martedì 7 agosto 2012

Ci scusi Marchionne se insistiamo!

Ormai sono quattro trimestri che il Pil è in calo: a questo punto si può anche parlare di recessione. Il calo peggiore dal 2009: - 2,5%, rispetto al Pil dello stesso periodo del 2011 e in forte peggioramento (-1,4%) rispetto al periodo gennaio-marzo 2012.
La produzione industriale  ha avuto un collasso del - 8,2% su base annua, dopo il - 6,7% del mese precedente. In evidenza, per non dire a picco, il settore auto, che a giugno era crollato del 22,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e dopo il - 20,9% di maggio. In generale la produzione degli autoveicoli è calata del 20,1% nei primi sei mesi del 2012.

E' giustamente preoccupato il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, quando dichiara di aspettarsi a breve termine  spiegazioni dei progetti strutturali promessi da Fiat. Soprattutto vorrebbe sapere il ruolo dell'Italia nei progetti della casa torinese. Una parola! Non lo sanno neppure loro e non lo sa, tanto meno, il loro amministratore delegato! 
L'unica cosa certa è che ha chiesto tanto...ha preteso il mondo...si sono prostrati politici e sindacalisti...ha velatamente promesso investimenti a patto che si facesse come voleva. Come? Servirlo e riverirlo...e lavorare tanto a poco! L'America è la sua Patria...la nuova terra,  dove si prende il buono e si lasciano i debiti; dove si possono pagare la metà i giovani assunti (lì c'è un sindacalismo giusto, democratico e padronale) e dove si lavora molto di più che in Italia! In effetti ha ragione la Camusso quando dice che dobbiamo farcene una ragione (o è meglio?): non è detto che le auto , in Italia, le debba per forza fare solo Fiat. Forse una sana concorrenza gli farebbe tornare il senno.
Molto tempo fa deidemmo di non parlare più di Bossi (in tempi non sospetti) ed ha fatto la fine che avevamo pronosticato. Soprattutto l'avevamo fatto consapevoli che fosse come sparare sulla Croce Rossa, per l'evidente difficoltà fisiche e non solo. I patetici tentativi di nascondere le sue inefficienze e i suoi giochetti di potere, additando a fantascientifici complotti la distruzione della Lega, danno ragione alla scelta fatta a suo tempo.
Che c'entri Bossi con Marchionne è difficile dirlo, ma la querelle di quest'ultimo con la Wolkswagen ha una grande parentela  con i "fantascientifici complotti". 
Marchionne chiede l'intervento dell'Ue per coordinare una "razionalizzazione del settore", in quanto accusa la casa tedesca di "voler provocare un 'bagno di sangue sui prezzi e sui margini' del mercato europeo". Vediamo perché. Nel primo semestre del 2012 Wolkswagen ha chiuso con "rialzo dell'utile operativo del 7% a 6,49 miliardi di euro, al di sopra delle stime degli analisti e, secondo l'agenzia Bloomberg, a livelli record. Le vendite sono in rialzo del 23% a 95,4 miliardi di euro". Non pare proprio un'azienda che voglia provocare un "bagno di sangue sui prezzi e sui margini". Tra l'altro, non pare che Wolkswagen abbia chiesto un referendum o che abbia imposto particolari e penalizzanti condizioni agli operai, salvo che il grosso premio di produzione concesso ai dipendenti non sia considerata un'elemosina. Non pare che la casa tedesca abbia mai minacciato di andarsene dal suo paese e, almeno siamo convinti, non risulta esserci stato uno sciopero negli ultimi 36 anni. Magari si scoprirà che i cattivi operai venivano fustigati in mezzo al reparto. A dispetto della Fiat, che vede negli Usa la nuova terra promessa, Wolkswagen ha incontrato una trentina di aziende dell'indotto torinese per usufruire della loro conoscenza e preparazione. Mentre il nostro amministratore prometteva investimenti, quello tedesco li faceva! Forse è questa una parte del segreto del successo? Insomma, si chiederà la mattina, quando si fa la barba (ops..se l'è fatta crescere!) perché i tedeschi,  che fino a qualche anno fa costruivano meno, adesso stanno marciando come delle frecce e sembrano inarrestabili, per non dire travolgenti.
Nel post, Marchionne e l'overdose di diritti, suggerivamo al nostro amministratore delegato di assumere Winterkon, l'ad tedesco, che se è vero che gli sarebbe costato un terzo del suo stipendio, è anche vero che avrebbe avuto certezza di prendere i restanti due terzi per diversi anni. In caso contrario, non solo dovrebbe dimettersi da presidente dell'Acea (associazione delle case automobilistiche europee) come chiedono i tedeschi, ma forse farebbe un favore agli italiani se cedesse le redini anche della Fiat a qualcuno che sappia e voglia costruire auto e posti di lavoro.
Di Bossi non ne parliamo...ma di Marchionne non possiamo tacere, perché i suoi errori diventano i nostri. Soprattutto, i nostri giovani, e non solo, hanno bisogno di lavoro.

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