giovedì 26 gennaio 2012

Lavoro: normalizzare il privilegio

Forse si capiscono meglio i problemi che affliggono l'Italia, se diamo anche uno sguardo a cosa succede nel mondo...o forse è proprio guardando "anche" al mondo che si capisce che sono "problemi ". Sicuramente da risolvere, ma con parsimonia, neanche con tanta fretta; tutto sommato certe disuguaglianze possono anche essere utili, altrimenti come sarebbe possibile "servire" colossi come la Apple! Ci sono da fare lavori "indegni" e con ritmi disumani? Nessun problema! C'è il capitalcomunismo cinese che tollera aziende come la Foxconn, al cui interno è ammesso ogni sopruso ed ogni violazione dei più elementari diritti della persona. Ma anche in Cina e anche per aziende come la Foxconn arriverà il momento che dovranno fare i conti con le richieste legittime di chi lavora.
Anche loro dovranno fare i conti con il crescente desiderio, per chi lavora, di essere considerata una persona. Tutti quanti faranno come la Foxconn? Sostituiranno con robot il lavoro degli operai? E chi comprerà gli articoli da loro prodotti? Meno lavoratori e meno prodotti potranno essere venduti. E lasciamo perdere la storia, che non ha più nessuna credibilità, che i robot qualcuno li dovrà pure costruire! Oggi le tecnologie applicate abbisognano di sempre minor mano d'opera, per cui il rapporto fra gli occupati e i disoccupati sarebbe sempre a totale svantaggio degli ultimi.
Per la prima volta la Cina ha subito un enorme arresto alla forsennata crescita, dovuta più alle bassissime condizioni salariali e alla assoluta mancanza di tutele dei lavoratori, più che per la loro capacità. Chissà dove produrranno, i grandi imprenditori-vampiri, quando finalmente anche i paesi di facile sfruttamento alzeranno la testa e dovranno fare i conti con la legittimità del bisogno di vita dei propri lavoratori! Forse ritorneranno nei loro paesi di origine? Sono preparati a questa evenienza?
E' con questa ottica, spalmata in tutto il pianeta, che è legittimata la grande apprensione a leggere il rapporto dell'ILO Global Employment Trends 2012: Preventing a deeper jobs crisis.
Nei prossimi 10 anni si dovranno creare "600 milioni di posti di lavoro produttivi per garantire una crescita sostenibile e preservare la coesione sociale". Nel mondo ci sono 200 milioni di disoccupati...un oceano di gente! E' stimato che ogni hanno  la crescita annuale di mano d'opera sia di circa 40 milioni, per cui nei prossimi dieci anni si dovranno creare 400 milioni di nuovi posti di lavoro. Un'ulteriore sfida, e non di poco conto, è la necessità di "creare posti di lavoro dignitoso per circa 900 milioni di lavoratori che vivono attualmente al di sotto della soglia di povertà dei 2 dollari al giorno, specialmente nei paesi in via di sviluppo". 
Prima di passare ad analizzare la situazione nel nostro Paese, però, è da evidenziare che non stiamo parlando di poveri "lontani da noi", ma che la metà dei poveri del mondo sopravvive nei paesi ricchi! Nel rapporto Oxfam si evidenzia che combattere la povertà non è un fatto esclusivamente etico, ma necessario, in quanto è un vero e proprio freno alla crescita economica...tanto per non parlare di nuovo dei robot!
Oggi si legge che il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si auspica che il lavoro non sia un privilegio, ma una normale condizione. Certo, con i dati sopra evidenziati...è difficile non ritenerlo un privilegio! Soprattutto è difficile ritenere che sia a breve scadenza il tempo in cui potrà ritornare ad essere una "normale condizione".
Si è chiesto ai lavoratori sacrifici sulla pensione; si stanno discutendo nuove regole per il mercato del lavoro, perdendo tempo in lunghe e infruttuose discussioni se sia meglio un facile licenziamento per una maggiore occupazione, oppure se si più proficuo non toccare l'art.18, dimenticandosi che la priorità assoluta è " creare lavoro"! In un Paese nel quale si ha un suicidio al giorno fra i disoccupati; in una Nazione nella quale mai si era assistito ad un numero impressionante di imprenditori suicidi; in uno Stato nel quale le corporazioni e le lobby non sanno fare un passo indietro, ci preoccupiamo se la precarietà e la povertà siano più facili da combattere licenziando facilmente o vincolando il "padrone" a non licenziare. Mentre le parti sociali discutono con il Governo, aumentano i poveri, i giovani sono sempre più disoccupati, le donne più casalinghe e i lavori diminuiscono.  Prioritaria è una politica di crescita, che veda riunite tutte le nostre migliori menti e i nostri più bravi esperti per creare "posti di lavoro"...poi si avrà il tempo di "ragionare"! Solo se da parte di chi amministra c'è la consapevolezza che il "lavoro è un diritto" e come tale "deve essere tutelato", che si  potrebbe e si dovrebbe accantonare momentaneamente la contesa delle nuove regole per dare una certezza immediata a chi ne ha bisogno.  
Non si trovano i soldi per un reddito minimo di cittadinanza o di inserimento (o come si voglia chiamare) e poi si legge che, secondo la Guardia di Finanza, nel 2011  sono 50 miliardi di euro i redditi non dichiarati al fisco e 8 miliardi l'Iva evasa! E che sono 7.500 gli evasori totali, sconosciuti al fisco e si tratterebbe di imprese e di lavoratori autonomi che avevano occultato allo Stato redditi per oltre 21 miliardi di euro. Una domanda semplice: ma quante cose si potevano fare con questi soldi? Magari sono imprese che si lamentano dell'elevato costo della mano d'opera o lavoratori autonomi che si lamentano della liberalizzazione della loro categoria.
Difficile poter pensare che il lavoro torni ad essere una normale condizione quando si legge che da Pesaro, e non da Nairobi, sparisce un'intera fabbrica di calzature, da 41 operai, senza che nessuno si accorga di niente. Un nuovo sistema di "licenziamento selvaggio"...far sparire le fabbriche! E non è un caso isolato.
Se consideriamo il lavoratori che operano nell'economia sommersa; quelli che lavorano in aziende al di sotto dei quindici dipendenti o i due milioni di persone soggette alla vergogna delle dimissioni in bianco, i lavoratori a tempo determinato o con contratti atipici, rimane difficile pensare che il problema reale delle imprese sia l'articolo 18. 
Qualcuno obietterà che tutto ciò è stato fatto per ovviare ad una "anomalia tipicamente italiana"! E sia! Per molto tempo gli è stato concesso di agire fuori dalle righe, grazie anche al vecchio governo che si premunì di abrogare la legge del governo Prodi sulle dimissioni in bianco, e con quali risultati? Le cose sono due: o il problema è nell'incapacità di fare impresa, oppure fanno parte di chi ha trovato o troverà la Guardia di Finanza.
Per chi ci legge, suggeriamo l'articolo apparso su Rassegna.it di Luciano Gallino, Quale lavoro per l'Italia
Chi amministra deve rendersi conto che oggi il lavoratore è come una persona che sta cadendo nel vuoto senza una rete di protezione e, purtroppo, senza neanche un elastico alle caviglie!


2 commenti:

  1. Caro Idelbo,
    spero che le sue grida di dolore giungano alle giuste orecchie. Penso comunque che il problema trattato possa essere aggredito solo in ambito internazionale. Per questo spero molto nell'Europa. Ciò non significa che anche in Italia non si possa tentare di costruire un nuovo edificio stando, ben inteso, con i piedi per terra: che fine hanno fatto, per esempio, le 35 ore per cui Bertinotti ha fatto cadere il governo Prodi consegnando il Paese al berlusconismo? Voglio dire che - al di là di facili ideologismi - molti degli attuali membri del governo Monti hanno le carte in regola per poter ben operare.
    In ogni caso davvero un post bello ed interessante. La ringrazio per questo suo lavoro, non facile, di divulgazione di temi di vitale importanza.

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    1. Caro professore,
      non sono un grande estimatore del governo tecnico, ma riconosco che in questo momento era la soluzione giusta per ridare dignità e solidità al Paese. Concordo sul fatto che ci sono membri del governo che hanno le carte in regola. Con i disastri della destra e gli errori della sinistra si capisce il motivo della crisi in cui versa l'Italia e, soprattutto, si capisce quanto per loro sia stato salvifico questo governo!
      Bertinotti è stato un tragico errore e Bersani è la degna continuazione. Per questo motivo, visto che stiamo grattando il fondo, non vedo quale possa essere la paura di lasciare spazio ai giovani emergenti...peggio è impossibile fare!
      Grazie dei complimenti e la saluto cordialmente.

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