martedì 20 maggio 2014

Cittadini o sudditi?

Le armate sono pronte per la conquista dell'Europa e i generali, condottieri e signorotti di turno richiamano tutti alla tenzone cercando con cura le parole per riscaldare gli animi e risvegliare i sentimenti: “Ebetino che lecca il c...o alla tedesca”...”io sono oltre Hitler” e poi sul blog, intuita la gravità, posta il discorso di Charlie Chaplin  del finale del film il Dittatore. Un altro sollecita i propri sudditi a votare chiunque purché i buffoni...sempre che si riesca a stabilire chi siano realmente i buffoni! Infine, il più vecchio ed astuto signorotto, risveglia gli animi dei suoi soldati avvertendo che il nemico è composto da “disperati”... e che saranno i suoi, quando si troveranno senza capi e capetti perché tutti ricercati dalla giustizia, fuggiti o incarcerati? Ma un valore particolare (quasi un sapore diverso) ha la frase “pregiudicato esperto a non andare in prigione” indirizzato a Grillo! Lui...che sono venti anni che scappa!
Poi ci sono ex caporali, che si sono proclamati generali, che stanno raccattando sul fondo del barile mercenari dell'ultimo momento ed è difficile capire quale sarà il comportamento durante la battaglia finale. In attesa di Previti, che speriamo arrivi presto per sostituire l’arrestato Romano, presidente del Consiglio regionale della Campania…di fatto, questi, governeranno con la componente di sinistra della destra.
Parlare di politica, interesse dei cittadini, lavoro e futuro non ha senso, meglio promettere processi sommari, pensioni che non saranno mai date (ormai è la centesima barzelletta sentiamo!), dentiere per tutti, soldi in busta che spariranno presto (quanto meno per le tasse) e villaggi turistici per cani e gatti.
Tutti questi condottieri li abbiamo scelti noi e non possiamo, oggi, lamentarcene, però quanto risulta assurda e ridicola l'affermazione di David Lloyd George quando dice che “le elezioni sono la vendetta del cittadino”...semmai parlerei di una castrazione vera e propria!
Se penso che Rousseau, nell'Emilio, poneva il dilemma di decidere tra l'uomo e il cittadino, dovendo combattere la natura o le istituzioni sociali, perché riteneva che l'uno e l'altro insieme non fossero possibili, chissà cosa avrebbe scritto nel vedere dei cittadini trasformati in sudditi...e pure di “signorotti” diversi. Infondo l'unità d'Italia non è mai stata realmente effettuata e figuriamoci se saremo capaci di decidere chi e come vorremmo essere governati, chiusi come siamo nei rispettivi confini di regni diversi.
Qualcuno ha detto o scritto che nei momenti drammatici gli italiani sanno unirsi. Può darsi, ma se il periodo che stiamo attraversando non è considerato drammatico e se, come dice Sciascia, non ci rendiamo conto che la nostra insicurezza e rassegnazione non fa altro che alimentare la sicurezza del potere, allora è da chiedersi cosa siano o quali siano i momenti considerati tali!
Capisco che sia difficile non farsi prendere dallo sconforto e dalla rassegnazione quando ogni giorno si legge di politici in atti di corruzione, tangenti, fughe, arresti o, qualora onesti, che danno segni evidenti di “orgogliosa” ignoranza. Quando si assiste alla farsa, comica, assurda e anche patetica scena di Del Debbio, conduttore di Quinta Colonna, che cerca di “cacciare” Berlusconi dalla trasmissione per non fargli violare la restrizione del rientro a casa entro le 23 e l’assistente personale, la senatrice Mariarosaria Rossi, detta anche “badante”, che raccatta i fogli lasciati in terra dal suo capo/padrone….è roba solo italiana! Ma se è difficile convivere con l'immoralità della politica è anche vero che dovremmo ricordarci ciò che diceva Gherardo Colombo in un'intervista al Corriere della Sera nel lontano 2007: “In Italia quella tra cittadino e legalità è una relazione sofferta, la cultura di questo Paese di corporazioni è basata soprattutto su furbizia e privilegio”...e non parlava solo dei politici!
Il giorno in cui ci renderemo conto che dovremo fare un passo indietro e che non è più tempo di credere ai maghi, oltre a renderci conto che potrebbe essere dato a tutti di raggiungere una vita dignitosa ma non ricca e che al centro della politica deve esserci la persona e non il potere, il denaro e l'interesse personale, allora potremo diventare a tutti gli effetti dei cittadini, combattendo, magari vincendo, una realtà definita intorno agli anni trenta/quaranta da Robert Musil, in L'uomo senza qualità, e attualissima tutt'oggi: “Dinanzi alla legge tutti i cittadini erano uguali, ma non tutti erano, appunto, cittadini”.
Porre la persona al “centro” della politica implica anche Il dovere, da parte della politica, di investire nella scuola e nella ricerca e, da parte dei cittadini, specie i più giovani, la necessità e il piacere di apprendere per poi offrire la loro conoscenza al Paese, oltre che al loro futuro, ma, soprattutto, perché, come scrive Calamandrei: “i meccanismi della costituzione democratica sono costruiti per essere adoprati non dal gregge dei sudditi inerti, ma dal popolo dei cittadini responsabili: e trasformare i sudditi in cittadini è miracolo che solo la scuola può compiere”.

Non ci rimane altra scelta: rimanere sudditi o diventare cittadini veri!

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