lunedì 16 gennaio 2012

Forse, chissà, piccolo è ancora bello!

Nel 2012 la disoccupazione aumenterà  consistentemente e, come sostiene Innocenzo Cipolletta sull'Espresso, occorre "dare una risposta a una crescente domanda di sostegno al reddito". Per rilanciare i consumi, aumentare la fiducia e allentare le tensioni sociali è necessario un sistema di ammortizzatori esteso a tutti. Anche la Cgil rileva che la povertà la farà da padrona durante l'anno in corso, in quanto l'aumento delle tasse ridurrà la capacità di spesa dei cittadini e ciò è esattamente il contrario di quello che richiede una crescita sostenibile. 
Lo scenario che si sta aprendo sul nuovo anno è desolante e le notizie statistiche non sono certamente incoraggianti: secondo l'Istat, la produzione industriale a novembre è aumentata dello 0,3% su base mensile dopo due mesi negativi, mentre cala del 4,1% su base annua. Unitamente ad un sistema di ammortizzatori generalizzato, sarà necessario, anzi, imperativo creare posti di lavoro, per scongiurare il dramma dei suicidi fra i disoccupati: si calcola che nel 2011, in Italia, si sia suicidato un disoccupato al giorno. Ci si preoccupa, giustamente, degli infortuni sul lavoro, ma non si deve dimenticare che queste morti sono causa " della mancanza di lavoro", quindi, unitamente alla "mancanza della sicurezza sul lavoro", sono fonti di tragedie intollerabili e ingiustificabili. 
Un'altra tragedia, che ha avuto un'escalation notevole nello scorso anno, riguarda i suicidi fra i piccoli imprenditori e artigiani: 50 nel solo Veneto! Piccole aziende che davanti alle difficoltà si sono trovate sole e senza la possibilità di un sostegno. Non di rado erano imprese che lavoravano per lo Stato, che chiedeva loro di pagare le tasse, gli stipendi e i contributi, ma si dimenticava di pagare il loro dovuto. Eppure da uno studio della Commissione europea si evince che nel periodo 2002-2010 le piccole e medie imprese hanno contribuito per l'85% alla creazione netta di posti di lavoro nell'Unione europea. E il contributo maggiore (58%) si è avuto nelle microimprese, quelle con meno di 10 dipendenti. Ciò dimostra che le Pmi sono la fonte principale di nuova occupazione e possono essere il trampolino di lancio per la crescita economica. E' per questo che si devono studiare forme di agevolazioni al credito per  sostenerle, potenziarle, svilupparle e farle nascere di nuove. 
Nessuno mette in dubbio l'importanza della grande industria, per l'occupazione, per l'indotto che muove, per le potenzialità finanziarie per  la ricerca e per i brevetti, ma, come spesso è successo in passato, è la Pmi che si sviluppa e cresce e, molto spesso (si ricordi gli anni '90), ha salvato fior di tecnici dalla disoccupazione delle grandi fabbriche.
L'Italia ha sempre avuto il fior fiore delle Pmi, spesso conosciutissime in tutto il mondo, per la loro genialità e coraggio ed è necessario, in questo momento, sostenerle con un più facile accesso al credito e dare loro la possibilità di svilupparsi nelle loro specificità. Nell'immediato è solo attraverso di loro che si possono creare velocemente nuovi posti di lavoro, puntando soprattutto sui giovani. Esistono già forme di aggregazione e partecipazione, per tipologia produttiva o commerciale, ed altre potranno essere studiate, e potrebbero essere questi gli strumenti sui quali puntare per spingere i piccoli imprenditori a unirsi per contenere i costi, anche grazie a forme di finanziamento a progetti collettivi.
Ma se la genialità e il coraggio sono la loro forza, purtroppo la dimensione le rende piuttosto fragili e , come denuncia Antonio Ingroia, procuratore antimafia,  sono le più soggette, in caso di difficoltà,  a ricorrere a prestiti da strozzinaggio finanziati dai mafiosi. La mafia Spa (nei suoi variegati nomi) dispone di circa 100 miliardi di euro e, "davanti ad un sistema bancario inadeguato" , come sostiene Ranieri Razzante, presidente dell'Associazione italiana responsabili antiriciclaggio e consulente  Commissione parlamentare antimafia,  non si fa che "rafforzare il potere della Mafia Spa, intesa come impresa [...] deve essere rimodulato e rivisto urgentemente tutto il sistema creditizio alle piccole e medie imprese per agevolarle sia negli investimenti che nel consolidamento delle proprie attività [...] solo così sarà possibile sottrarle all'aggressione economica delle organizzazioni mafiose".
Lo Stato, da parte sua, dovrà, oltre a far quadrare i suoi bilanci, attivarsi a far quadrare anche i bilanci delle aziende che lavorano per lui, pagando loro, e in tempi giusti, le loro prestazioni.
Forse, chissà, piccolo è ancora bello!



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