martedì 12 novembre 2013

I potenti

C'era una tavolata a questa cena.
Tutti raccontavano storielle
di un genere o di un altro,
alcuni erano attori
di talento, registi di successo, scrittori,
e mi dava un lieve 
fremito essere in tale
distinta compagnia.
Infine, ci fu una pausa,
e ne approfittai per raccontare qualcosa
che non era esattamente una storiella.
Qualcosa che è capitato a me.

Non facevo sul serio
ma al tempo stesso lo facevo,
cercando di spiegare
cosa mi era accaduto, cosa
può accadere
all'improvviso nella vita di ciascuno,
qualcosa che fa pensare,
qualcosa su cui meditare.
Immagino che fosse 
una specie di parabola
ispirata da decenni
della mia vita in strada.
Poi terminai.
Ci fu silenzio.
Nessuno assentì o dissentì
e quindi, di colpo, ricominciarono
tutti insieme
straparlando
di miserie.
Il cameriere appariva
e scompariva,
dessert e libagioni,
ulteriori storielle
allusive o no,
le candele tremolavano
sotto vetro,
sguardi fissi e sperduti,
labbra spalancate,
bocche sorridenti,
mani gesticolanti,
questi erano le menti di talento
che istruivano la nostra società,
queste le menti di talento
che istruivano la loro società.
Ero circondato da merda
di talento.
(Charles Bukowski)

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