mercoledì 2 marzo 2011

SEMPRE PIU' POVERI: basta proclami.

In un precedente post ci auguravamo che il piano di salvataggio tanto reclamizzato dal ministro Romani, quello di sostituire, a fine anno, la Fiat di Termini Imerese con un un gruppo di 7 aziende, che avrebbero investito e raddoppiato l'occupazione entro il 2014, non fosse uno spot elettorale, tipico di un Governo in crisi e che cerca consensi, anche a costo di giocare sulla pelle degli altri. Abbiamo letto su Il Fatto Quotidiano che quel piano potrebbe essere un bluff, Termini Imerese, il piano rischia di diventare un bluff, per le difficoltà economico-finanziarie di almeno tre dei sette possibili investitori. Ora, noi non crediamo che il ministro Romani  non sia a conoscenza della reale situazione economico-finanziaria delle   imprese che fanno parte dell'elenco da lui fornito, per cui ci sorge il dubbio o che sia effettivamente una bufala, oppure, e sarebbe ancora peggio, che sia una di quelle operazioni che hanno fatto il disastro dell'Italia. Da una parte abbiamo il Governatore della Banca d'Italia che, ormai continua a ripetere, che servono riforme coraggiose per imprese e famiglie,Per imprese e famiglie servono riforme coraggiose, denuncia la difficoltà della crescita, che si protrae ormai da quindici anni; richiama l'attenzione, anzi, solleva l'allarme dei giovani, che sono "mortificati dai salari di ingresso nel mercato del lavoro, sotto i livelli degli anni'80 e che vivono un perverso mix di poca flessibilità e molta precarietà; che servono 'riforme coraggiose' per sostenere le famiglie e le imprese". Dall'altra il presidente dell'Eurispes, Gian Maria Fara,  che è un problema insormontabile per il 35,1% delle famiglie italiane arrivare a fine mese (nel 2010 erano il 28,6%); per due italiani su cinque sono insostenibili i mutui e gli affitti e il 40% delle famiglie ha difficoltà a pagare rate e canoni, per il 35%famiglie insormontabile arrivare a fine mese
Se a ciò ci aggiungiamo il problema dei lavoratori "Somministrati ILVA", somministrati ILVA, che ancora attendono il rispetto del contratto firmato il 9 dicembre  2010. Ad oggi nessun somministrato è stato assunto, come da accordo, non solo, non percepiscono il salario da molti mesi. Questo è un esempio fra tanti altri, ma l'abbiamo scelto per la sua posizione geografica, perché è la stessa di Termini Imerese.
Tutto questo per presentare una rapida, sintetica e drammatica situazione, che non ha bisogno di falsi spot elettorali o paraelettorali; che non ha bisogno di politici illusionisti, ma ha un disperato bisogno di concretezze. 
Infine, stando al comunicato Istat, per il terzo mese consecutivo il tasso di disoccupazione in Italia si attesta all'8,6% (+ 0,2%) su base annua; la disoccupazione giovanile raggiunge un nuovo record, il 29,4%, che è il più alto dal 2004. Considerato che fino a ieri il Governo si autodefiniva del "fare", ci preme evidenziare che il tasso di occupazione è pari al 56,7% ( - 0,2 punti su dicembre e - 0,4 punti su gennaio 2010) e per fortuna la crisi è passata! Anzi, per il Governo la ripresa si avvertiva, disoccupazione all'8,6%. Se nell'area euro si avverte un lieve calo della disoccupazione, in Germania le cose vanno decisamente meglio, visto che il tasso di disoccupazione è sceso al 7,3%, ai minimi dal 1992. Saremmo veramente felici, una volta tanto, essere fra i primi! Ma in senso positivo.
Noi la seguiremo Ministro, passo dopo passo, ricorderemo e riproporremo sempre le sue parole: "Oggi si apre una nuova fase per Termini Imerese. Siamo partiti da un grande problema occupazionale e abbiamo lavorato con determinazione per creare le condizioni necessarie al rilancio di uno dei più importanti insediamenti produttivi del Mezzogiorno [...] E' un segnale importante della vitalità del tessuto economico italiano e della capacità del governo Berlusconi di mettere a sistema le migliori forze del paese". Ben volentieri vorremmo scrivere e lo faremo, che, finalmente, un progetto è andato a buon fine.
Concludiamo con due osservazioni: la prima, se c'è questa capacità di fare sistema, perché non è un progetto o una strategia costante del suo ministero da applicare anche ad altri ambiti? La seconda, rubandola al prof. Gallino, e aggiungendo del nostro "A volte viene da chiedersi se i funzionari e i parlamentari che materialmente redigono le leggi, (o fanno proclami), provino mai a simulare le conseguenze sulle persone di questo o di quel dispositivo normativo (o delle promesse fatte e non mantenute)".

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