Devo
ammetterlo, non è facile governare un paese come il nostro, dove si privilegia
lo slogan alla discussione; dove passa persino inosservato il cambiamento degli
stessi da “cambiare verso” a “passo dopo passo” e fra un po',
magari, a “meglio di niente”.
Ormai
non fa più differenza e non suscita meraviglia se il ministro Boschi dichiara che grazie
alle riforme sul lavoro “c'è già un aumento dell'occupazione” e l'Istat
dirama dati assolutamente contrapposti. Per risparmiare soldi, considerato che
oggi è possibile dire impunemente bugie e cialtronerie, chiuderei pure l'Istat
come ente propagatore di notizie contro governative e covo di gufi.
E'
certo, comunque, che se tra i grandi partiti (PD e PD+L) è lotta ad
asserragliarsi al centro ed è difficile capire le diversità di linguaggio
politico, mischiandosi in una sorta di
melma uniforme, anche i cosiddetti movimenti di protesta stanno cercando
di uniformarsi, non solo nel linguaggio, ma anche nelle cialtronerie.
La
Lega Nord, nelle vesti del suo illustre segretario, non ha più da anni la
spinta propulsiva (ammesso che l'avesse!) e, ancora peggio, non ha più idee.
Ciò porta ovviamente a sopravvivere con battute e slogan squallidi, razzisti e
al limite della decenza.
Ovviamente
un giovane segretario deve per forza proporre qualcosa di nuovo, visto che tra
l'altro viene designato come uno dei papabili sostituti di Berlusconi: andare
alla conquista del Sud, con movimenti che siano collegati alla Lega (solo
“collegati”...per non imbastardire la razza!), quindi è necessario cercare
bersagli nuovi per sostituire i “terroni”. Che c'è di meglio degli
extracomunitari!? Ma serve un look diverso, allineato ai tempi, e ci
pensa il grande Tosi che lo definisce il nuovo Gandhi (un extracomunitario), solo per aver detto di
non pagare le tasse, tentando pateticamente di trasformare una boiata leghista
in una sorta di disubbidienza civile gandiana. Non so perché, ma ho la sensazione che la scelta di Gandhi
sia stata fatta per il suo messaggio subliminale: come extracomunitario del
Sudafrica, per altro anche
contestatore, finalmente se n'è tornato al suo paese (fora de ball) a fare casino! Chissà se
tra i miei amici riuscirei a trovarne uno che mi chiamerebbe Robin Hood se
esortassi la gente a rubare ai ricchi!
Un
vero leader di destra deve saper dare segnali forti ai suoi elettori e a
quelli dei propri alleati e deve dimostrare carattere e attributi: quindi
sguinzaglia Borghezio tra le “facce pulite” di Casapound e vola in Corea del
Nord per imparare da un giovane e folle dittatore come non avere criminalità, a
mantenere pulite le città e ad avere boschi meravigliosi.
Certo
non va meglio per il M5S, che con Grillo, per tentare di galleggiare ad ogni costo, è costretto ogni
giorno a sparate demenziali, copiando in malo modo la Lega nei farneticanti
attacchi agli extracomunitari e nel tentativo di ritagliarsi uno spazio nella
destra con forti sfumature fasciste.
Se
della Lega non me ne frega niente di una sua eventuale estinzione, devo ammettere
che del M5S mi dispiacerebbe e non tanto per Grillo e Casaleggio, ma per ciò
che sarebbe potuto diventare se il comico genovese avesse avuto l'intelligenza
di giocare meno al dittatore e si fosse dedicato a far crescere i giovani. Il
suo problema, per non parlare del socio,
sta nella consapevolezza di essere “debole” per cui gli è difficile
accettare all'interno del movimento “personaggi” intelligenti, ambiziosi e
volenterosi di confrontarsi. Il “verbo” del padrone è comandamento e l'unico
organo di divulgazione il suo blog; la crescita consentita è l'appiattimento al
pensiero del capo e su questo e a differenza di Salvini, bisogna riconoscerlo,
non aveva necessità di farsi una full immertion in Corea del Nord.
Sui
partiti/microcellule di sinistra, compresa la lista Tsipras, stendo un velo
pietoso per la loro insignificante, assurda e patetica presenza.
Qualcuno
si chiederà “ma a questo non gliene va bene uno”! Decisamente no.
Purtroppo
oggi il livello politico e morale è ad un livello così basso e il concetto di
benessere collettivo così latitante che è difficile sentirsi parte di qualcosa
e trovo talmente ovvio ciò che ha scritto C.W Brown: "poiché i criteri morali hanno la precedenza sull'interesse personale, vari politici e vari imprenditori hanno trasformato l'interesse personale in un criterio morale", che riconoscersi in un partito o
movimento attuale mi ripugna.
Sempre
lo stesso “qualcuno” dirà che è troppo facile mettersi fuori e criticare.
Assolutamente si. Anzi, aggiungo che è deprimente, ma siccome le mie
stupidaggini le ho fatte negli anni passati quando addirittura votai per
Bertinotti, prima che causasse il prematuro avvento di Berlusconi e che oggi fa
coming out e riconosce di essersi rovinato frequentando i salotti romani
e, addirittura, sembrerebbe non essere poi così di sinistra; siccome faccio
parte di quegli elettori che si sono tappati il naso ed hanno votato per esigenza
di partito, fino alla distruzione dello stesso, e consegnandolo in mano a dei
bambocci incompetenti e non di sinistra, è obbligo farsi da parte per non fare
ulteriori danni. Ma ciò non
implica che non sia anche un mio dovere gridare al lupo per tenere alta
l'attenzione e fare in modo che i giovani abbiano la possibilità di scegliere
bene e, soprattutto, che sappiano scegliersi il futuro e non subirlo.
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