martedì 17 aprile 2012

Ministro Barca, i giovani vorrebbero rimanere oppure ritornare!

Il ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, durante un incontro con gli studenti dell'Aquila, ha detto che "La fuga dei cervelli è un problema, ma se l'Italia non riesce a crescere, è giusto che i giovani vadano via".
Poi, riferendosi a due suoi figli che sono all'estero, ha continuato dicendo: "Roma non ha problemi per questo, per due giovani che se ne vanno altri due ne vengono [...] invece, qui all'Aquila la 'exit strategy' è un problema".

Questo governo, chiamato al capezzale dell'Italia moribonda, al quale manca solo applicare la "tassa sulla povertà", sarà ricordato anche per le "sparate" sui giovani: si va dai 28enni sfigati se ancora senza lavoro, ai figli mammoni, che non hanno il coraggio di andarsi a prendere un lavoro lontano da casa; per continuare con il premier, che consiglia ai giovani il lavoro flessibile, perché quello a tempo indeterminato è terribilmente noioso e il ministro del lavoro che si preoccupa di aumentare la flessibilità in entrata e, soprattutto, in uscita per il futuro dei giovani. Che difficoltà essere figli di così austeri genitori, che, obbligati a dare il buon esempio, si sono dovuti sobbarcare un lavoro a tempo indeterminato, pagato lucrosamente e con l'avvenire assicurato. Sai che noia! Vuoi mettere i milioni di Neet che non fanno niente o gli altri milioni di giovani che cambiano spesso lavoro. Loro sono i veri fortunati, perché hanno la possibilità di farsi diverse esperienze lavorative, alternando periodi di intenso lavoro e lunghe vacanze fra un lavoro e l'altro. 
Ecco, mancava il ministro Barca! 
Ma caro ministro, certo che è giusto che i giovani abbiano la possibilità di andarsene da questo Paese mal governato, ma dimentica che questi stessi giovani vorrebbero lavorarci volentieri nel loro Paese, magari dopo aver fatto master, dottorandi, esperienze lavorative, specializzazioni o altro all'estero.
La "exit strategy" non è un problema solo per l'Aquila, per per tutta l'Italia. Sicuramente il ministro sarà a conoscenza di quanti brevetti  siano stati capaci di inventare giovani italiani, non più tornati, negli ultimi cinque anni e quale sia il suo ammontare: 90 miliardi di euro e con una resa annua di 200 milioni di euro. Sciocchezze per un Paese ricco di lavoratori da spremere. Tra l'altro saprà anche che è proprio il nostro 5% migliore che scappa all'estero. Che senso ha trattenere questa minoranza nella nostra ricerca, magari creando centri di ricerca universitari al servizio delle piccole e medie imprese, che sono la ricchezza dell'Italia. Che sciocchezza indirizzare i giovani all'Artigianato (con la "A" maiuscola) che, per dirla attraverso Richard Sennett : "E' ora di restituire valore al lavoro fatto con le mani e con il cervello, ma sempre con perizia artigianale, e di guardare al passato per ricostruire il nuovo su basi solide".  ( The Craftsman- L'uomo artigiano)
Sul fatto poi, che "per due giovani che se ne vanno altri due ne vengono" è meglio sorvolare, perché anche se i giovani che "vengono" sono bravi come quelli che "vanno", la pensi come vuole, ma abbiamo perso, comunque, due giovani bravi! 
Non sappiamo Lei, ma da un ministro ci sarebbe piaciuto sentir dire: "E' doveroso, da parte del governo, costruire un futuro ai giovani e usufruendo dei loro "cervelli" riportare il Paese al rango che gli spetta". Ai giovani non manca genialità, estro, fantasia, voglia ed entusiasmo. Quello che a loro manca è il coraggio che Voi non avete  e una politica seria.
Quello che i giovani non hanno è tutto ciò che la politica, sempre più sottomessa alla finanza-vampiro, gli ha rubato: la prospettiva del futuro.





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