giovedì 10 febbraio 2011

QUALE PAESE VOGLIAMO?


In un precedente post, La busta paga, ricordavo come mi ribellai ad un sistema in uso, nella mia prima esperienza di fabbrica, nella distribuzione delle buste paga. Quando esortai gli operai ad andarsene, rifiutando di ritirare il giusto e guadagnato stipendio, dicendo loro che  sarei personalmente andato dal responsabile del personale per far cambiare l'indegna prassi, l'operaio più anziano dette l'esempio a tutti uscendo dalla fila. Mi venne incontro, mi strinse la mano e mi disse di rimanere sempre così e che sperava ci fossero tanti giovani come me che avessero voglia di cambiare il Paese o che almeno fosse meglio di quello in cui aveva vissuto lui. Giusto! Quale paese? Se abbiamo avuto tangentopoli ed oggi abbiamo una farsa di politica, forse qualche errore l'abbiamo commesso. Se oggi i giovani non hanno sicurezza del futuro forse abbiamo lavorato male e credo sia arrivato il tempo di riprenderci in mano i nostri progetti di vita.
Su tutte le prime pagine si parla di escort, dei loro sms o telefonate, l'harem dell'Olgettina, Minetti,  Ruby, delle migliaia di euro dati in cambio di prestazioni vere o presunte, e non è importante se l'Italia va a rotoli, se i giovani non hanno lavoro, se si ritarda qualunque progetto di sviluppo economico, basti leggere  l'ultima truffa del piano crescita di Boeri. L'importante è mandare a casa Berlusconi! Non per quello che il suo governo del "fare" non ha fatto, ma per la sua squallida vita privata. Certo si obietterà che è il Presidente del Consiglio, che dovrebbe avere un comportamento consono; ci si chiederà quale potrebbe essere il grado di ricattabilità e/o credibilità futura, ma l'incredibile è non cacciarlo per un'opposizione credibile, seria, in grado di fare programmi di sviluppo che richiamino l'attenzione delle donne, dei giovani e dei meno giovani. Un anno fa una persona a me cara e vicina mi diceva che se avessimo un'opposizione capace di fare programmi futuri di un certo spessore sarebbe  sicuramente vincente, perché Berlusconi si sarebbe fatto male da solo, per la sua megalomania, per la sua sete di potere, per la sua arroganza e, soprattutto, perché avrebbe stancato i suoi alleati.


Che Paese è il nostro, se nel caso Fiat i sindacati si sono divisi, se si è ricorsi ad un referendum sottoposto al ricatto di spostare gli impianti, se la politica è stata debole e latitante, se si accettano i continui ricatti di Marchionne, quando in Germania l'accordo Volkswagen e IG Metal si è fatto in tredici ore ottenendo per centomila lavoratori, accordo volkswagen, un aumento del 3,2% di stipendio su un periodo di 16 mesi, a cui bisogna aggiungere un versamento una tantum dell'1% del salario annuo, pari ad una somma minima di 500 euro. O, ancora peggio, se in Germania la Merkel si preoccupa del lavoro a misura di famiglia, lavoro a misura di famiglia, mentre in Italia ci preoccupiamo di più di tagliare le pause.


Quale paese vogliamo, se mentre guardiamo i dibattiti politici, veri scontri verbali e piazzaioli, con politici che sono figli illegittimi della Politica con la lettera maiuscola, leggiamo  che i giovani lavoratori parasubordinati non possono, sul sito dell'Inps, calcolare la propria pensione se non sono prossimi al pensionamento e che, da uno studio risulterebbe che le loro pensioni restano vicine all'ambito dell'assegno sociale? (povera pensione dei parasubordinati). Oppure che non si abbiano le tracce di verifica della qualità degli stage effettuati dai nostri giovani studenti, ma che vengono, invece, utilizzati come lavoro non pagato o sotto-pagato, la truffa degli stage, diventando una vera e propria truffa.


Per avere un Paese come vogliamo non possiamo aspettare che gli altri ce lo costruiscano, dobbiamo impegnarci e i mezzi li abbiamo: oltre al voto e al dissenso, oggi ci sono i mezzi di comunicazione che ci aiutano. Come ha detto Saviano "non ha senso avere le mani pulite, se si tengono in tasca", Roberto, se non ora quando?,  e concordiamo con Paolo Flores d'Arcais che sia giunto il momento  di fare qualcosa.


Qualcuno ha scritto che Berlusconi, infondo, rappresenta ciò che l'italiano medio vorrebbe essere, ma , in cuor mio, voglio sperare che lo scribacchino fosse un frustrato o  un ossequioso dipendente, altrimenti povera Italia! 









Nessun commento:

Posta un commento