lunedì 19 dicembre 2011

Adesso basta!

Volevamo chiudere l'ultimo post, prima di Natale, con qualcosa di ottimistico, con qualcosa che desse speranza, che aprisse uno spiraglio a cui aggrapparsi per convincersi che toccato il fondo non è detto che lo si debba anche grattare...
Abbiamo letto giornali e blog...abbiamo navigato in lungo e largo; abbiamo iniziato almeno tre volte post diversi, ma sempre, come se qualcosa ci bloccasse, doveva essere la "disperazione" l'argomento da trattare. 
Con difficoltà avevamo accantonato il post di Beppe Grillo, Il Veneto degli imprenditori suicidi, perché ci abitiamo da più di vent'anni, e, se anche le origini sono toscane, amiamo in modo particolare questa regione fantastica: poco conosciuta e molto spesso fraintesa. 
Poi c'è capitato di leggere su Giornalettismo, La crisi ti fa suicidare, dove viene dato conto del tasso di suicidi che ha raggiunto la Grecia a causa della crisi economica. Da paese che vantava il più basso tasso di suicidi in Europa,  con il suo 2,8 per 100.000 abitanti, ha quasi raddoppiato tale valore, diventando il Paese con il valore più alto. Un incremento del 40% di suicidi tra gennaio e maggio 2011, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. E tutto questo "nonostante la minaccia della chiesa ortodossa che rifiuta di celebrare il funerale per coloro che si tolgono la vita". Questi disperati, a differenza del Veneto, erano lavoratori terrorizzati dall'impossibilità di pagare i debiti, o dalla disoccupazione o dalla paura di venire licenziati.
Piccoli imprenditori e lavoratori...uniti nel folle gesto di rinunciare alla vita! Perdere la forza della speranza di credere  che sia ancora possibile cambiare... Cambiare cosa? 
Qual'è il filo rosso che unisce identità così diverse, ma accumunate nel tragico gesto del "rifiuto"? Forse il convincimento che le "certezze" erano solo illusioni e che nel bisogno nessuno ti tende una mano. Sentirsi soli, in mezzo a tanti, e umiliati nella loro incapacità di non poter mantenere la famiglia o di tirare avanti l'azienda nella quale è stata spesa tutta una vita. Non avere la forza di guardare negli occhi i figli o i lavoratori e sentire dentro la vergogna del fallimento.
Se questo Paese è ancora in piedi lo si deve alle piccole aziende, che negli anni '90 del secolo scorso hanno tenuto alto il tasso di occupazione; lo si deve al loro se le migliori menti tecniche hanno potuto esprimere il loro potenziale, quando le grandi aziende, distrutte dalla corruzione politica e dall'incapacità dei manager, si smembravano o chiudevano. Lo si deve alle piccole aziende se in questi anni la migliore Italia ha invaso i mercati del mondo; soprattutto, dovremmo ringraziare le piccole e medie aziende, se in questo momento sono le uniche che hanno discrete percentuali di crescita, quando le grandi aziende e le multinazionali presentano costanti valori negativi. 
Se questo Paese è ancora in piedi è perché i lavoratori hanno sempre lavorato e pagato il loro tributo alla crescita dell'Italia. Non sono certo i lavoratori che evadono, che portano i capitali all'estero, che sono coinvolti nella corruzione, che eludono, che fanno prosperare il lavoro nero, che distraggono denaro o che fanno parte della casta della politica. Certo, potremmo anche essere tacciati di facile populismo ma le cose non cambierebbero. D'altronde o si è con la politica o si è con l'anti-politica, oppure realistici e "intellettualmente onesti", come dice il ministro del welfare, Elsa Fornero, oppure pericolosamente disfattisti, se si difendono diritti acquisiti, o se solo si vuole difendere l'articolo 18.
Oggi, il colmo della follia, chi per anni ha lavorato per conquistarsi la giusta pensione è considerato parte di una "lobby sindacale", colpevole di danneggiare i giovani, come se non si parlasse dei nostri figli o nipoti. Dopo anni di lavoro e battaglie, il senatore Ichino, del Pd, ci viene a parlare di flexsecurity alla danese, dimenticandosi di parlare del reddito minimo. Ci viene a dare lezioni di "apartheid fra protetti e non-protetti", quasi fosse colpa dei lavoratori, se governanti incapaci e poco lungimiranti hanno prodotto questo aborto. Ci viene a spiegare che in caso di licenziamento dovrà essere corrisposto un sostanzioso aiuto e un forte investimento nella "riqualificazione mirata", senza spiegare cosa intende per riqualificazione e come intende gestirla. Sa il senatore Ichino come avviene oggi tale riqualificazione? Vuole utilizzare gli stessi strumenti e la stessa struttura?
Certo che il Pd dovrà fare la sua scelta! Non avrà scampo...o sceglierà di stare con i lavoratori o sceglierà la strada del Terzo Polo e della destra! E la Cgil dovrà trarne le conclusioni. 
Non mettiamo in dubbio la sincerità delle lacrime della signora Fornero, specie se pensava ai sacrifici fatti dai suoi genitori, giustamente premiati da legittima pensione, ma non crediamo che in eterno dettino sempre le leggi "intellettualmente oneste" persone tutelate da coperture previdenziali ricchissime, stipendi altissimi o pluristipendi, e che si erigono a mentori di una vita di sacrifici, non sapendo nemmeno il significato di tale parola. L'Europa chiede i sacrifici? Certo facciamoli...ma si deve avere i necessari attributi per far pagare tutti, altrimenti di fantocci, la politica, ne ha a sufficienza e non era necessario ricorrere ai professori!
Crediamo che sia arrivato il momento che si torni a scelte di campo chiare e inequivocabili e non è più pensabile che esista una destra e una sinistra simil destra...o una sinistra terzopolista. Qualcuno insiste a dire che oggi non ha più significato destra o sinistra...ma una cosa è certa...l'unica che è cambiata è la sinistra, perché la destra è rimasta sempre tale e quale!
E' arrivato il momento di dire: Adesso basta!




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