giovedì 4 aprile 2013

Non serve solo la speranza!

Quello che colpisce, in questo periodo (ma ormai anni!) di vergognosa politica, è la docilità e la pazienza dei cittadini. Sembriamo rimbambiti, privi di una pur minima parvenza di dignità, in attesa che qualcuno pensi per noi...siamo arrivati ad accettare anche Grillo, quasi novello salvatore, e anche davanti all'evidenza della sua inconsistenza e nullità...speriamo ancora! 
Ormai siamo al suicidio dell'intelligenza, se ancora si tollerano i giochi di chi, come Berlusconi, pur di salvarsi sbraita e urla per avere il Quirinale, fregandosene del benessere dei cittadini; se si accetta che Renzi, Veltroni, Letta e amici vari possano fare i loro giochetti, a discapito di Bersani, guardando ad un'ipotesi di accordo con la destra.
Bersani non è un genio, non mi è gradito, non lo avrei  mai votato a cose normali, ma se Grillo avesse avuto un minimo di cervello, sicuramente si sarebbero potute fare alcune conquiste interessanti; forse qualche intervento importante nel campo del lavoro e della ripresa economica, tanto per rispondere urgentemente alle necessità delle persone, poi, perché no, tornare a votare. Ma, quanto meno, con una legge elettorale nuova, con regole ferree a moralizzare la politica e, soprattutto, con rapporti diversi cittadini-potere.
Quando leggo che Bertinotti, sul suo blog, scrive che sarebbe una buona cosa dare la presidenza del Consiglio ad un esponente del M5S, così che sia obbligato alla gestione politica, non si parla più di suicidio, ma di liquefazione della materia grigia. Scusi Fausto...danni ne ha già fatti a sufficienza, per cortesia, si goda l'immeritata pensione!
Noi abbiamo già sufficienti problemi con l'eredità che ha contribuito a lasciarci; siamo sufficientemente irritati per l'ottusità di chi ha concorso  a far sì che "dieci saggi" decidano la strada da intraprendere, tanto un governo l'abbiamo! Ma quale!? Quello della banda Monti?
E la sinistra? Le microcellule con la puzza sotto il naso, con la bocca piena di grandi parolone, pronte all'uso per discolparsi del loro fallimento, sono dedite a cercare occulti   nemici e a scoprire pericolose trame nei loro confronti. Il fallimento è di altri...a loro, sacerdoti del sapere, è dato il compito di proteggere le massime filosofie. Loro non sbagliano...non sono capiti! 
Mentre questi signori si dilettano nelle loro strategie, si dimenticano di fare politica e, soprattutto, se ne infischiano della gente, naturalmente ben pagati, i disoccupati aumentano, i poveri pure, i giovani rimangono senza lavoro e il lavoro diventa una sorta di gioco del tipo "ricerca del tesoro". D'accordo, mi sono sbagliato, non è un problema di liquefazione della materia grigia...perché non ce n'è! 
Alberto Capece Minutolo nel suo post, La speranza contro la paura. Il welfare e il reddito di cittadinanza, riporta un articolo del giornalista e scrittore George Monbiot, del quale ne suggerisco la lettura, dove si chiede le ragioni per cui la gente (i più) accetta che siano fatte leggi ingiuste ed inique da parti dei pochi che sono al potere...soprattutto indica la necessità di trovare il modo per lottare contro queste iniquità...ma ritine che sia  necessario che in ognuno di noi si rinnovi la "scintilla della speranza".
Pochi al mondo, per sete di ricchezza, hanno impoverito nazioni, sfruttato popoli, usurpato ricchezze di altri e affamato i molti. Hanno sfruttato la terra al di là di ogni possibilità, e non per far mangiare tutti, ma per ingozzare qualcuno. I governi, in molti casi complici, di questa barbarie non sono in grado di far fronte alla grave crisi economica causata dai "ricchi" per cui non rimane che farla pagare ai malati, ai disoccupati, ai giovani senza lavoro, alle famiglie e ai lavoratori. E' necessario risparmiare sui pochi diritti acquisiti, come pensioni, scuola, sanità e welfare; è determinante minare il diritto al lavoro, le garanzie acquisite, le certezze delle tutele, affinché il lavoro non sia più un ostacolo all'arricchimento dei soliti, ma uno strumento da utilizzare solo in caso di necessità.
Si parla di crisi della famiglia, dei drammi avvenuti in seguito alla perdita della figura del padre (quanto si è scritto!), ma a nessuno interessa trovare rimedi. La centralità della famiglia è minata al suo nascere se il padre non ha la certezza del lavoro, se ai figli viene negato il futuro e se alle donne non viene data la facoltà di essere donne e madri. In una società attiva sette giorni su sette, che non conosce pause e riposi, dove i servizi sono per lo più eseguiti da donne, è sempre più frequente che i turni di lavoro non facciano coincidere i tempi della famiglia. Una commessa che lavora tutti i sabati, e spesso anche la domenica, non è facilitata nel suo compito di madre. E, sempre che lo abbia, anche qualora le venga dato il riposo infrasettimanale, difficilmente lo potrà condividere con la famiglia. Un tempo c'era almeno la domenica! 
Non si può parlare continuamente di "crescita", perché si sono superati ampiamente i limiti di tolleranza; è il caso, semmai, di inventare lavori futuri che riparino ai danni procurati dallo sfruttamento eccessivo. 
Per avere un futuro è necessario che il diritto ad una vita dignitosa sia il fondamento di chi governa e, ad esempio, il reddito di base (o reddito di cittadinanza) non deve essere considerato un privilegio, ma un diritto alla sopravvivenza. Inoltre gli individui "non sarebbero costretti dalla disperazione tra le braccia di datori di lavoro senza scrupoli, la gente lavorerà se le condizioni sono buone e pagate il giusto, ma si rifiuterà di essere trattata come un mulo".
Se quella in corso è una vera e propria "guerra economica da parte dei ricchi contro i poveri",  non serve solo una scintilla di speranza, ma è necessaria la consapevolezza e la determinazione a riprendersi in mano la vita; serve la convinzione che l'aiuto dobbiamo darcelo e che non esistono eroi o tribuni che ce lo daranno. Un tempo c'era la sinistra...ma non possiamo attendere che esca dal suo assurdo letargo. 
Sta a noi diventare di nuovo attori del nostro futuro.








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