giovedì 20 dicembre 2012

A proposito di giustizia e pace

Viviamo in uno strano Paese, dove il senso di giustizia e pace ha sfaccettature diverse, interpretabili a seconda delle esigenze, delle necessità del momento o per nascondere problemi maggiori. 
Papa Benedetto XVI, invece di preoccuparsi intensamente dei suoi sacerdoti pedofili, magari denunciandoli e consegnandoli alla giustizia, anziché omertosamente nasconderli, ha indetto una crociata contro i gay e le nozze omosessuali, ritenendole fonte di ingiustizia e ferita della pace, oltre che male e degenerazione dei costumi.
Con tutta sincerità, trovo molto più ingiusto e possibile fonte di scontri l'aumento della povertà, lo sfruttamento delle persone, la presenza, nel 2012, della schiavitù. Vedere due ragazzi dello stesso sesso che camminano mano nella mano o che si baciano, per quanto vecchio, non mi disturba affatto; invece vedere un senza tetto o leggere che la proroga del blocco degli sfratti tutela 30mila famiglie, ma non risolve il dramma di morosità incolpevole, per cui 125mila nuclei sono a rischio di sfratti nei prossimi sei mesi e 300mila in 3 anni, mi sconvolge e mi preoccupa moltissimo. Per quanto ancora sarà possibile tollerare tanta ingiustizia? Qual'è il limite di sopportazione, prima che possa scatenarsi la rabbia popolare? Se Rebecca Kadaga, relatrice in Uganda della legge che prevede la pena di morte per gli omosessuali recidivi che dovessero continuare a tenere un comportamento "illecito" anche dopo la cura (perché di malattia si tratta!) e che prevede gli atti sessuali reati punibili con la pena capitale, è ritenuta una buona cristiana, allora sono fiero di non far parte di una religione sempre più setta!! Se questa signora si occupasse della schiavitù che disonora il suo continente e si dedicasse a sviluppare il lavoro nel suo paese, forse non solo   farebbe il suo dovere, ma anche creerebbe un beneficio al popolo intero. E se perdesse un po' del suo tempo a convincere i suoi "amici potenti" a pensare agli africani, magari non scapperebbero più dai loro paesi in cerca di fortuna e non verrebbero sfruttati nel nostro beneamato Paese o altri, con stipendi da fame e privati di ogni diritto. 
Conosco diversi ragazzi e ragazze omosessuali che non cambierei con la maggioranza dei sacerdoti e dei vescovi, tanto meno con un Papa che predica la giustizia, la povertà e l'uguaglianza con la mantella d'ermellino e i paramenti d'oro! Oggi, tutti si ricordano di S. Francesco, ma nessuno, o quasi, di Papa Innocenzo III !
Benedetto XVI ritiene che l'aborto sia un delitto contro la vita e Giuliano Ferrara, sul Foglio scrive: " Io credo che le stragi nella società ricca e pacificata (si riferisce alla strage nella scuola americana)  siano la diretta conseguenza della sordità morale con cui abbiamo certificato l'aborto di massa; la facoltà di scegliere tra la vita e la morte è la compagna segreta della violenza dei tempi, e dell'insicurezza, riguardo l'essere e il principio di realtà che ne deriva"!  Tra l'latro, coerente con quello che scrive, è più favorevole ad armare le maestre che non a vietare le armi. A Ferrara non passa neanche nell'anticamere del cervello che il problema è "nella società americana" e nel potere di certe lobbies che determinano certe anomalie! Non è l'aborto di massa (sembra che sia in atto la moderna versione delle donne-Erode!) ma l'aborto verso la persona che crea i mostri! Oggi tutto è denaro e potere...e la persona strumento da sfruttare a tal fine.  Questo è il vero crimine!  Il vero delitto (rapporto Unicef) è che ci sono 200milioni di bambini malnutriti e che nel 2011 ne sono morti 2,3 milioni di cui, un terzo, per malnutrizione. 1 bambino ogni 3 secondi! I loro genitori non hanno abortito...ma sono stati abortiti dal mondo della finanza, del potere e dell'affare! 


Questo è il vero delitto!





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