venerdì 8 luglio 2011

Tanto per parlare di qualcosa

Nessuna apparente attinenza tra i due argomenti di cui vogliamo parlare stasera. L'unica cosa che li lega è il fatto che li abbiamo letti uno di seguito  all'altro e non sappiamo esattamente perché ne parliamo nello stesso post.
Forse perché è venerdi sera e non abbiamo molta voglia di scrivere ed allora ci limitiamo a raccontare due articoli: il primo, da Rassegna.it, scritto da Di Simone Pieranni, Cina, gli schiavi delle miniere che servono al Pil; e l'altro, dal Corriere della Serra e scritto da Pierluigi Battista, Salvate almeno le forme.



"Secondo alcune statistiche riportate da organismi internazionali, 13 persone al giorno muoiono nelle miniere di carbone, in un paese la cui energia dipende all'80% dal carbone". Si pensi che la Cina consuma carbone più degli Usa, Germania, Giappone, Sudafrica e Russia messe insieme. Il 90% delle morti sono a causa di errori umani, in posti di lavoro in cui la parola sicurezza non ha nessun valore. Tuttavia il governo centrale sta cercando di incentivare una più severa regolamentazione del loro funzionamento, ma "il problema principale della Cina, il trasferimento delle direttive centrali alla periferia, non permette di ottenere risultati ancora soddisfacenti. Anche perché il paese continua a crescere all'8% e ha bisogno di consumare ed estrarre carbone". Il mercato richiede sempre più carbone, tanto che dai 102,98 milioni di tonnellate del 2009 si è passati ai 136 milioni di tonnellate del 2010. La Cina ha potuto far fronte alla maggior richiesta, importando il materiale dall'Australia. Uno dei motivi per cui la Cina non si estrae la quantità necessaria è anche a seguito della decisione del Consiglio di Stato di adeguare le miniere a standard qualitativi migliori, è dovuto intervenire nell'eliminazione delle piccole aziende, che spesso operavano in modo illegale e dove la vita contava (e conta) come quella di uno schiavo. In pratica da 2600 miniere sono rimaste circa un migliaio. E' comunque corretto rilevare che l'ultimo incidente, dove i minatori sono stati intrappolati per giorni a causa di una frana, lavoravano in una miniera grande. Purtroppo ogni tentativo di legalizzare questo settore strategico viene ostacolato dall'illegalità cinese.
E' solo una coincidenza che il termine illegalità leghi la Cina all'Italia, maestra imbattibile in questo settore,  e non da meno è il governo che la rappresenta. Pierluigi Battista, uno dei giornalisti più duri contro l'opposizione del centro-sinistra e innamorato della ventata di destra all'arrivo del "nuovo messaggero" di Arcore, ha già scritto due commenti fortemente sprezzanti nei confronti del fallimento in cui è destinato  Silvio Berlusconi e il centro-destra. Prende spunto dalla legge salva-lodo, dal fatto che tutti i suoi fedelissimi si sono nascosti dietro imbarazzanti scuse o silenzi per non dire che il loro premier aveva fatto una meschinità. E più il premier cercava scuse o lanciava accuse e più i suoi alleati, si legga Bossi, lo sconfessavano. Battista si riferisce anche, nel suo articolo, al "cretino" che Tremonti ha dato, forse giustamente, al ministro Brunetta; alle polemiche del giorno dopo e alle rettifiche delle polemiche. E' di oggi le minacciate dimissioni di Tremonti, a seguito delle dichiarazioni del premier a Repubblica. Rinviate, secondo noi, solo per motivi contingenti. Facciamo una breve sintesi di ciò che scrive, lasciando all'autore il racconto: "Non bastano le rettifiche imbarazzate, le scuse e gli abbracci dopo le gaffes, le smentite tardive, le retromarce, per constatare come nella compagine di governo oggi scarseggino addirittura i prerequisiti minimi della lealtà reciproca [...] nel fuoco di una manovra economica che, oltre ai numeri e alle cifre, dovrebbe trasmettere al mondo e all'opinione pubblica un'immagine di credibilità [...] Due anni così, e così malamente vissuti, sarebbero letali. Per tutti. Per il governo, per la politica, per gli italiani [...] Le recenti disfatte elettorali e referendarie hanno innescato un vortice di accuse per additare all'opinione pubblica il capro espiatorio colpevole di tutte le sconfitte [...] L'elettorato di destra è deluso, irato, frastornato. La pillola dell'inasprimento fiscale dovrebbe essere, se non addolcita, almeno resa digeribile da comportamenti rigorosi, che riflettano il senso di una difficoltà comune e di sacrifici condivisi [...] La crisi e l'instabilità cronica di una coalizione, di un leader, di un governo sono oramai esplicite e, con ogni probabilità, irreversibili".
Forse un certo legame con la Cina c'è: in quel paese è difficile far arrivare e applicare le disposizione del Consiglio di Stato alla periferia, dove la fa da padrona anche l'illegalità; nel nostro paese l'illegalità non è solo periferica ma anche molto centrale e, inoltre, la nostra è solo una striscia di terra...e le disposizioni arriverebbero in un lampo. Il problema è che non vengono date e nemmeno pensate. E quando, a rischio di fallimento, decidono il da farsi allora è sangue e lacrime per i soliti che hanno sempre pagato.  Se in Cina ci sono i minatori-schiavi, in Italia questo rischio non lo corriamo, ma solo perché non c'è lavoro!
La Cina sta facendo la sua strabiliante corsa, sorpassando gli Usa, e l'Italia sta andando con la retromarcia e non riesce a raddrizzare la macchina per usare, finalmente le marce giuste. la Cina sarà di diritto nel G-8...speriamo che mantengano il G-20...ne avremo bisogno!







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