sabato 13 dicembre 2014

L'antipolitica è figlia della non politica

L'arcivescovo di Campobasso e capo della commissione episcopale sul lavoro della Cei, monsignor Giancarlo Bregantini, ha detto che: “E' più eversivo un politico corrotto di un antipolitico onesto”, forse in risposta al Presidente della Repubblica, che aveva affermato che:” (l'antipolitica) è la più grave delle patologie cui siamo chiamati a far fronte”.
Ritengo un'inutile perdita di tempo cercare chi abbia ragione...tristemente ce l'hanno entrambi!
Prima di entrare nel merito, ritengo necessario inserire anche l'argomento della “violenza”, soprattutto sul web, argomento molto caro al Presidente della Repubblica, ai politici e ai benpensanti del momento, consapevole che ”leggendo questa si risponde ai due illustri personaggi”!
Che sul web ci sia anche violenza non ci sono dubbi; che dietro il presunto anonimato e lontani dall'essere visti si scatenino le peggiori forme di  offese, fino alla vigliaccheria, è consolidato, ma è altrettanto indubbio che sullo stesso web ci sono ottimi articoli, bellissimi post e intelligenti pagine di facebook. Dire che la rete è violenta è come dire che tutti i politici sono corrotti...(forse in questo caso penalizzo troppo la prima!)...facendo di ogni erba un fascio.
Consapevole che la parola “democrazia” non ha più senso, infondo pure la “costituzione” la vogliono rendere simile, perché svuotata dei suoi elementi costitutivi come il confronto e il dialogo, guardando e non ascoltando il confronto a Piazza Pulita  tra il presidente del Pd, Orfini, e il giornalista del Fatto Quotidiano, Gomez, mi chiedevo quale differenza di violenza c'era con ciò che mi era successo facendo un commento su un post abbastanza noto. Pur concordando con l'autore sui contenuti, rilevavo che bisognava fare attenzione all'utilizzo delle parole e ai toni utilizzati perché si poteva correre il rischio di riscaldare troppo gli animi: contando i “vaffa”, “muori”, “comunista”, “fascista”, “democristiano” ed evitando le offese censurabili, credo che sia stato il commento che ha avuto il maggior interesse. Oggi, che sia un dibattito televisivo o una pagina di facebook, l'importante è alzare la voce, non far parlare, buttare tutto in caciara. Non servono i contenuti per fare ascolto e per attirare l'attenzione...l'importante è la violenza verbale!
Quando Giorgio Napolitano, i politici e giornalisti di grido richiamano l'attenzione sulla troppa violenza sul web, perché non lo fanno anche per le trasmissioni televisive, dove gli stessi politici e giornalisti si scannano senza far capire, i conduttori gongolano per gli indici di ascolto e non per i contenuti offerti e pregano perché uno di loro offenda o lasci lo studio stizzito o minacci di menare le mani? 
Ma se il web è violento, ed infondo usa solo lo scritto, che certamente arriva a tantissime persone, non è più violento chi procura un danno economico e fisico a milioni di persone “rubando” soldi pubblici? Non è violenza continuata non aver fatto niente per 22 anni contro la corruzione incalzante, l'evasione fiscale e l'esportazione di capitali in paradisi fiscali? Se la classe politica è lo specchio del paese allora è giusto ritenere che che la violenza sul web è sua figlia legittima!
Basterebbe porsi domande banali per quanto semplici:” Ma se per anni le persone perdono il lavoro, se i giovani rimangono degli istruiti disoccupati, se i poveri aumentano e se la soglia della povertà è sempre più ingolfata e, nel contempo, si vedono fiumi di denaro utilizzati in corruzione e si legge di tangenti astronomiche versate nel Mose e nell'Expo; se illustri personaggi smentiscono per poi patteggiare; se i maggiori partiti sono travolti nel malaffare romano (evito “mafia” per far contento Ferrara che non la ritiene tale perché non vede i morti sul marciapiede!); se decine di miliardi di euro vengono evasi; se decine di miliardi di euro vengono nascosti in paradisi fiscali; se le banche ricevono soldi dall'Europa e anziché aiutare le aziende in crisi si tengono la liquidità per una possibile seconda crisi (e non è finita ancora la prima!), sarà o no logico pensare che la gente, stressata dai sacrifici, pensi che allora i soldi c'erano e che sono stati rubati; sarà legittimo aspettarsi rabbia da chi non ha i soldi per tirare avanti e vede centinaia di miliardi di euro sparire per la voracità di politici, affaristi e imprenditori senza scrupoli e il susseguirsi di governi non intenzionati a combattere spietatamente l'origine dei mali'”?
Certo, non è giusto generalizzare e non si deve distruggere tutto, soprattutto la violenza non paga, ma chi si erige a moralizzatore deve avere il coraggio di condannare le cause scatenanti, deve avere la forza di denunciare i crimini e i criminali perché ormai la gente è stanca, sfiduciata, rassegnata, impaurita, disperata e arrabbiata e la violenza, che è sempre alla porta, potrebbe diventarne compagna.
In un clima di questo genere hanno vita facile gli imbonitori di piazza, i politici rozzi e scaltri che cavalcano gli istinti più bassi alla ricerca del facile consenso e non è utopistico pensare che l'antipolitica diventi la “politica” del futuro. Mi è veramente difficile capire se c'è stata politica negli ultimi vent'anni!
Napolitano, quindi, ha ragione quando dice che ci sarà da combattere una delle più gravi patologie, ma ha torto quando dalla sua posizione non denuncia “la sofferenza della gente normale a causa della patologia della non politica”; le persone hanno il diritto di sentire vicino il proprio Presidente della Repubblica e alla grave denuncia dell'antipolitica dovrebbe seguire la stessa grave denuncia della non politica.
Se emotivamente non posso non concordare con l'arcivescovo di Campobasso, ritengo però che gli antipolitici onesti, che sono tantissimi, dovrebbero avere il dovere di mettere al servizio della politica la loro onestà e, usando tutti i mezzi “forti” a disposizione, trasformare la non politica in altra politica. Bisogna avere la consapevolezza che se oggi siamo in questa situazione una buona parte di responsabilità è anche dei cittadini, che hanno delegato le loro volontà a indegne persone, cedendo alle lusinghe di chissà quale paradiso futuro, ragionando solo con la pancia.
Per cambiare non servono eroi, ma persone perbene che abbiano il coraggio e il sostegno di tutti nella lotta alla corruzione, all'evasione e all'arricchimento illegale; non servono le contrapposizioni di chi le utilizza a proprio vantaggio, ma la consapevolezza che solo attraverso una vita dignitosa per tutti si avrà equità e si potrà far ripartire l'economia e la vita civile.

Non ci sono alternative: l'antipolitica si combatte solo con "altra politica"!

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