lunedì 21 febbraio 2011

LO STAGE E LA DISOCCUPAZIONE

Si parla sempre più spesso della necessità di riformare il mercato del lavoro e della formazione per combattere la disoccupazione giovanile e l'effetto che quest'ultima ha se è duratura. Lo stage, se organizzato con regole adeguate, potrebbe essere uno strumento valido per arricchire il curriculum lavorativo dei giovani e permetterebbe loro di presentarsi sul mercato del lavoro con un'adeguata preparazione.  Troviamo interessante lo studio un nuovo stage contro la disoccupazione giovanile

In Svezia, il ministero dell'Educazione permette, agli studenti del terzo anno universitario, di ricevere una formazione pratica piuttosto che teorica, considerandola parte integrante del corso universitario, ricevendo il consenso favorevole delle parti sociali

Da tempo ci sono proposte per dare qualità e affidabilità agli stage e qualcuno propone anche controlli severi sulle aziende/attività che li effettuano. In sintesi vediamo quali sono le proposte avanzate:
  • DURATA: limitata nel tempo
  • PROGETTO: lo stage dovrà essere finalizzato e reso verificabile in termini di risultati raggiunti
  • TUTOR: durante il periodo di stage deve esserci un tutor che segua il giovane lungo tutto il progetto, dando il supporto necessario affinché diventi un reale periodo di apprendimento in un vero progetto formativo. 
  • RIMBORSO SPESE: dovrà essere istituita una somma, a titolo di rimborso spese, magari proporzionata alle ore dello stage, distanza dall'abitazione, titolo di studio ecc.
  • CONTROLLO E MAPPATURA: dovranno esserci controlli sugli stage che le aziende offrono, valutandone la qualità, la disponibilità all'insegnamento ecc. Dovrà essere istituita una mappatura delle aziende/attività virtuose o meno. 
  • CONTRIBUTI PENSIONISTICI: una voce che ancora non si è letta nelle varie proposte, ma che la riteniamo molto importante. Si dovranno trovare le modalità, magari con contribuzione mista, pubblico-privato, affinché i periodi di stage siano considerati, a tutti gli effetti, periodo lavorativo.
Ci sono giovani laureati che fanno "esperienza" per anni in studi di avvocati e commercialisti che non vengono pagati o pagati male e in nero. E tutto questo nell'attesa di superare un assurdo, mal strutturato e anacronistico Esame di stato.

Lo stage non deve essere un irregolare sistema di far lavorare i giovani in modo irregolare, al contrario,  dovrebbe essere un regolare sistema di crescita professionale. In questa fase storica, nella quale l'irregolarità e la precarietà sono diventate consuetudine, ridare credibilità agli stage permetterebbe di raggiungere tre obiettivi importanti:  formare i giovani alla vita professionale; ridurre la disoccupazione giovanile; fare emergere parte di lavoro nero.

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