L'arcivescovo
di Campobasso e capo della commissione episcopale sul lavoro della Cei,
monsignor Giancarlo Bregantini, ha detto che: “E' più
eversivo un politico corrotto di un antipolitico onesto”, forse in risposta
al Presidente della Repubblica, che aveva affermato che:” (l'antipolitica) è
la più grave delle patologie cui siamo chiamati a far fronte”.
Ritengo un'inutile perdita di tempo cercare chi abbia ragione...tristemente ce
l'hanno entrambi!
Prima
di entrare nel merito, ritengo necessario inserire anche l'argomento della
“violenza”, soprattutto sul web, argomento molto caro al Presidente della
Repubblica, ai politici e ai benpensanti del momento, consapevole che ”leggendo
questa si risponde ai due illustri personaggi”!
Che
sul web ci sia anche violenza non ci sono dubbi; che dietro il presunto
anonimato e lontani dall'essere visti si scatenino le peggiori forme di offese, fino alla vigliaccheria, è
consolidato, ma è altrettanto indubbio che sullo stesso web ci sono ottimi
articoli, bellissimi post e intelligenti pagine di facebook. Dire che la rete è
violenta è come dire che tutti i politici sono corrotti...(forse in questo
caso penalizzo troppo la prima!)...facendo di ogni erba un fascio.
Consapevole
che la parola “democrazia” non ha più senso, infondo pure la “costituzione”
la vogliono rendere simile, perché svuotata dei suoi elementi costitutivi
come il confronto e il dialogo, guardando e non ascoltando il confronto a
Piazza Pulita tra il presidente
del Pd, Orfini, e il giornalista del Fatto Quotidiano, Gomez, mi chiedevo quale
differenza di violenza c'era con ciò che mi era successo facendo un commento su
un post abbastanza noto. Pur concordando con l'autore sui contenuti, rilevavo
che bisognava fare attenzione all'utilizzo delle parole e ai toni utilizzati
perché si poteva correre il rischio di riscaldare troppo gli animi: contando i
“vaffa”, “muori”, “comunista”, “fascista”, “democristiano” ed
evitando le offese censurabili, credo che sia stato il commento che ha
avuto il maggior interesse. Oggi, che sia un dibattito televisivo o una pagina
di facebook, l'importante è alzare la voce, non far parlare, buttare tutto in
caciara. Non servono i contenuti per fare ascolto e per attirare
l'attenzione...l'importante è la violenza verbale!
Quando
Giorgio Napolitano, i politici e giornalisti di grido richiamano l'attenzione
sulla troppa violenza sul web, perché non lo fanno anche per le trasmissioni
televisive, dove gli stessi politici e giornalisti si scannano senza far
capire, i conduttori gongolano per gli indici di ascolto e non per i contenuti
offerti e pregano perché uno di loro offenda o lasci lo studio stizzito o
minacci di menare le mani?
Ma
se il web è violento, ed infondo usa solo lo scritto, che certamente arriva a
tantissime persone, non è più violento chi procura un danno economico e fisico
a milioni di persone “rubando” soldi pubblici? Non è violenza continuata non
aver fatto niente per 22 anni contro la corruzione incalzante,
l'evasione fiscale e l'esportazione di capitali in paradisi fiscali? Se la classe politica è lo specchio del paese allora è giusto ritenere che che la violenza sul web è sua figlia legittima!
Basterebbe porsi domande banali per quanto semplici:” Ma se per anni le persone
perdono il lavoro, se i giovani rimangono degli istruiti disoccupati, se i
poveri aumentano e se la soglia della povertà è sempre più ingolfata e, nel
contempo, si vedono fiumi di denaro utilizzati in corruzione e si legge di
tangenti astronomiche versate nel Mose e nell'Expo; se illustri personaggi
smentiscono per poi patteggiare; se i maggiori partiti sono travolti nel
malaffare romano (evito “mafia” per far contento Ferrara che non la ritiene
tale perché non vede i morti sul marciapiede!); se decine di miliardi di euro
vengono evasi; se decine di miliardi di euro vengono nascosti in paradisi
fiscali; se le banche ricevono soldi dall'Europa e anziché aiutare le aziende
in crisi si tengono la liquidità per una possibile seconda crisi (e non è
finita ancora la prima!), sarà o no logico pensare che la gente, stressata dai
sacrifici, pensi che allora i soldi c'erano e che sono stati rubati; sarà
legittimo aspettarsi rabbia da chi non ha i soldi per tirare avanti e vede
centinaia di miliardi di euro sparire per la voracità di politici, affaristi e
imprenditori senza scrupoli e il susseguirsi di governi non intenzionati a
combattere spietatamente l'origine dei mali'”?
Certo,
non è giusto generalizzare e non si deve distruggere tutto, soprattutto la
violenza non paga, ma chi si erige a moralizzatore deve avere il coraggio di
condannare le cause scatenanti, deve avere la forza di denunciare i crimini e i
criminali perché ormai la gente è stanca, sfiduciata, rassegnata, impaurita,
disperata e arrabbiata e la violenza, che è sempre alla porta, potrebbe
diventarne compagna.
In
un clima di questo genere hanno vita facile gli imbonitori di piazza, i
politici rozzi e scaltri che cavalcano gli istinti più bassi alla ricerca del
facile consenso e non è utopistico pensare che l'antipolitica diventi la
“politica” del futuro. Mi è veramente difficile capire se c'è stata politica
negli ultimi vent'anni!
Napolitano,
quindi, ha ragione quando dice che ci sarà da combattere una delle più gravi
patologie, ma ha torto quando dalla sua posizione non denuncia “la sofferenza
della gente normale a causa della patologia della non politica”; le persone hanno il diritto di sentire vicino il proprio Presidente della Repubblica e alla grave denuncia dell'antipolitica dovrebbe seguire la stessa grave denuncia della non politica.
Se
emotivamente non posso non concordare con l'arcivescovo di Campobasso, ritengo
però che gli antipolitici onesti, che sono tantissimi, dovrebbero avere il
dovere di mettere al servizio della politica la loro onestà e, usando tutti i
mezzi “forti” a disposizione, trasformare la non politica in altra politica. Bisogna avere la
consapevolezza che se oggi siamo in questa situazione una buona parte di
responsabilità è anche dei cittadini, che hanno delegato le loro volontà a
indegne persone, cedendo alle lusinghe di chissà quale paradiso futuro, ragionando solo con la pancia.
Per
cambiare non servono eroi, ma persone perbene che abbiano il coraggio e il
sostegno di tutti nella lotta alla corruzione, all'evasione e all'arricchimento
illegale; non servono le contrapposizioni di chi le utilizza a proprio vantaggio, ma la consapevolezza che solo attraverso una vita dignitosa per
tutti si avrà equità e si potrà far ripartire l'economia e la vita civile.
Non ci sono alternative: l'antipolitica si combatte solo con "altra politica"!
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