venerdì 13 maggio 2011

Ci toglieranno anche l'aria.

Volevamo parlare dell'economia tedesca, che sta marciando ad un ritmo sostenuto e che necessita di mano d'opera per coprire i posti di lavoro disponibili: nel primo trimestre di quest'anno oltre un milione di posti, con una crescita di 400 mila rispetto all'anno scorso. E sempre sullo stesso articolo di Rassegna.it si legge che ci sono offerte, sul piano nazionale, per 47 mila ingegneri. Che soddisfazione sapere che il nostro vicino potrebbe dare lavoro ai nostri ragazzi...visto che la nostra bassissima natalità è comunque più alta della possibilità di occupazione.

Volevamo parlare dello sfogo del presidente di R.ETE. Impresa Italia, Giorgio Guerrini, che si lamenta dell'eccessiva pressione fiscale, oltre il 50%, ritenendola una delle cause maggiori della mancata crescita industriale; consigliando una riduzione della spesa pubblica, accompagnata da una lotta all'evasione condotta senza pregiudizi. Senza dimenticarsi di puntualizzare che il mondo delle imprese ha bisogno dei giovani, di regole e politica. Cioè di tutto ciò che questo governo non fa.
Quindi volevamo commentare l'Economic Survey dedicato all'Italia, in quanto l'Ocse conviene sulle misure adottate dal governo, facendo tirare un sospiro di sollievo al nostro ministro, anche se ritiene che la crescita italiana rimane debole ( quest'anno sarà dell'1,2%) e che ci vorranno almeno due o tre anni per tornare ai livelli del 2007. Fra i vari suggerimenti  che fornisce e in riferimento al referendum sul servizio idrico scrive: " La privatizzazione è una riforma necessaria e di certo non violerebbe il principio sancito dalle Nazioni Unite dell'acqua potabile come diritto umano" A patto che, come osserva l'Ocse, si a creata un'Autorità indipendente.
Se mai ci siamo permessi di contestare i dati statistici, certo non sempre ci siamo trovati d'accordo con le analisi e i suggerimenti dell'ente parigino. Men che meno ci troviamo concordi con la privatizzazione dell'acqua. Premesso che in Europa non esiste nessuna norma e/o indicazione per i governi che riguardi tale privatizzazione, la Francia, l'unica che lo aveva fatto, sta ritornando sui suoi passi e dal privato ritorna al pubblico; la Svezia ha un misto privato-pubblico; quindi saremmo l'unico paese, con l'avvallo dell'Ocse, a rendere privata l'acqua. Ammettiamo la nostra ignoranza in materia, ma non riusciamo a capire come mai non siamo capaci di gestire il "pubblico" come il privato; come mai una cosa pubblica deve costare di più di una privata; o meglio, perché non riusciamo, per i beni di primaria importanza, almeno a pareggiare i costi di gestione. E' come se un primario che gestisce un reparto di un ospedale pubblico decidesse, in caso di necessità, di farsi operare in una clinica privata anziché nel suo reparto. Qualcosa, evidentemente, non funziona! 
Vista l'esperienza delle Authority in Italia, di quale Autorità indipendente parla l'Ocse? Indipendenza politica? O dalle lobby? In Italia la politica, i manager-burocrati e le mazzette sono state il disastro dei più grossi gruppi industriali. Se si guarda alla distruzione dell'Italia industriale, e basterebbe leggere il testo di Luciano Gallino a tale proposito, viene da pensare che l'Ocse o non conosce bene il nostro Paese, oppure  ciò che per noi è normale per gli altri è crimine (naturalmente ci riferiamo al potentato politico-economico).
Con un misto di tragedia e comicità fantozziana ci piace ricordare che tanto tempo fa la terra era di tutti, poi è arrivato un prepotente che ha messo dei paletti ed è diventato padrone della terra recintata; dopo di lui un potente ne ha messi altri, prendendo anche una parte del primo, quindi è arrivato un ricco che ha comprato tutto. In mezzo a loro, ogni tanto, appariva un truffatore e la terra è diventata di pochi padroni sui quali lavoravano in molti ex-padroni, prima come schiavi e poi come salariati. E' cambiato lo scenario del pianeta ma questi personaggi sono rimasti invariati ancora oggi.
Si danno in gestione le spiagge per 99 anni, e perché no gli scogli e le scogliere? E tutto per creare lavoro, così che molti lavorino per pochi e a pochi soldi e per poco tempo. Quindi è ipotizzabile che per godere del sole e del mare o hai i soldi o ti prendi il sole sul terrazzo e ti bagni utilizzando un economico vaporizzatore a spruzzo. Anche il sole e il mare erano di tutti.
Quindi rimane l'acqua, l'unico elemento più prezioso del petrolio, che deve essere privatizzato e, se la logica della proprietà regge, anche questa arricchirà i pochi e sottometterà i molti. Immaginiamoci il potere di chi avrà l'acqua! Immaginiamoci, come tutte le cose su cui il mercato ha messo gli occhi, chi non potrà pagarsi la sua dose giornaliera, a meno che non sia dotato di una tremontiana  social card  quasi mai funzionante.
Rimane l'aria e siamo certi che non tarderà qualche istituzione o associazione, come quella degli industriali, che in un periodo di crisi suggerisca, naturalmente con l'inganno del bene comune e di maggior posti di lavoro, una tassa sulla percentuale d'aria utilizzata; consapevoli che nasceranno aziende che inventeranno rilevatori di consumo d'aria da applicare al collo per stabilire la relativa quota da pagare. D'altronde non è giusto, in una società equa, che chi va a correre paghi la stessa cifra di chi, privo di lavoro, rimane fermo immobile in casa per risparmiare.
Volevamo anche parlare dei nostri salari, fra i più bassi e tartassati d'Europa, ma non possiamo avere tutto...


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