sabato 29 settembre 2012

La barca Italia e i marinai del Pd

Siamo talmente presi dalle  lettere di Lavitola a Berlusconi e dalle vicende che stanno colpendo il nostro Paese, che rischiano di passare inosservati dati drammatici  che toccano da vicino le persone. 
In effetti ha qualcosa di quasi morboso scoprire che Berlusconi è ciò che abbiamo sempre pensato, anzi, ancora di più!

 Non meraviglia che Fini, non più affezionato al suo sdoganatore, lo chiami "corruttore"; che la Prestigiacomo sia "disgustata" del Pdl e che si metta alla ricerca di un'allocazione che le garantisca di continuare a fare i propri interessi. Non ci pensano nemmeno a ritirarsi...il "loro" senso di dignità li porta a riciclarsi. Tutti sapevano...tutti tacevano...adesso o cambi maglia oppure ti conviene gridare forte, mescolare le carte e alzare polveroni in modo che non si possa vedere con chiarezza la schifezza propinata per anni come "partito delle libertà"! L'unica vera libertà era data al suo fondatore: gestire il potere per i suoi interessi e intrallazzi, forte del silenzio delle sue ancelle e dei suoi paggi. Il partito di corte! Il partito che ha partorito, meglio, che a legalizzato la non politica e, peggio ancora, la politica del "self service money". 
Scoppia lo scandalo nella regione Lazio, permettendo alla Polverini (tanto cara al Pd!) l'arroganza delle ultime nomine; il boccone non è ancora entrato nello stomaco, che spunta il caso Piemonte ed Emilia-Romagna e ancora stavamo ruminando il caso Lombardia.
Il governo dei tecnici, quello che si è trovato così bene a governare che quasi quasi lo vorrebbe fare ancora, si indigna e chiede di porre rimedio...di espellere gli amministratori coinvolti nella cattiva gestione! Sono ingenui i professori! Si parlerebbe di decine di migliaia di persone che dovrebbero essere cacciate da ogni possibile nomina pubblica...a  cominciare da deputati e senatori. Diventerebbe un fenomeno sociale...cosa gli faremmo fare? Ma scherziamo?...Chi si prenderebbe cura del popolo dei "barboni politici"? Poi, probabilmente, si creerebbe anche un problema organizzativo: c'è un numero sufficiente di giovani per sostituire le vere sanguisuga del Paese? 
Se al Pdl spetta l'onore del primato dello sfascio, al Pd il secondo posto non glielo toglie nessuno: inesistente come opposizione; penoso come contenuti; ridicolo come centro di aggregazione dei malumori; umiliante come partito! Ha preso batoste da ogni parte; ha annaspato a crearsi un'identità; si è logorato a darsi un'unità e poi, neanche ora che il Pdl sta velocemente morendo, riesce a darsi un'unità di intenti. Ogni giorno implode su se stesso e, come gigante di argilla, cade a pezzi....anzi...si spezzetta in micro entità litigiose, incapaci di parlarsi, di progettare una piattaforma che abbia come centro propulsore la persona, il lavoro, il futuro di chi, fino ad oggi, ha subito le loro incapacità e la fattiva collaborazione a distruggere l'Italia...senza dimenticarci della vergognosa partecipazione ad appropriarsi dei soldi del loro datore di lavoro: il popolo!
Le giovani promesse del Pd, ormai quasi nonni, hanno ben imparato la lezione, di come si sta a cavallo del potere e di come ci si deve muovere; hanno preso strade diverse (o sono stati obbligati) e se ancora  un barlume di speranza non l'abbiamo spenta per la Serracchiani e per Pippo Civati, con Ivan Scalfarotto si è grattato il fondo (sempre che ci fosse ancora qualcosa da grattare). Non ci riferiamo alla scelta di appoggiare Renzi, di per sé già una delusione, ma per ciò che scrive  sul suo blog: "Le proposte economiche di Renzi riescono a coniugare la necessità  di non far pagare tutto il conto ai lavoratori con proposte concrete per il sistema delle imprese. Mettere al centro il merito, semplificare, rendere l'Italia un luogo attrattivo per gli investimenti stranieri, accettare l'ineluttabilità della riforma delle pensioni e la necessità di regole semplici e universali per il mercato del lavoro non sono posizioni di destra. Sono strumenti diversi e nuovi rispetto a quelli tradizionali, per raggiungere obiettivi di sinistra: equità, dignità, una società nella quale ciascuno possa sostenere le proprie aspirazioni".
Al di là del fatto che abbiamo un concetto di sinistra diverso, perché nel Dna di Scalfarotto i geni sono molto ex democristiani, è difficile pensare che il progetto del senatore Ichino, anch'egli approdato con Renzi (ormai ultima spiaggia), possa considerarsi il progetto per creare equità e dignità; difficile immaginare in che modo possa essere considerato architrave di una società nella quale ciascuno possa sostenere le proprie aspirazioni. Forse, ma è solo una malignità, le concede ad una piccola, preparata, ben protetta ed appoggiata élite.  Ci piacerebbe, se ciò non creasse danni notevoli ai lavoratori, che già troppo hanno sofferto, valutare l'impianto del lavoro di Ichino davanti a manager finanzieri come Marchionne (con il quale il "rottamatore/innovatore" dichiara di stare "senza se e senza ma"!). Il dubbio, convinti di fare un peccato veniale, è quello di considerare che la scelta è dettata dalla consapevolezza che il sindaco di Firenze è vincente, davanti al cavallo azzoppato Bersani. Altrimenti ci piacerebbe anche sapere (ci scusiamo di battere lo stesso chiodo!) come possa accumunare Scalfarotto alla senatrice Binetti nella lotta ai diritti dei gay...visto che entrambi vedono in Renzi il Pd che vorrebbero. 
Mentre le vecchie mummie si rifanno le bende e i giovani faraoni si ungono d'olio, si leggono i tragici dati di un'Italia che muore: 

  • nuovi poveri sono 988mila; 1.247mila disoccupati in più; 421.mila nuovi cassa integrati. Tra il 2007 e il 2012 i consumi reali delle famiglie italiane hanno registrato una flessione del 4,4%. Nel 2012 è prevista una contrazione del Pil attorno al 2,5%, mentre nel 2013 dovrebbe avere una caduta dello 0,2%
  • Nel 2011 105mila piccole imprese commerciali sono state costrette a chiudere; nel solo Veneto, nei primi tre mesi del 2012, hanno cessato l'attività oltre 4000 imprese. 
A fronte di questi dati, con quale sistema di impresa pretende di dialogare Renzi, Scalfarotto e Ichino? La flexsecurity obbliga a delle detrminate condizioni e pretendere di trasportare (non siamo bravi neppure a copiare!) il sistema danese nel nostro Paese è solo una macroscopica cialtroneria! E nei prossimi post valuteremo la flexsecurity e come il lavoro dovrebbe essere concepito nelle aziende.
Per chi scrive, il lavoro deve essere al centro di una piattaforma di sinistra e se gli investitori stranieri non vengono in Italia non è a causa del costo del lavoro o dell'eccessiva protezione dei diritti dei lavoratori, ma  è della politica, che ha creato un paese dove l'illegalità è stata legalizzata. 
La politica di questi ultimi anni è stata capace di trasformare la nave-Italia in una barca sgangherata e, non contenti, i marinai si son venduti pure i remi e le vettovaglie. L'impresa del Pd doveva essere la messa in porto, per riparazione, di questa barca, ma anziché creare osmosi fra esperti marinai, ma ormai vecchi e privi di forze, con giovani marinai, i primi farebbero affondare la nave piuttosto che cedere il timone e i secondi vorrebbero guidarla, pur non sapendo quale sia la prua e quale la poppa. Anzi, rubando la similitudine a Luciano Gallino sulla flessibilità, invece di governare la barca nella tempesta in corso, litigano per il logo da mettere sulla vela!






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