mercoledì 8 agosto 2012

Tanto per chiarire

Il ministro Fornero ha dichiarato: "Sarà un autunno difficile, a rischio il futuro industriale del Paese [...] bisogna dare dignità agli operai". Chiarito che è da qualche anno che il futuro è difficile e che non si intravede, neppure oggi, una possibile soluzione, rimane da ribadire che i lavoratori non hanno mai perso la dignità. Semmai è chi amministra e la maggioranza che li sostiene che deve riguadagnarsela la dignità, operando in modo onesto e corretto, e magari non sarebbe male aggiungerci anche  con equità.
Ad onor del vero è da capire bene il significato di "equità", perché a ben vedere questo governo l'ha intesa un po' a modo suo: rendere i lavoratori "equamente tutti più poveri". La conferma la offre la CGIA  di Mestre: "La crisi ha fatto decurtare i risparmi del 26,4% a fronte di un aumento della spesa per i consumi finali del 4% [...] le famiglie italiane sono alle corde, spendono sempre meno, cosicché la situazione economica dei piccoli commercianti e degli artigiani si fa sempre più difficile [...]  tra il 2001 e il 2011 la situazione ha visto registrare un aumento della spesa del 30,4%, una contrazione del risparmio del 16,5%, un incremento del reddito del 24,2%, una inflazione del 24%, mentre il potere d'acquisto delle famiglie è diminuito dello 0,5%. La disponibilità economica delle famiglie italiane è tornata ai livelli di 10 anni fa". Se si continua di questo passo, i lavoratori saranno equamente dei "dignitosi" accattoni.
Riprendendo una piccola diatriba con un lettore di un blog, al quale facevo osservare che il cognome di Milton Friedman era con una sola "n", per non confonderlo con il padre della sociologia francese Georges Friedmann, viene spontaneo chiederle, ministro Fornero, se il suo governo stia operando più con le ipotesi del primo o con i convincimenti del secondo?
Avendo presenti i dati sulla disoccupazione, il calo della produzione industriale, la decurtazione del reddito e il crescente senso di sfiducia dei cittadini verso chi li amministra, è doveroso chiudere il post con due brevi citazioni dei due pensatori, lasciando a chi ci legge di farsi una personalissima analisi.
Georges Friedmann scrive: "Ricordiamo ancora che il lavoro, se compiuto in certe condizioni, può avere effetti positivi sulla personalità. In particolare il lavoro che corrisponde ad una scelta liberamente voluta, a una inclinazione è un fattore di equilibrio psicologico, di formazione della personalità, di soddisfazione durevole di felicità".
Milton Friedman scrive: "La teoria  dello shock economico è drammatica ma molto semplice: bisogna creare nella popolazione un senso continuo d'insicurezza e di stress psicologico, tale che diventi accettabile qualsiasi decisione politica ed economica".
Quando si dice l'importanza di una "n"!

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