venerdì 12 agosto 2011

Caro Guzzanti, ci creda, lei non è unto dal Signore.

Durante una trasmissione di Tetris, condotto da Luca Telese, Vittorio Sgarbi disse che lui e Guzzanti, insieme ad altri, facevano parte di una schiera di "intellettuali" che si erano schierati con il Pdl. 
In qualità di intellettuale, Sgarbi difendeva il premier e le sue escort con il suo solito stile: io parlo...sono intelligente..voi zitti...che siete ignoranti! D'altronde la bassezza dei conduttori è di chiamarlo per il sicuro audience che raggiungeranno, certi che l'arroganza dell'Intellettuale scatenerà una bagarre fra gli ospiti. Non ricordiamo una trasmissione  nella quale Sgarbi non abbia alzato la voce! Ormai è il suo stile...paga bene!
 In collegamento c'era Guzzanti, chiamato in causa perché uscito dal Pdl in quanto contrario al comportamento di Berlusconi.  Fra i due intellettuali si instaura subito un civilissimo e dotto confronto, addirittura un po stucchevole, visti i continui complimenti che si sono continuati a fare.  



Se pur diversi, entrambi hanno necessità di apparire, quindi, Sgarbi usa l'arroganza e la violenza verbale e l'altro sente la necessità di fare il Savonarola, pur consapevole che il fango in cui si è spesso trovato c'era anche quando vi era entrato. Il video allegato fa riferimento alla trasmissione a cui facevamo cenno e, se ne avete voglia, vale la pena guardarlo, tanto per avere un'idea chiara di cosa siano gli intellettuali. Noi siamo vecchi e pensavamo che fossero persone diverse.
A noi non interessa Sgarbi, anzi, ci siamo posti l'obbligo di non dedicargli mai un post; al limite, ma forzatamente, inseriamo qualche suo video "perla" nel nostro "Hanno detto" per tenerlo a memoria.
Perché ci interessa Paolo Guzzanti? Per replicare su quanto ha detto "sui poveri ricchi". Ci interessa perché questa volta non è il solito savonarola moralizzatore, ma l'intellettuale liberale, che ha vagabondato e vagabonda per le poltrone del Senato, pur di rimanervi attaccato, anche se ciò gli impone di tornare nella melma tanto condannata.
Chi è Paolo Guzzanti? Istintivamente vengono in mente i suoi figli, tanto diversi fortunatamente.

Per capire chi è Paolo Guzzanti, è necessario percorrerne la storia  e si noterà un parallelismo fra la carriera politica e la carriera di giornalista. 
Presente già nella XIV e XV e quindi nella XVI legislatura: prima con il Psi, poi con il Patto Segni, quindi con Forza Italia. Nel 2009 lascia il Pdl per le donnine del Premier e perché riteneva immorale l'amicizia con Putin, che aveva fatto invadere la Georgia. Quindi passa all'opposizione e aderisce al Partito Liberale italiano, che successivamente lascia in favore del Polo della Nazione. Il 17 febbraio 2011 annuncia il suo ritorno in maggioranza con il suo ingresso nel gruppo dei parlamentari di Iniziativa Responsabile in qualità di "indipendente liberale". Alla grazia della coerenza tanto conclamata! Appena entrato fra i Responsabili, attacca Scillipoti, ritenendolo poco intelligente e dice: "Non parliamo e non abbiamo nessun rapporto. Mi da fastidio ...e sarebbe meglio che se ne andasse da un'altra parte". Certo, è come se straccio parlasse male di cencio! 
Ma guardate la carriera giornalistica: Avanti, Repubblica, La Stampa, Il Giornale e, di recente, vicedirettore de Il Giornale e editorialista di Panorama ( esattamente corrispondente ai partiti "girati").
Dimenticavamo un dato importante: il nostro liberale, per la sua funzione di senatore, prende circa 15mila euro al mese, tutti gli indennizzi, una liquidazione d'oro esentasse...e, deluso dello scadimento del Senato, ha un assenteismo pari al 58,74%, posizionandolo al 10° posto in graduatoria fra gli onorevoli e senatori più assenteisti.


Riconosciamo di esserci dilungati molto nella presentazione del nostro Weber-Guzzanti, ma garantiamo che abbiamo tagliato piccole "chicche", che avrebbero messo in maggior risalto la contraddizione di fondo di questo personaggio. Innanzi tutto volevamo mettere in risalto che la sua "ricchezza" non è un dono divino, ma frutto di scaltrezza, capacità di sapersi vendere bene, di sapersi muovere nei posti e con le persone che contano. Certo, ci vuole anche intelligenza, ma questo non ha niente a che vedere con i doni divini!
Guzzanti, su Il Giornale,  dice :"In una società laica, se uno vuole spendere quel che ha per un bagno nello champagne, nessuno dovrebbe avere il diritto di impicciarsi e sanzionare tale frizzante abitudine" e che è abominevole "tassare chi ricerca il piacere". Per il nostro novello Weber :" Al povero si dovrebbe chiedere: che cosa hai fatto dunque di male se Dio ti punisce con il sudiciume della povertà, anziché con l'ordinato lindore del benessere?". E si scandalizza pure:"In Italia si capovolge la domanda e si chiede a chi produce o possiede ricchezza, del sudiciume del suo denaro. E' ovvio che in una società in cui molti sono ricchi per traffici illegali, un'aurea di sospetto aleggi su chiunque abbia denaro, ma allo stesso modo la giustizia dovrebbe garantire che fasce più o meno larghe della popolazione non vivessero di stipendi gonfiati, pensioni di invalidità non dovute". Quindi è arrivata l'ora di piantarla di "far credere sempre che le pestilenze e i crolli di borsa siano opera della losca fraternità dei borghesi produttori di profitto, che vanno prima di tutto additati al pubblico disprezzo in un clima di intimidazione".
Non è facile confrontarsi con un intellettuale, e la cosa ci preoccupa, ma tenteremo di fare comunque alcune considerazioni. 
Vogliamo ricordare al giornalista-senatore che ognuno è libero di usare tutto lo champagne che vuole per fare un bagno ristoratore, ma quello champagne non deve essere pagato con i soldi risparmiati non pagando le tasse o facendo fare lavoro nero o avendoseli procurati attraverso corruzione e/o tangenti. Quando il nostro socialista-liberale parla di "fascia più o meno larga di popolazione che vive con stipendi gonfiati" presumiamo che si stia riferendo ai senatori e ai deputati e  quel 1,8 milioni di persone che vivono per la politica e che percepiscono, immoralmente, stipendi d'oro e immeritati. Per quanto riguarda la fetta di popolazione che commette il crimine di rubare soldi pubblici con le false pensioni, caro senatore, stanno commettendo un crimine. Punto! Ma lei saprà, o lo dovrebbe sapere, che i "poveri ricchi", attraverso l'evasione fiscale, i paradisi fiscali, la corruzione, le tangenti, l'economia sommersa, l'economia illegale ( e questi non sono poveri!), e tralascio la "Casta", decurtano al bene pubblico una cifra mostruosa che oltrepassa i 560mila miliardi di euro. In dieci anni potremmo sanare il debito pubblico solo con ciò che i "poveri ricchi" decurtano attraverso l'evasione fiscale e l'economia sommersa. Vorrei quasi sorvolare sulle "pestilenze e sui crolli di borsa", ma a chi dobbiamo addebitare la speculazione o la folle scorrettezza delle agenzie di rating...ai "sudici poveri"?
Infine, caro Guzzanti, lei si è scandalizzato per l'immoralità del suo premier e se ne andò...poi è ritornato alla sua corte...ma rimane immorale o no? Infondo Berlusconi usa il suo denaro per pagare donne consenzienti. Certo, concordiamo, che è immorale utilizzare i soldi e il potere per usare e umiliare le donne, ma cosa c'è di morale nascondere i soldi che sono di pubblico interesse? Cosa c'è di morale utilizzare il  lavoro nero per sfruttare i lavoratori,  l'uomo e la donna, in questo caso, sono diversi dalla escort che si prostituisce per decine di migliaia di euro? Anche loro si prostituiscono....per pochi euro e perché devono mantenere la famiglia! Cos'è più immorale? Cosa c'è di più immorale di ritenere che possa esserci un Dio che elargisce ai pochi per togliere ai molti? Abbiamo sempre pensato, nella nostra mancanza di fede, che i cristiani credessero in un Dio che ha fatto l'uomo a sua immagine e somiglianza e per fargli godere le bellezze del creato; ma anche Lui, evidentemente ha sbagliato, perché ad un certo punto sono apparsi uomini come lei che si sono sentiti unti dal Signore e hanno fatto man bassa delle ricchezze, erigendosi a imperatori, re o speculatori, eletti del popolo o "poveri ricchi" al grido "Dio me l'ha data, guai a chi la tocca". Vede, senatore pluripartito, noi ci siamo sempre battuti perché tutti avessero un po di paradiso in terra, perché il nostro scetticismo non ci fa credere nel detto cristiano "Beati i poveri perché loro sarà il regno dei cieli"...noi pensiamo che, non si sa mai, ma intanto è meglio godere un attimo anche sulla terra!
Caro Guzzanti la ricchezza, legale o meno, come la povertà sono opera umana...lasci stare il divino!  E leggere in tutto questo un segno divino è veramente immorale.

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