martedì 10 novembre 2015

I lupi e la politica

Il termine politica deriva dal greco pòlis (città-Stato) e indica l'insieme delle cose della città, gli affari pubblici (res publica).
Originariamente il senso della politica non indica l'esercizio di un potere qualsiasi sugli uomini, ma solo quel tipo di potere (Arisotele) che esercitandosi su uomini liberi e uguali si fonda sul loro consenso e ha per fine il bene non solo dei governanti, ma anche dei governati.

Tranquilli non è una noiosa lezione sulla politica, ma solo alcune considerazioni su di essa  tanto per capire cosa sia successo, negli anni, per averla resa una porcheria simile a quella che stiamo subendo.
Per Aristotele e Tommaso D'Aquino la politica era considerata come una dimensione naturale dell'uomo, la sola che può garantire le condizioni entro cui può realizzarsi la pienezza della vita umana...(e qui la mano diventa pesante sulla tastiera).
Secondo Hobbes, invece,  è una costruzione artificiale dell'uomo per garantire la sicurezza della sua vita...(e qui le cose potrebbero complicarsi perché qualcuno potrebbe anche disquisire se si tratta di “uomo che governa” oppure “uomo governato”!).
Quello che è certo, comunque, che qualunque sia l'idea che ognuno di noi ha della politica e per quanto si dichiari che non interessa o che è da tempo che non ce ne occupiamo, nessuno di noi può scegliere o meno di farla...perché vivere e decidere in una comunità obbliga a decisioni che riguardano noi e coinvolgono anche altri. Questo, signori, è fare politica! L'unica cosa che ci è concessa è la diversità della scelta del verso in cui indirizzare le nostre azioni, che tengano conto  o meno di far partecipare e con uguali opportunità gli altri  alla vita della comunità. Volenti o nolenti siamo obbligati a fare politica e il risultato, pessimo per ora, ma forse buono per il futuro, è ritrovare la consapevolezza che la “politica siamo noi”!
Siamo noi. Questo dobbiamo ritrovare!
Sandro Pertini diceva: “La moralità dell'uomo politico consiste nell'esercitare il potere che gli è stato affidato al fine di perseguire il bene comune
Siamo noi che decidiamo l'uomo politico che ci deve moralmente guidare...e se non l'abbiamo fatto noi...possiamo anche ribaltare le scelte imposte dall'alto..NOI! Ma  se la malapolitica perversa, rimane e prospera di cosa ci lamentiamo? Se noi abbiamo il potere di scelta e non lo facciamo di cosa ci lamentiamo!?
Per quanto si scelga Aristotele o Hobbes, che sia luogo in cui realizzare la pienezza della vita o artificio per garantire la sua sicurezza, com'è possibile che uomini intelligenti e pensanti abbiano concesso a pochi omuncoli corrotti e disonesti di imporci le loro condizioni...di obbligarci a vivere senza decidere! Di trasformarci in pecore al servizio di pochi lupi.
Siamo ormai talmente abituati all'ovile che poi diventerà sempre più difficile pretendere le “condizioni per una vita dignitosa” perché, come scriveva T.Fuller, “E' follia per le pecore a parlare di pace con un lupo”!




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