A volte non si da peso ai termini utilizzati e si tende ad uniformare concetti profondamente diversi fra loro. Nel mondo del lavoro niente è casuale, anzi, i nuovi termini indicano compiutamente i nuovi atteggiamenti, spesso con un significato tragicamente semi-nascosto. Su Lavoro, consumismo e nuove povertà, scrive Zygmunt Bauman:" Lo spettro della fragilità e della precarietà incombe su qualsiasi tipo di occupazione [...] nessuna categoria è garantita contro la perdita del lavoro. E nessuna è protetta contro quel fenomeno che fino a poco tempo fa veniva definito 'disoccupazione a lungo termine', ma che più spesso, e giustamente, tende ad essere descritto come 'esubero di personale'. Se lo stato di 'disoccupazione', anche di lunga durata, suggeriva una fase transitoria della vita lavorativa, l' 'esubero' suggerisce un'idea più chiara della vera natura della distruzione di posti di lavoro oggi in atto, che la fa apparire come una catastrofe irreversibile, come una vita a senso unico verso una discarica..."
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