sabato 26 marzo 2011

STORIE DI ORDINARIA ASSURDITA'

A seguito del rimpasto di governo, viene nominato ministro Saverio Romano, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione. Senza considerare le parole poco lusinghiere ( per usare un eufemismo!) che lo stesso ha scritto su Facebook nei riguardi di Berlusconi e solo pochissimo tempo fa. Il Quirinale muove le dovute e giuste obiezioni. La Lega, che spesso finge di indossare la candida veste, non muove nessuna obiezione, anzi, si presume che abbia concordato tale nomina. Quando si dice i giochi di potere!
 Non è trascorso molto tempo da quando Bossi dava del "mafioso" a Berlusconi, ma era il tempo che loro non erano al governo e il buon premier ancora non aveva elargito a dovere. Non è pensabile che nel Pdl non ci siano persone degne, capaci e responsabili che possano ricoprire il ruolo offerto all'indagato Romani e, qualora obbligati per favori precedenti, com'è credibile un governo che "deve" dare un posto di comando ad una tale persona.

Sul Fatto Quotidiano leggiamo della condanna inflitta ai dodici lavoratori di Agile, società venduta per un euro da Eutelia a Omega, la beffa di Eutelia, condannati i lavoratori.
Secondo i magistrati la frode perpetrata da Samuele Landi, titolare di Eutelia è "colossale". Non solo ha lasciato a casa migliaia di persone, ma si è intascato milioni di euro di commesse ed è latitante a Dubai. Solo suo fratello è in galera per bancarotta fraudolenta.
I dodici operai, come riporta il testo della sentenza, "avevano invaso arbitrariamente, al fine di occuparlo, l'immobile di proprietà della società" e scatta, visto che erano in gruppo, il concorso di persone. I dodici dipendenti avevano "invaso" per portare in evidenza il loro piccolo problema: non avevano più il lavoro. E' d'obbligo evidenziare che non impedivano il normale svolgimento del lavoro degli altri dipendenti. 
Da una parte un criminale che ha rubato e distrutto il lavoro a migliaia di persone e se la gode a Dubai con il suo sport preferito; dall'altra un manipolo di lavoratori, che hanno compiuto il crimine di difendere un loro diritto e cioè il lavoro. La ciliegina sulla torta sta nel fatto che la denuncia degli operai è stata fatta, molto probabilmente, dal paradiso di latitanza. In sintesi, gli operai sono stati condannati a tre mesi di reclusione convertiti in una pena pecuniaria di 7.600 euro e cioè quanto ognuno di loro prende di cassa integrazione in un anno. Ci sono mestieri e professioni che, per un dettato quasi divino, non conoscono l'onta del licenziamento o della disoccupazione, per cui non possono capire lo stato d'animo di chi invece ne è soggetto  e fra questi, purtroppo, ci sono anche i giudici. Noi concordiamo con i  dodici lavoratori condannati quando asseriscono che si sentono "truffati dall'azienda, ingannati dalle istituzioni e, adesso, traditi anche dalla legge".

L'ultima notizia la leggiamo su La Stampa, stanchi dei genitori che vogliono insegnarci il mestiere, a proposito di 5 professori che hanno chiesto il trasferimento dal liceo Parini di Milano, per le continue liti con i genitori degli studenti. In pratica i professori vengono insultati dai genitori perché i loro figli prendono brutti voti e, a loro dire, è colpa dei professori, che gettano sui ragazzi le loro frustrazioni, oltre ad essere impreparati. Certo è che il liceo Parini non è sconosciuto alle cronache, con i suoi studenti troppo liberali, la Zanzara, o troppo idioti, come quelli che lo allagarono, ma che gli sia concesso anche di avere un nuovo modello di educatore, quello "del genitore con pargolo a carico e con tutta probabilità il Suv in doppia fila" ci sembra sinceramente eccessivo. Sta di fatto che alcuni insegnanti hanno già chiesto il trasferimento e altri si sono messi in malattia, per valutare quello che succederà. A niente è servito il tentativo di mediazione del preside. 
Fare il genitore è il mestiere più difficile che esista, se poi si deve fare anche un lavoro per tirare avanti la famiglia, le difficoltà aumentano; figuriamoci se si vuole anche controllare i professori, allora diventa impossibile fare bene tutte e tre le cose. Nessuno disconosce la necessità di riformare la scuola, e su questo blog ci siamo molte volte espressi in tal senso, ma quando si parla di meritocrazia non la si intende solo per i professori, ma anche per gli studenti. E non siamo certi che questo sia gradito a molti genitori. Tutti abbiamo avuto figli a scuola e poche volte abbiamo sentito genitori dare un sereno giudizio sui cattivi voti dei propri figli: un incidente di percorso, mancanza di volontà, incapacità o altro, invece, quasi sempre, o si cercano scuse assurde o la colpa è degli insegnanti che non sanno fare il loro mestiere o che non sanno prendere per il verso giusto i propri figli. Mai una volta abbiamo sentito un genitore  mettersi in discussione, proprio nella sua funzione di genitore. Forse è arrivato il tempo che ognuno faccia di nuovo il proprio mestiere e lasciare agli organismi interessati la valutazione professionale degli insegnanti.


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