giovedì 18 ottobre 2012

Povera Italia!...o Italia povera?

Qualcuno, anche di importante, ritiene che se i nostri ragazzi trovano lavoro all'estero e vengono apprezzati è segno che abbiamo una scuola efficiente e di elevato valore, in quanto li prepara in modo eccellente. Premesso che moltissimi di questi ragazzi hanno frequentato la scuola pubblica e visto che viene considerata di elevato livello, dovrebbero spiegarci perché, chi è al governo, anziché potenziarla preferiscono trovare fondi solo per quelle private! 
Considerato che l'attuale Governo è composto da professori che, in teoria, dovrebbero avere la cultura del "domani", viene spontaneo chiederci se mai si siano soffermati sul fatto che la perdita di giovani forze , altamente istruite, non siano importanti per il nostro Paese e  se, alla lunga, la loro fuga non indebolisca "la capacità di un paese a risolvere i propri problemi economici, impedendo così una crescita nel medio-lungo periodo".


Indubbiamente non si sono soffermati! Oggi è imminente e necessario che se ne vadano, perché la nostra incapacità non permette loro di crearsi un futuro, quindi quale migliore strategia se non quella di vantarsi di avere dei bravi figlioli disoccupati, pur anche istruiti, che se ne vanno, non rompono le scatole e permettono di liberarci dall'ansia di doverli impiegare. Il problema maggiore sarà legato al fatto che diventeranno pochi i giovani da indirizzare al rottamaggio, visto l'invecchiamento futuro delle sanguisughe dei diritti dei giovani.
Sembra lontano il tempo in cui si smembravano le famiglie, quando i giovani se ne andavano in paesi stranieri alla ricerca di lavoro e, molto spesso, mandavano soldi anche ai familiari rimasti. Se si leggono i dati, la nostalgia di quei tempi sta diventando di nuovo realtà. Nel 2011, i lavoratori italiani in regola con i contributi in Germania sono stati 189.299, 8mila in più del 2010. Quest'anno il numero è aumentato del 22%, raggiungendo la quota di 232.800 nel mese di maggio. se consideriamo che i dati si riferiscono esclusivamente ai lavoratori regolarizzati e, soprattutto, che ci sono ancora 35mila richieste di lavoro, è plausibile o che siano molti di più o che cresceranno in futuro.


Come in tutte le statistiche che si rispettino, se da una parte si perde, dall'altra si aumenta.
Ormai è un quotidiano crescendo la trasformazione di persone "normali" in poveri estremi, soprattutto donne anziane e casalinghe, che ricorrono al sostegno della Caritas, per sfamare la famiglia e se stesse. 
Se si continua di questo passo, li potremo considerare una nuova classe: i poveri dell'era post-moderna.
Se ci soffermiamo a leggere i dati forniti dalla Caritas, noto ente sovversivo, si evidenzia una situazione che descrivere come drammatica è un eufemismo: nei primi sei mesi del 2012 sono il 15,2% in più gli italiani che si sono rivolti alla Caritas; stabili i disoccupati (59,5%); aumentano i problemi di povertà economica (+ 10,1%); diminuisce del 10,7% la presenza di persone senza dimora o con gravi problemi abitativi ( e dove sono finiti?); Aumentano gli interventi di erogazione dei beni materiali (+ 65,6%). Sono oltre 6 milioni i pasti erogati dalle 449 mense della Caritas in un anno (16.514 pasti al giorno!).
Quanto dovranno ancora peggiorare i dati statistici per essere considerati tragici? Soprattutto, quanto tempo dovrà ancora trascorrere perché le persone siano considerate solo dei dati statistici!
La destra si è quasi rottamata da sola, anche se siamo certi che i loro rottamisti sapranno ben sfruttare i pezzi ancora buoni e, in particolar modo, sapranno fondere bene il vecchio per creare di nuovo il mostro che mangerà il bene pubblico. Quello che preoccupa sono i rottamisti di sinistra, che oltre all'incapacità di svolgere un odioso lavoro, perdono anche più tempo a litigare su chi lo svolge peggio! 
A loro dedichiamo il gesto e ormai non più un caso, del rumeno che si è dato fuoco davanti al Quirinale perché rimasto senza lavoro e incapace di sfamare i figli, affinché non diventi una statistica del numero dei suicidi "normali" e che diventi la loro ossessione di un'Italia che muore a causa della loro inerzia e incapacità.
E' oltremodo antipatico sentire i più anziani dire " ai miei tempi" e continuare a guardarsi indietro, a periodi ormai passati e irripetibili, ma ci sono momenti in cui, davanti alla sordità e cecità di chi amministra, di chi ha rubato e continua a rubare pur  vedendo lo stato in cui versano i cittadini, ci piace ricordare che ci sono state persone di un così elevato senso morale che ancora oggi ci danno la forza di sperare che da qualche parte ci deve pure essere qualcuno che voglia emularli! A noi sta a decidere chi più si avvicina a tale livello...a noi è dato decidere, votando,  chi rottamare o meno...e non è certo l'età a decidere chi sia bravo o meno...specie se l'arroganza supera le qualità. 
La persona che ci piace ricordare era "vecchia" ...ma il pensiero,  ancora oggi, è molto giovane.


10 marzo 1974



Chissà se Renzi rottamerebbe anche Sandro Pertini! 

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