martedì 15 febbraio 2011

NON SOLO PAROLE

Nel post "Giochi di parole", relativo all'incontro Fiat-Governo, abbiamo voluto evidenziare alcuni aspetti circa i tre attori importanti delle relazioni industriali: Governo, impresa e sindacati. Del sindacato avremo modo di parlarne in seguito. Abbiamo sostenuto che siamo difronte ad un Governo debole e che non è stato capace di presentare uno stralcio di politica di sviluppo industriale. In pratica, al di là della promessa della riforma degli incentivi alle imprese, il pernio del loro progetto è sulla riforma di tre articoli della Costituzione. Ora, davanti ad una situazione di emergenza, nella quale si dovrebbe spingere, con urgenza, per la ripresa industriale, si propone un progetto che ha tempi estremamente lunghi e dall'esito non scontato. In Inghilterra, invece, il governo conservatore si è preoccupato che non venisse meno il flusso di finanziamenti alle imprese, in particolare alle medie e piccole il governo inglese ottiene i soldi. Non solo, ma le banche concederanno nel 2011 "dieci miliardi di sterline in più rispetto al piano originariamente previsto, con una crescita del 15%, passando da 66 a 76 miliardi, il che porterebbe il totale erogato a 190 miliardi (Sole-24 Ore)".

Per quanto riguarda Marchionne, invece, ci si atteniamo esclusivamente ad alcune considerazioni fatte da Lorenzo Guerriero, presidente Manageritalia, associazione che raccoglie oltre 23.000 dirigenti del terziario sparsi in almeno 9.000 aziende. In pratica la voce dei tanti manager di piccole e medie imprese, dal commercio al terziario avanzato manager italiani contro Marchionne.  Anticipiamo solo un breve stralcio dell'intervista per poi lasciare a chi ha tempo e voglia di leggersela per intero ( l'Italia ha bisogno di bravi manager): "soprattutto non capisco questo stillicidio di minacce, strategie non dichiarate, incomprensioni volute o meno che, se fossero vere, vedrebbero il nostro Paese perdere, per quanto riguarda il gruppo Fiat, del tutto anche il ruolo di testa, o meglio, di centro decisionale, quella parte a più alto valore aggiunto dove si fa la differenza, dove lavorano ingegneri, progettisti, designer, esperti di marketing e di strategie [...] E noi, oggi, dopo averla sostenuta per anni, lasciamo scappare la Fiat proprio quando può darci una mano a cavalcare il futuro? Questa sarebbe la dimostrazione che Marchionne non è un 'bravo' manager, piuttosto un manager bravo a sfruttare al meglio le momentanee opportunità dei mercati per produrre profitto, ma incapace di mettere in campo la ricerca manageriale di creatività, innovazione e produttività, l'unica in grado di sostituire business a basso valore con altri ad alto valore aggiunto e garantire un futuro all'azienda e all'intorno sociale di riferimento". 

Ci premeva evidenziare i due passaggi dell'intervista, perché avevamo avuto la sensazione di aver espresso giudizi fin troppo severi verso l'a.d della Fiat, ma dopo aver letto l'intervista ci siamo tranquillizzati. Noi non pensiamo che Marchionne non sia un ottimo manager, tutt'altro, ma solo che è un manager solo per gli azionisti. La governabilità e le nuove relazioni industriali si chiedono e si ottengono se c'è un reciproco interesse e, soprattutto, se i giocatori giocano tutti a carte scoperte.


Nessun commento:

Posta un commento