domenica 8 maggio 2011

La precarietà e la sinistra precaria

Talvolta ci chiediamo se non valga la pena di parlare di musica, calcio, cucina o giardinaggio, anziché curarci del lavoro, dei giovani precari, della povertà nel mondo o delle disuguaglianze sempre più marcate. Girando fra blog, quotidiani e siti per leggere e informarci ci si imbatte in notizie particolari, esilaranti, tragiche e, chissà perché, ce ne sono alcune che ci colpiscono in modo particolare. E ci rimangono in testa per giorni, fino a quando decidiamo di scriverla e commentarla, quasi a voler condividere con gli altri  una pena troppo pesa per noi soli. Ma ci facciamo scrupolo di una notizia, infondo minore, rispetto a quella delle decine di migranti annegati o dispersi nel tentativo di avere una vita migliore; oppure della morte di alcuni operai sul posto di lavoro. Non fai in tempo a metabolizzare una tragedia che scoppia un dramma.




Vorremmo avere quattro mani per scrivere di tutto ma qualcosa ti blocca su quella particolare notizia. Allora, quasi a voler distrarre la coscienza, vai oltre e continui a leggere, forse con la speranza di trovare qualcosa che te ne liberi. Leggi del Presidente della Repubblica, che esorta la sinistra a diventare credibile, affidabile e praticabile, altrimenti rischia di rimanere all'opposizione. Ma questo ormai non fa più notizia. Come non la fa la strigliata di Prodi, quando dice che serve più coraggio, più capacità di guardare al domani e non solo all'oggi; o quando constata che gli eredi del'Ulivo non fanno che litigare fra loro. Ma un gesto di stizza è umanamente concepibile quando Bersani prende atto dei due richiami e dice: " Sappiamo benissimo di dover avere credibilità, in un momento in cui il governo non ne ha". E allora cosa viene fatto? Cosa aspettano a fare? Sono anni che abbiamo un governo il cui premier pensa esclusivamente ai suoi interessi: lui stesso si autodefinisce un imprenditore prestato alla politica e, lo aggiungiamo noi, si vede! Non importa andare indietro negli anni, ma leggere ogni giorno il comportamento del premier nelle sue attività: il caso Mediolanum. Ma in quale paese sarebbe concesso tutto ciò? Milioni di euro non pagati al fisco attraverso trucchetti finanziari. E questo è il nostro premier. Cosa aspetta la sinistra ad assumere quella credibilità necessaria per richiamare l'attenzione delle persone? Su Rassegna.it abbiamo letto la lettera inviata da 68 italiani che vivono in Messico, i quali non si rispecchiano in un'Italia logorata dal decadimento del sistema politico; inoltre ritengono che vi sia una gestione del potere corrotto e personalizzato e che non riesce a garantire la dignità sociale ai cittadini e invitano gli italiani a votare al referendum. Dal Messico! Quale coraggio ci vuole per fare qualcosa di meglio?
Basterebbe avere il coraggio di stabilire poche cose, chiare, praticabili e scadenzabili e fortemente portarle avanti. Un vero partito di sinistra dovrebbe avere ben altro coraggio e ben altri attributi per ben altre scelte, come ad esempio "la scelta dei principi secondo i quali saranno ripartite le ricchezze è l'atto più politico, quindi più antinaturale, più umano e più rischioso che ci sia" , come si legge in Società senza lavoro, di Dominique Méda. Com'è possibile che deputati come Mazzucca, responsabile della comunicazione del Pdl alla Camera, più interessato alla pubblicazione su Panorama dei migliori lati B. delle elette fra le file del Pdl, che non dei problemi del paese, possano essere di ostacolo all'avanzata di una sinistra seria e attenta alle istanze della gente? 
Mentre il nostro governo non governa e cura gli interessi di pochi e la sinistra cerca la maturazione giusta, un giovane di 28 anni si getta nel lago di Garda per la disperazione di aver perso il posto di lavoro e la difficoltà di non trovarne un altro in sostituzione. Il doversi mantenere in lavoretti saltuari, lo aveva portato in una situazione insostenibile che gli impediva di realizzare i suoi sogni e, infine, decide di farla finita. Chi scrive su Brescia Domani dice" Non ci sono tante parole ora con cui commentare questo episodio, la rabbia ferma le mani sulla tastiera". Questo succede a dover scrivere le verità del quotidiano.
Non ci vogliono i miracoli ma rabbia, coraggio, determinazione, volontà e chiarezza di idee, per ridare dignità al lavoro e per riconsegnare ai giovani il sogno del futuro; perché alle donne sia dato di scegliere e ai bambini di crescere; perché vi sia una scuola pubblica nella quale a tutti sia dato di eccellere; una ricerca e sviluppo che oltre a spingere le nostre imprese, sia fonte di lavoro per le nostre migliori menti; perché ognuno abbia un lavoro dignitoso in una società equa, nella quale ognuno abbia il diritto di essere se stessi.
Oggi, purtroppo, la precarietà è talmente diffusa e subita, che non si fa più caso alla disperazione dei tanti, per cui un primo ed urgente lavoro della sinistra dovrà essere l'estirpazione di questa piaga, perché, riprendendo quanto scriveva Simone Weil, La condizione operaia, a riguardo degli operai del 1936, e che ben si addice ai nostri precari: "Per gli sventurati, l'inferiorità sociale è tanto e infinitamente più pesante da portare in quanto ovunque essa viene presentata come qualcosa di assolutamente naturale".







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