domenica 3 aprile 2011

CARO CHIAMPARINO...LA SINISTRA E' UN' ALTRA COSA.

Caro Chiamparino, non avevamo mai dubitato che Marchionne fosse più a sinistra di lei ed è per questo, ma credo che ne sia consapevole, che non riuscite ad essere credibili, tanto da non essere capaci di uscire dal limbo in cui vi trovate. La differenza che c'è tra voi e la destra sta nel fatto che "loro sanno di essere di destra", mentre voi siete una controfigura della sinistra. Per anni vi abbiamo votato turandoci il naso e lasciandovi il tempo di ricostituirvi, di ridarvi un assetto consono alle aspettative di milioni di persone.
Per anni abbiamo atteso di conoscere le vostre strategie, i vostri programmi, le vostre iniziative a riguardo del lavoro, dell'istruzione, dei giovani e delle donne. Abbiamo atteso la sua crescita, visto che qualcuno osservava che sarebbe dovuto essere il "nuovo del Pd". Non le nascondiamo che sul "nuovo" avevamo dubbi, ma sul fatto che  avesse potuto dire qualcosa di diverso ne nutrivamo la speranza. Non riuscivamo a capire su cosa era basata tale speranza, ma quando non sai più a che santo votarti speri in un miracolo. Ma la politica non è fatta di miracoli, ma di lavoro giornaliero, di conoscenza delle esigenze delle persone, di credere in certi obiettivi e, soprattutto, di pensare sempre al "bene generalizzato". L'altro come obiettivo del proprio lavoro. Questo c'era stato insegnato e in questo abbiamo creduto. 
Ora, se lei asserisce di essere di sinistra e che Marchionne "su certe cose è molto più a sinistra di me...", la Caporetto tv di Marchionne, allora possiamo asserire, con indubbia tranquillità, che Richard Sennett, Zygmunt Bauman, Luciano Gallino e Aris Accornero, noti e stimati sociologi che amiamo in modo particolare, sono dei professori "imprestati" alla sociologia (termine molto caro al nostro premier, quando dice che è  un imprenditore "imprestato" alla politica). Che senso hanno i loro libri, che denunciano le conseguenze di un lavoro sempre più socialmente svalorizzato e con conseguenze deleterie per le persone. Se lei e il suo amministratore delegato rappresentate la nuova sinistra, allora questi professori o sono degli estremisti da isolare, o dei fanatici da combattere, o dei sognatori fuori del tempo. 
Caro Chiamparino, il suo amico percepisce quattro milioni di euro l'anno, sicuramente consoni alle sue capacità e al suo lavoro, ma sottrae all'erario 500 mila euro l'anno per avere la residenza in Svizzera e poi si erige a paladino della necessità di fare sacrifici per riconquistare competitività. Non riusciamo ad immaginarci quale sarà la sua liquidazione, quando se ne andrà dalla Fiat, visto che Romiti se ne uscì con 101,5 milioni di euro. Il suo amico di sinistra, pur nell'evidente difficoltà del mercato delle auto in Italia e in Europa, non disdegna di chiedere continui sacrifici ai lavoratori, ma gli stessi sacrifici non sono chiesti ai soci, la cui percentuale dei dividendi rimane uguale (25% dell'utile  netto consolidato, ma con il pagamento minimo di 100 milioni di euro). 
Sarà perché abbiamo maggiori simpatie per lo stile renano e, perché no, giapponese, ma siamo convinti, ma noi non siamo della sua sinistra, che il suo amico rappresenti la peggior specie di manager di stile americano; abile a sfruttare le occasioni che il mercato mondiale offre, ma incapace di fare sistema e valorizzare ciò che ha. La sua esigenza di continui ricatti e continui scontri sono necessari per tenere i lavoratori, i sindacati e la inesistente politica sul filo del rasoio, con l'evidente intenzione di gettare sui  lavoratori tutti i costi e di non avere interferenze dal governo. Allo stesso tempo si mette nelle condizioni di poter dire, in ogni momento, di non aver mantenuto le promesse perché non si sono verificate le condizioni richieste. Altrimenti ci spieghi, sempre che le sia possibile, cosa intendeva dire Jhon Elkann, in un'intervista al Tg2, mai andata in onda " No, ma queste sono tutte domande che poi sono interpretate male. Fatta la domanda così poi dopo qualunque risposta io do non la riesco a rigirare"
Gli avevano solo chiesto se il cuore della Fiat fosse metà americano, metà italiano o in che percentuale?
In effetti, a ben vedere, in questa affermazione c'è qualcosa della sua sinistra... dire e saper rigirare.


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