giovedì 31 maggio 2012

Almeno una volta, siate seri!

Antonio di Pietro suggerisce di devolvere il rimborso elettorale dei partiti ai terremotati; il web chiede al Presidente della Repubblica di sospendere la parata del 2 giugno, esortando i cittadini a non partecipare; qualcuno consiglia Napolitano di trascorrere la giornata della parata fra i terremotati, magari mangiando alla mensa da campo allestita. Altri lo suggerivano anche al Papa di sospendere la visita pastorale a Milano, ma con più moderazione...in fondo siamo in Italia e c'è una particolare remora a interferire nelle cose della Chiesa. Forse è per questo che la Chiesa a cui diamo il rispetto è quella dei Don Gallo e dei Don Giorgio De Capitani.

Massimo Gramellini, sintetico e incisivo scrive: "Si onora di più la Repubblica andando fra i terremotati che fra i carri armati".
Aggiungiamo che è stringendoci intorno a chi soffre che si dà il significato di Nazione; è attraverso la partecipazione al dolore degli altri, unita allo sforzo di fare qualcosa di utile che  ci si responsabilizza  alla partecipazione collettiva del bene comune. Ieri sera un operaio, intervistato perché aveva perso sia casa che lavoro, chiedeva agli italiani di non dimenticarsi di loro. Ma, in pratica, non voleva dire di pensare a loro, magari pomposamente, dedicandogli la parata, ma di aiutarli concretamente. Aiutarli!
Il terremoto ha distrutto e raso al suolo non solo case e chiese, ma anche fabbriche e oggi sono 20mila i lavoratori che sono fermi. Passi per la casa; passi di aver perso tutto, ma se non si ripristina immediatamente il lavoro, come sarà possibile la ripresa? Se la gente ha  dato il suo contributo, il governo, per ora, ha solo aumentato la benzina, quindi è necessario che ogni euro dedicato a feste o ricorrenze o altre attività di cui si può fare a meno e pagate dallo Stato (con i soldi nostri!) siano devoluti pro-terremotati. E' attraverso gesti di questo tipo, che danno il valore delle priorità, che si crea lo spirito giusto. E' a questo proposito che non è possibile condividere l'articolo de Il Fatto Quotidiano, quando si pone la domanda se la parata sia un falso problema. Sarebbe stato interessante leggere l'articolo se al posto di Napolitano ci fosse stato Berlusconi! Dire che i soldi spesi per la parata sono una cifra modesta, rispetto ai danni procurati dal terremoto, è veramente una sciocchezza: si sollecita gli italiani a donare 2 euro al 45500 (e fatelo per cortesia!) per cui fermare i lavori, anche se sono stati spesi molti dei soldi previsti, è "un gesto" e "concreto". I lavoratori utilizzati per la parata potrebbero essere indirizzati ad offrire il loro contributo per dare una mano nelle zone colpite. E poi, al giornale che si  legge ogni giorno, sfugge un particolare: chi ha la casa distrutta e soffre non guarda la parata, ma cerca di recuperare il recuperabile, sempre che ne abbia la forza; ha bisogno di una mano fisica e psicologica e solo la vicinanza la può dare; soprattutto, però, chissà quanti di quei giovani militari obbligati a sfilare, magari, preferirebbero essere di aiuto a chi ne ha bisogno. In questo momento non sarebbe cosa disdicevole evitare, a chi è disperato, l'ammucchiata delle autorità sul palco d'onore.
Il Presidente del Consiglio ha detto che "nessuno sarà lasciato solo" ...e...visti i precedenti e considerato che prima di Lui l'ha detto Berlusconi, per cortesia, parlate meno, risparmiate molto, decidete rapidi e, almeno una volta, siate seri!
Così si costruisce il Paese.





1 commento:

  1. Concordo sul messaggio di base ma dal punto di vista prettamente pratico e contabile i soldi per la parata del 2 Giugno sono già stati spesi, come ricordava Napolitano che è gentiluomo e se avesse potuto fare qualcosa a riguardo l'avrebbe fatta. Piuttosto, in relazione alla parata, è giusto chiedere maggiore sobrietà in tutto quello che ci sta attorno -- cena e aperitivi a latere -- e, cosa ben più importante, dirottare i fondi destinati ad iniziative future ma inutili verso le zone terremotate.

    Luca

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