martedì 1 marzo 2011

NOI SIAMO PER UNA SCUOLA DI QUALITA' E PUBBLICA

Come scrive Concita De Gregorio:"è paradossale e inaccettabile che un presidente del Consiglio, chiamato a incarnare e tutelare la cosa pubblica, attacchi frontalmente la scuola pubblica statale, conquista democratica, e quindi milioni di persone, docenti, operatori, ma, soprattutto studenti, che in questa credono e alla quale quotidianamente dedicano, in condizioni spesso molto difficili, la loro personale fatica".
Per chi ci legge, consigliamo la lettura dei due link allegati ed estratti da lavoce.infola qualità della scuola pubblica e di quella privata, che riporta i grafici estratti da un'indagine internazionale promossa dalla  Ocse, nata allo scopo di valutare con periodicità triennale il livello di competenze dei quindicenni dei principali paesi industrializzati, che, sembrerebbe smentire le preferenze del nostro Presidente del Consiglio;  a seguire, quando l'uguaglianza non va a scuola, che riguarda un'analisi dei test di ingresso alla facoltà di economia dell'università di Torino, che evidenzia come i risultati degli studenti varino in funzione del tipo di scuola di provenienza: liceo o istituto tecnico oppure scuola pubblica o privata.
Che la scuola vada riformata non ci sono dubbi.  Si dovranno rivedere i programmi, più consoni alle esigenze attuali; creare dei sistemi di monitoraggio della qualità sia a livello verticale, all'interno di ogni singola scuola, che orizzontale, esteso sul territorio, ovviando alle attuali differenze qualitative fra il Centro-Nord e il Sud. Ciò permetterebbe una più facile frequentazione anche a chi non può sostenere costi di trasporto o di mantenimento a scuole migliori, ma lontane dalla propria abitazione. La scuola deve guardare al mondo, ma anche al comune, alla provincia e alla regione che hanno bisogno di eccellenze, specie al Sud, dove potrebbero risolvere i tanti problemi che oggi lo affliggono. E' utilizzando le"menti" create che si creano le condizioni di sviluppo necessarie, e con ciò facendo rimando ad un post precedente LA SCUOLA E L'INDUSTRIA.
Non si può chiedere ai professori e ai docenti di aggiornarsi continuamente se non riusciamo a dargli un minimo di garanzie di lavoro; ci chiediamo come sia possibile chiedere qualità a chi sa che potrebbe insegnare solo qualche mese e poi ritrovarsi  a dover cercare altre soluzioni. La qualità non si può chiedere ad una "vita in corsa", ma necessità di concentrazione e dedizione. E' solo a queste condizioni che è giusto, anzi, obbligatorio che ci siano delle valutazioni del livello qualitativo, omogenee a livello nazionale, come avviene in Inghilterra. Saranno le famiglie a decretare la qualità delle singole scuole, scegliendole o meno; saranno i parametri definiti a tale funzione a richiamare le scuole meno virtuose ad allinearsi agli standard definiti, ma tutto ciò, in pubblica scuola.









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