Avevo inserito il discorso di Papa Francesco, Terra, casa e lavoro per tutti, fatto ai partecipanti all'incontro mondiale del Movimenti Popolari, nella sezione "Articoli di altri", ma ritengo giusto, oltre che un piacere, dedicargli un post e riportare alcuni stralci del discorso perché sono un vecchio uomo che crede ancora in certe battaglie, forse per alcuni solo utopie, che si sono perse con la sinistra e le ascolto solo con il Papa.
Potrà sembrare una contraddizione, ma stimo molto il coraggio di questo Uomo, che non teme l'ostilità di molta parte della Chiesa e non so cosa riuscirà a cambiare, ma è certo che ha dato una ventata nuova...che se l'avesse procurata la sinistra...forse le cose lette in questo discorso sarebbero oggi meno utopia.
"...Quando
la speculazione finanziaria condiziona il prezzo degli alimenti trattandoli
come una merce qualsiasi, milioni di persone soffrono e muoiono di fame.
Dall’altra parte si scartano tonnellate di alimenti. Ciò costituisce un vero
scandalo. La fame è criminale, l’alimentazione è un diritto inalienabile. So
che alcuni di voi chiedono una riforma agraria per risolvere alcuni di questi
problemi e, lasciatemi dire che in certi paesi, e qui cito il compendio della
Dottrina sociale della Chiesa, “la riforma agraria diventa pertanto, oltre che
una necessità politica, un obbligo morale (CDSC, 300)"...
"...Per
favore, continuate a lottare per la dignità della famiglia rurale, per l’acqua,
per la vita e affinché tutti possano beneficiare dei frutti della terra..."
"...L’ho
già detto e lo ripeto: una casa per ogni famiglia..."
"...Oggi
ci sono tante famiglie senza casa, o perché non l’hanno mai avuta o perché
l’hanno persa per diversi motivi. Famiglia e casa vanno di pari passo! Ma un
tetto, perché sia una casa, deve anche avere una dimensione comunitaria: il
quartiere ed è proprio nel quartiere che s’inizia a costruire questa grande
famiglia dell’umanità, a partire da ciò che è più immediato, dalla convivenza
col vicinato. Oggi viviamo in immense città che si mostrano moderne, orgogliose
e addirittura vanitose. Città che offrono innumerevoli piaceri e benessere per
una minoranza felice ma si nega una casa a migliaia di nostri vicini e
fratelli, persino bambini, e li si chiama, elegantemente, “persone senza fissa
dimora”. È curioso come nel mondo delle ingiustizie abbondino gli eufemismi.
Non si dicono le parole con precisione, e la realtà si cerca nell’eufemismo.
Una persona, una persona segregata, una persona accantonata, una persona che
sta soffrendo per la miseria, per la fame, è una persona senza fissa dimora;
espressione elegante, no?..."
"...Continuiamo a lavorare affinché tutte le famiglie abbiano una casa e affinché tutti i quartieri abbiano un'infrastruttura adeguata (fognature, luce, gas, asfalto, e continuo: scuole, ospedali, pronto soccorso, circoli sportivi e tutte le cose che creano vincoli e uniscono, accesso alla salute - l'ho già detto - all'educazione e alla sicurezza della proprietà..."
"...Non esiste peggiore povertà materiale - mi preme sottolinearlo - di quella che non permette di guadagnarsi il pane e priva della dignità del lavoro. La disoccupazione giovanile, l'informalità e la mancanza di diritti lavorativi non sono inevitabili, sono il risultato di una previa opzione sociale, di un sistema economico che mette i benefici al di sopra dell'uomo, se il beneficio è economico, al di sopra dell'umanità o al di sopra dell'uomo, sono
effetti di una cultura dello scarto che considera l’essere umano di per sé come
un bene di consumo, che si può usare e poi buttare. Oggi
al fenomeno dello sfruttamento e dell’oppressione si somma una nuova
dimensione, una sfumatura grafica e dura dell’ingiustizia sociale; quelli che
non si possono integrare, gli esclusi sono scarti, “eccedenze”. Questa è la
cultura dello scarto..."
"...Oggi
si scartano i bambini perché il tasso di natalità in molti paesi della terra è
diminuito o si scartano i bambini per mancanza di cibo o perché vengono uccisi
prima di nascere; scarto di bambini. Si
scartano gli anziani perché non servono, non producono; né bambini né anziani
producono, allora con sistemi più o meno sofisticati li si abbandona
lentamente, e ora, poiché in questa crisi occorre recuperare un certo
equilibrio, stiamo assistendo a un terzo scarto molto doloroso: lo scarto dei
giovani. Milioni di giovani — non dico la cifra perché non la conosco
esattamente e quella che ho letto mi sembra un po’ esagerata — milioni di
giovani sono scartati dal lavoro, disoccupati. Nei
paesi europei, e queste sì sono statistiche molto chiare, qui in Italia, i
giovani disoccupati sono un po’ più del quaranta per cento; sapete cosa significa
quaranta per cento di giovani, un’intera generazione, annullare un’intera
generazione per mantenere l’equilibrio. In un altro paese europeo sta superando
il cinquanta per cento, e in quello stesso paese del cinquanta per cento, nel
sud è il sessanta per cento. Sono cifre chiare, ossia dello scarto. Scarto di
bambini, scarto di anziani, che non producono, e dobbiamo sacrificare una
generazione di giovani, scarto di giovani, per poter mantenere e riequilibrare
un sistema nel quale al centro c’è il dio denaro e non la persona umana. Nonostante
questa cultura dello scarto, questa cultura delle eccedenze, molti di voi,
lavoratori esclusi, eccedenze per questo sistema, avete inventato il vostro
lavoro con tutto ciò che sembrava non poter essere più utilizzato ma voi con la
vostra abilità artigianale, che vi ha dato Dio, con la vostra ricerca, con la
vostra solidarietà, con il vostro lavoro comunitario, con la vostra economia
popolare, ci siete riusciti e ci state riuscendo… E, lasciatemelo dire, questo,
oltre che lavoro, è poesia! Già
ora, ogni lavoratore, faccia parte o meno del sistema formale del lavoro
stipendiato, ha diritto a una remunerazione degna, alla sicurezza sociale e a
una copertura pensionistica..."
"...Parliamo
di terra, di lavoro, di casa. Parliamo di lavorare per la pace e di prendersi
cura della natura. Ma perché allora ci abituiamo a vedere come si distrugge il
lavoro dignitoso, si sfrattano tante famiglie, si cacciano i contadini, si fa
la guerra e si abusa della natura? Perché in questo sistema l’uomo, la persona
umana è stata tolta dal centro ed è stata sostituita da un’altra cosa. Perché
si rende un culto idolatrico al denaro. Perché si è globalizzata
l’indifferenza! Si è globalizzata l’indifferenza: cosa importa a me di quello
che succede agli altri finché difendo ciò che è mio?"
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