondere all'esortazione del Presidente Napolitano, chiedendo all'opposizione di collaborare per traghettare il paese fuori dalle cattive acque. Ma come? In che modo se lui ritiene che il suo governo abbia svolto bene il suo compito? In che modo può essere aiutato dall'opposizione se, quest'ultima, dice esattamente il contrario?
Alfredo Reichlin su Libreidee.org, Reichlin: schiavi del denaro, nel vuoto della non-politica , scrive: "Da tutto ciò che accade emerge l'estrema debolezza della politica. Stiamo attenti, è la democrazia parlamentare che viene messa in discussione: quel che ormai si intravede dietro ondate speculative e dietro la sconfitta di Obama è il vuoto pauroso della politica anche a livello mondiale; il che spiega questo misto di angoscia e di impotenza, questo timore di una possibile catastrofe che domina gli animi". 
Ora, se la seduta di ieri doveva dare un segnale di tranquillità, allora siamo alla frutta, perché quello che si è visto e sentito descrive l'esatta qualità dei nostri eletti.
Alfano, giovane  e promettente nuovo leader peronista, loda la capacità di compromesso della politica americana nel raggiungere un accordo sul debito, quando tutto il mondo ha osservato sbigottito quello che stava accadendo a Washington, cioè il suicidio della politica americana sulla questione del debito, tant'è che probabilmente entro l'anno gli Usa prederanno le famose tre A. Tranquilli. Non tutti i giovani sono come lui in Italia.
Che dire di Reguzzoni, Lega, che dopo la pagliacciata dei ministeri al Nord, a spese del pubblico denaro tanto per accontentare lo zoccolo duro del loro movimento e considerando il resto dei cittadini  degli stupidi, e con la gioiosa presenza anche del ministro Tremonti, si è permesso di criticare le 40 auto blu del Quirinale, ben sapendo che non sono del Presidente ma dell'intero Quirinale; e facendo finta di dimenticare che il Presidente Napolitano è stato l'unico che ha rinunciato all'aumento dello stipendio e ha ridotto e posticipato le ferie senza che nessuno lo esortasse. Si è rapidamente dimenticato che loro si sono tolti solo 6 giorni di ferie (32 contro i 38) dopo l'indignazione del paese. Forse, ma è solo una malignità, a quelli della Lega disturba molto un presidente della Repubblica che arriva al cuore e alla pancia degli italiani...compresi quelli del Nord! Quindi, nel suo sproloquio, parla di Reagan, di quei fanatici del Tea Party,  dei quali, lo stesso Reagan, sarebbe scandalizzato. Deve averlo letto da qualche parte, ma si è dimenticato di approfondirne i contenuti. 
E Bersani? Partito bene e , come spesso gli accade, finito male. Non era necessario parlare dei grandi sistemi o dei malesseri delle persone e delle aziende, come una vecchia e malinconica cantilena. Era necessario dire cosa andava fatto. Fare delle proposte concrete. Punto.
Di Pietro ha fatto il suo solito show, che piace alla gente, perché descrive il sentito popolare ma non da concretezza.
Ieri si è distinto, ad onor del vero, solo Casini, concreto e pragmatico, con la richiesta di anticipare parti della manovra e senza aspettare il 2013/2014, quando, forse, saremo nel baratro profondo, dicendosi pronto a votare tale scelta
Se Berlusconi è finito...ed è finito!...e se il suo giovane sostituto è ben poca cosa...l'opposizione è in alto mare! Nessuno ha veramente capito la gravità del problema e non ci meraviglia che qualcuno gridasse " ferie, ferie". Napolitano e Draghi parlavano di crescita, perché è lì il problema strutturale del Paese e in Parlamento si parlava di auto blu, indennità da rivedere (vedremo come!). 
Ieri abbiamo assistito ad una commedia-farsa che, tanto per non smentirsi, è continuata oggi, quando Tremonti e Berlusconi si sono battibeccati durante la conferenza stampa a seguito dell'incontro con le parti sociali; o, quando, il premier ha detto che se avesse una cospicua cifra di risparmi li investirebbe nelle sue aziende o, il massimo, quando Scilipoti, ringraziava il premier del discorso tenuto alla Camera, convinto che i mercati avrebbero ben reagito alle sue parole. Chiusura borsa di Milano: - 5,16%.
Caro Presidente del Consiglio, i mercati sono lupi inferociti  e l'Italia è una bestia senza capo e pure ferita...e temiamo che ieri, tutti, l'abbiano capito! Veda, è veramente infantile dare la colpa agli speculatori, perché questi c'erano ieri e l'altro ieri. Ci sono sempre stati! 
Semmai, ma questo lo rivolgiamo a Bersani, è capire come si sia concesso di farli diventare belve feroci e  cosa si deve fare per ridare credibilità alla politica e sicurezza alle persone. Quindi ci consentirà di trascrivere, per sua conoscenza, cosa scrive il vecchio riformista Alfredo Reichlin: "Il problema è l'enormità del potere che si è concentrato nelle mani di una ristretta oligarchia, del tutto esonerata da ogni responsabilità politica e morale [...] la globalizzazione (questa e senza regole) non è affatto conciliabile coi diritti, anzi: ne decreta l'eclissi, spoglia le comunità nazionali di sovranità e le consegna a caste politiche a loro volta ostaggio di élites finanziarie onnipotenti e pericolose, senza scrupoli, pronte a far pagare a milioni di persone il prezzo irresponsabile della loro avidità speculativa [...] E' evidente che a fronte dello sfascio di ogni statualità e di ogni dignità internazionale del Paese non si potrà guidare l'Italia senza mettere in campo un nuovo progetto nazionale. Occorrerà una politica, una grande politica, quindi una nuova idea di società [...] All'Italia serve una nuova formazione politica che funga da 
strumento di una nuova alleanza tra le forze più creative del lavoro, dell'intelligenza e dell'impresa, e cioè delle forze che pagano il prezzo di tutto ciò [...] Noi non dobbiamo cercare il potere per il potere, dobbiamo riformare la società per dare potere alla nuova umanità che si sta formando e che deve tornare a impadronirsi della propria vita".



Nessun commento:

Posta un commento