In qualche recente post ci chiedevamo come facesse il Veneto a sopportare ancora la leadership della Lega e, soprattuto, ci chiedevamo come fosse possibile che si rispecchiasse con gli atteggiamenti e le parole del Senatùr. Stamani abbiamo letto l'articolo di Giulia Zanotti, Bossi contestato, e pubblicato su Nuova Società, circa il pessimo pernottamento a Calalzo di Cadore offerto a Bossi e Calderoli dai loro ex sudditi.
Prima hanno dovuto spostare in altro locale i festeggiamenti per il compleanno di Tremonti, dopo aver annullato, nel pomeriggio, il tradizionale discorso farsa dell'Umberto padano, perché lo attendeva una folla infuriata, con bandiere listate a nero e guidate dal presidente della Provincia di Belluno.
Nei giorni successivi, sia Bossi che Calderoli sono stati costretti a stare chiusi in albergo: appena uscivano, partivano fischi e insulti. Tutto ciò a obbligato il leader del Carroccio a fare in fretta e furia i bagagli e tornarsene a casa.
Non sappiamo se queste contestazioni facciano parte dell'anti-politica, ma siamo convinti che i deliri del Senatùr siano sempre meno apprezzati, specie nel Veneto. Chi conosce questa regione sa molto bene che la sua gente è molto pratica e, per quanto paziente, poi, vuole i risultati. E la Lega non solo non ha prodotto risultati e pesantemente deluso gli elettori, ma si stanno rendendo conto che il loro magico leader sta anche invecchiando e, purtroppo, anche in malo modo.
Non riusciamo, e abbiamo tentato, a scindere il Bossi uomo dal politico e non riusciamo a vederne i contorni perimetrali: sono inscindibili. Bossi è stato un grande, forse anche intelligente, opportunista e quando gli è stato chiesto di fare il leader...non è stato all'altezza. Ha cercato di fare quello che hanno fatto tutti i politici di un certo livello e cioè quello di mettere nei posti che contano i propri uomini; cerca di farsi sostituire dal figlio; vede il suo tramonto, ma non riesce a capire che è il momento di mollare...e, sicuramente, preferirà farsi affondare, magari con il suo collega del disastro, Silvio Berlusconi, perché sa bene che questa sarebbe la sua fine politica.
Prima hanno dovuto spostare in altro locale i festeggiamenti per il compleanno di Tremonti, dopo aver annullato, nel pomeriggio, il tradizionale discorso farsa dell'Umberto padano, perché lo attendeva una folla infuriata, con bandiere listate a nero e guidate dal presidente della Provincia di Belluno.
Nei giorni successivi, sia Bossi che Calderoli sono stati costretti a stare chiusi in albergo: appena uscivano, partivano fischi e insulti. Tutto ciò a obbligato il leader del Carroccio a fare in fretta e furia i bagagli e tornarsene a casa.
Non sappiamo se queste contestazioni facciano parte dell'anti-politica, ma siamo convinti che i deliri del Senatùr siano sempre meno apprezzati, specie nel Veneto. Chi conosce questa regione sa molto bene che la sua gente è molto pratica e, per quanto paziente, poi, vuole i risultati. E la Lega non solo non ha prodotto risultati e pesantemente deluso gli elettori, ma si stanno rendendo conto che il loro magico leader sta anche invecchiando e, purtroppo, anche in malo modo.
Non riusciamo, e abbiamo tentato, a scindere il Bossi uomo dal politico e non riusciamo a vederne i contorni perimetrali: sono inscindibili. Bossi è stato un grande, forse anche intelligente, opportunista e quando gli è stato chiesto di fare il leader...non è stato all'altezza. Ha cercato di fare quello che hanno fatto tutti i politici di un certo livello e cioè quello di mettere nei posti che contano i propri uomini; cerca di farsi sostituire dal figlio; vede il suo tramonto, ma non riesce a capire che è il momento di mollare...e, sicuramente, preferirà farsi affondare, magari con il suo collega del disastro, Silvio Berlusconi, perché sa bene che questa sarebbe la sua fine politica.
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