Ogni
tempo e ogni persona ha i propri eroi ed è giusto che anche il nostro giovane
Presidente del Consiglio li abbia: gli imprenditori.
Uomini
coraggiosi che decidono di rimanere, investire e lavorare in un paese anormale,
gestito da una politica corrotta, cialtrona e assoggettata alla finanza e
capace di ubbidire solo a chi ha la visione di un mondo governato da pochi
ricchi che abbiano la possibilità di gestire milioni di strumenti adibiti alla
loro ricchezza.
Sia
chiaro e lo voglio ribadire, sono convinto che la maggioranza degli
imprenditori siano persone normali, oneste e che vogliano fare impresa, ma non
capisco che chi è al governo li chiami eroi, quando questi imprenditori
combattono ogni giorno contro una politica che li spolpa con le tasse, che non
crea servizi di supporto al fare impresa, che non ha una politica industriale
degna di un paese civile, che non riesce a contenere l'economia illegale e
ritiene l'economia sommersa quasi un bene accessorio alla crisi! E' indubbio
però che ci sono anche molti imprenditori disonesti su cui dover fare
affidamento, che a loro volta
ingurgitano anche gli onesti, se vogliono sopravvivere, alimentando con i
politici una corruzione di 80 miliardi di euro. Sta di fatto, comunque,
che molti di questi eroi non hanno esitato a delocalizzare per poter sfruttare
a proprio vantaggio lavoratori di paesi che non avevano nessun diritto da
accampare o usufruendo di governi compiacenti nel far sfruttare condizioni
disumane di lavoro. Certo è che il momento non aiuta a sottilizzare su chi sia
eroe o meno, quindi perché fare leggi o decreti per obbligare i nuovi eroi a
riportare in Italia i soldi nascosti nei paradisi fiscali? Perché rompergli le
scatole per perseguirli a non evadere? In fondo solo quest'ultima voce oscilla
intorno ai 180 miliardi di euro!
Quindi
una domanda sorge spontanea: “Ma se questi sono gli eroi, chi sono i cattivi da
combattere?”. Ovvio, i lavoratori!
Se
agli eroi vengono concessi diritti per depredare il paese, per arricchirsi in
modo sfrenato e sfruttare legittimamente, è evidente che la battaglia deve
concentrarsi sui piranha che difendono il diritto al lavoro; sui disfattisti e
perditempo che pretendono il diritto allo sciopero o, addirittura, che
“esigono” una vita dignitosa.
Non
ci possono essere eroi contrapposti, quindi se l'eroe è chi ruba, il derubato è
il cattivo di turno, perciò per far combaciare le due metà ai lavoratori è necessario
togliere ogni diritto e distruggere il mito dei miti: l'art.18!
Per
far ripartire il paese è determinante che gli eroi vincano e che il loro capo,
il presidente di Confindustria, dichiari che finalmente il "Job Act ci soddisfa moltissimo”. E' necessario che
i sindacati, per anni asserragliati a difendere i loro privilegi, o si
prostituiscano al padrone di turno o, per avere ancora diritto a sopravvivere,
tentino un timido e riverente dissenso...e Landini, si metta il cuore in pace,
è un eroe fuori tempo!
Per
uno come me, che ha sempre parteggiato per gli indiani contro le giacche blu
(chissà se Salvini mi vorrà un po' di bene!) e che ha sistematicamente perso,
gli eroi sono i disoccupati, i giovani senza lavoro, i capi famiglia a cui è
stata tolta la dignità di mantenerla e i poveri...e purtroppo riconosco che gli
anni non mi hanno insegnato a vivere e vincere! Ma questa è la vita e fino a
quando la rassegnazione o il pericolo del meno peggio condizionano le scelte di
chi subisce quotidianamente la politica-melma, non rimane che aspettare una
nuova presa di coscienza; non rimane che scrivere e denunciare, nella speranza
che i giovani (ma anche i meno giovani!) rinuncino a porre la loro volontà
nelle mani dei maghi dell'ultimo momento e decidano di voler partecipare alla
costruzione del loro futuro.
Certo
non è impresa facile, considerato il livello di chi fa politica: Renzi, Salvini
o Berlusconi? Santanché o Moretti? Picerno o Gelmini? Titani della peggior
politica di destra, nel cui ventaglio è compreso tutto ciò che c'è di peggio:
chi ritiene che tutto si possa comprare, mercificando pure l'anima; che
l'estetica è preminente all'etica; che per un voto in più è giustificato
scatenare i più bassi istinti. La scelta rimane comunque a destra oppure a
destra!
Visto
che ho sempre parteggiato per i perdenti,
da tempo ho lasciato il Pd, che pur di raccogliere voti e vincere si è regalato
alla destra, copiando il peggior Berlusconi nel suo leader, tanto che
Sacconi può dire “Il mio progetto attuato dal Pd”! Ma c'è
una cosa che non sopporto, la falsità e l'ipocrisia.
Non
sopporto Cuperlo, che non vuole fare il rappresentante della minoranza di
sinistra in un partito di destra e rimane al suo posto a prendersi lo
stipendio; non sopporto Civati, che fa finta di minacciare e rimane al suo
posto a prendersi lo stipendio; non sopporto Bersani che non lascia “la casa”
ma promette battaglia, tanto si prende lo stipendio; non sopporto Fassina, che
tra una sparata e l'altra, rimane a prendersi lo stipendio. E i lavoratori cattivi attendono e soffrono che loro decidano e si riempiano le tasche.
Certo però dovrò rivedere le mie convinzioni perché non solo ho sempre sbagliato da che parte stare, ma sono sempre stato convinto che per gestire la "cosa pubblica" più che santi, maghi o eroi sarebbero bastate persone normali e un po' oneste...perdente e utopistico!
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