Ho
ascoltato il discorso di fine anno del Presidente del Consiglio, che pareva più un messaggio promozionale, e tra i tanti slogan mi ha colpito quando si è
paragonato ad Al Pacino, nel film “Ogni maledetta domenica”, sentendosi
l'allenatore di un Paese spento e privo di ambizione. E' indubbio che la
recitazione l'accomuna all'attore americano, ma ad un livello qualitativo
veramente imbarazzante. Alla mediocrità e all'arroganza da oggi uniremo pure la
presunzione...soprattutto quella di voler impunemente prendere in giro le
persone. E' talmente indecente sentirlo parlare...che pensare di credergli
diventa un'oscenità!
Mi
prendo la libertà di riportare un passo del discorso motivazionale di Al Pacino, tanto caro al giovane fiorentino, e lo voglio dedicare ai giovani messi all'angolo, ai lavoratori occupati e
disoccupati e a tutte le persone che lottano ogni giorno per “vivere” o
“sopravvivere”...a quelli che Renzi non considera eroi:
“...sapete
con il tempo, con l'età, tante cose ci vengono tolte, ma questo fa parte della
vita. Però tu lo impari solo quando quelle cose le cominci a perdere e scopri
che la vita è un gioco di centimetri, e così è il football. Perché in entrambi
questi giochi, la vita e il football, il margine di errore è ridottissimo.
Capitelo. Mezzo passo fatto un po' in anticipo o in ritardo e voi non ce la
fate, mezzo secondo troppo veloci o troppo lenti e mancate la presa. Ma i
centimetri che ci servono, sono dappertutto, sono intorno a noi, ce ne sono in
ogni break della partita, ad ogni minuto, ad ogni secondo. In questa squadra si
combatte per un centimetro, in questa squadra massacriamo di fatica noi stessi
e tutti quelli intorno a noi per un centimetro, ci difendiamo con le unghie e
con i denti per un centimetro, perché sappiamo che quando andremo a sommare
tutti quei centimetri il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la
sconfitta, la differenza fra vivere e morire. E voglio dirvi una cosa: in ogni
scontro è colui il quale è disposto a morire che guadagnerà un centimetro, e io
so che se potrò avere un'esistenza appagante sarà perché sono disposto ancora a
battermi e a morire per quel centimetro. La nostra vita è tutta lì, in questo
consiste. In quei 10 centimetri davanti alla faccia, ma io non posso obbligarvi
a lottare. Dovete guardare il compagno che avete accanto, guardarlo negli
occhi, io scommetto che ci vedrete un uomo determinato a guadagnare terreno con
voi, che ci vedrete un uomo che si sacrificherà volentieri per questa squadra,
consapevole del fatto che quando sarà il momento voi farete lo stesso per lui.
Questo è essere una squadra signori miei. Perciò o noi risorgiamo adesso come
collettivo, o saremo annientati individualmente”.
Domani,
a mezzanotte, brinderò per il risveglio dei tanti illusi renziani e perché i lavoratori
ritrovino la voglia di lottare; alzerò il calice perché i giovani, dopo aver
analizzato o provato il “sistema danese”, tanto caro a Ichino, aprano gli occhi
e facciano sentire la loro voce. Quindi, per non correre rischi, romperò il
bicchiere e lo dedicherò al Pd, per la demenza dimostrata; alle micro-cellulle
di sinistra, divise e rancorose che, mentre si dilungano nei loro ritiri di
crescita spirituale, danno via libera a figuri di ogni genere, ingurgitando
dosi massicce di viagra per eccitarsi ai risultati ottenuti dai loro “compagni”
greci e spagnoli; e guai dimenticarmi
di Vendola, sempre più poeta e sempre meno politico.
Se
per il giovane premier il 2015 dovrà essere all'insegna del “ritmo” per me, per noi,
dovrà essere all'insegna della “consapevolezza”...che niente è impossibile!
BUON ANNO A TUTTI VOI!
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