martedì 19 luglio 2011

Quando la bassa qualità professionale e morale fa politica.

Da un pò di tempo sosteniamo che l'unico modo per ridurre i costi della politica e per ridare un minimo di credibilità alla Camera e al Senato sia quello di cambiare il sistema elettorale, in modo che sia data al cittadino la possibilità di poter mandare a casa un eletto che non risponda alle promesse fatte o che sia implicato in un qualche malaffare. Oggi abbiamo letto molti articoli a riguardo su illustri testate giornalistiche e scritti da illustrissimi personaggi che, più o meno, ruotano intorno allo stesso problema.

Non è simpatico continuare a scrivere sempre le stesse cose, ma la situazione in cui si trova il Paese, il bassissimo livello raggiunto dalla nostra politica  e l'egoismo criminale dei "compari" dei partiti, ci obbligano a non mollare la presa. Anzi, ci stimola a continuare a denunciare, raccogliendo la maggior quantità di scritti possibili, in modo che chi ci legge abbia una panoramica chiara della situazione. I mercati hanno reagito male alla presentazione della finanziaria, perché? Lo scrive sinteticamente Luca Ridolfi su La stampa, Rassegnati alle troppe tasse : 
" Quasi tutti gli analisti hanno individuato tre punti deboli della manovra. Primo: è di entità risibile nel 2011-2012, mentre diventa draconiana solo nel 2013-2014, il che significa che i suoi effetti certi sono minimi, mentre gli effetti significativi non sono certi (gli impegni del 2013-2014 molto difficilmente potranno essere onorati, visto che non si sa nemmeno chi dovrà farlo: dalla fine del 2012 saremo in campagna elettorale). Secondo: una componente della manovra, quella fiscale, non solo è spostata avanti nel tempo, ma è di contenuto sconosciuto, in quanto affidata a delega fiscale. Terzo: la manovra è troppo incisiva dal lato delle entrate (tasse) , e lo è troppo poco dal lato delle uscite ( spesa pubblica)". E' indubbio che è una manovra che non aiuta la crescita, specie se si valuta che il Total Tax Rate è al 68,6% e che non esiste nessun paese sviluppato che raggiunga tali valori; se poi si pone l'attenzione in che ambiente  lavorano le nostre aziende, allora diventa ovvio pensare che  sono bravissime che riescano a farlo e un miracolo che ancora restino in Italia. 
Visto che i sacrifici sono richiesti ai cittadini e ai "fannulloni" del pubblico impiego che, quanto meno, almeno le tasse sono obbligati a pagarle, dal momento che prendono uno stipendio, vorremmo ricordare al ministro Brunetta che nell'agosto 2008 disse che la crisi era ormai alle spalle e tralasciamo ciò che asserivano Berlusconi e Tremonti, senza dimenticarci di Scajola, altrimenti si rischia la farsa. Però una cosa ci preme ricordare a Brunetta: dal primo gennaio ad oggi, su 28 venerdi in calendario, quelli con sedute in Aula sono stati 2! ( Leggete l'articolo di S.Rizzo G.A.Stella sul Corriere della Sera, La Casta paghi. Qualche idea...).  In senato, invece, dal 12 gennaio L'Aula è stata convocata 68 giorni su 198 e MAI di venerdi. Nel 2010: mai di venerdi. Non era il caso di mandare una visita ispettiva? Sempre sullo stesso articolo, gli autori fanno un confronto coi costi pro-elettore: negli Usa ogni americano spende 5,10 euro l'anno, ogni italiano 27,40 . E' vero che poi negli Usa ci sono i parlamenti statali, ma in California, ad esempio, c'è un parlamentare ogni 299mila abitanti, contro i 124mila della Lombardia e i 10.659 del Molise.
Sulla La Voce, a cura di Massimo Bordignon, L'egoismo dei politici, si legge:"C'è un'interessante letteratura, al confine tra la teoria economica e la scienza politica, che si domanda quale sia la retribuzione ottimale dei politici. Politici meglio pagati avrebbero maggiori incentivi a comportarsi bene; e un buon stipendio eviterebbe che la politica resti un mestiere solo per chi se lo può già permettere. Dall'altra parte, alte remunerazioni potrebbero attrarre persone di bassa qualità, professionale e morale, che vedono nella politica una possibilità di affermazione che gli è negata nel competitivo settore privato". Ora, è mai possibile che nel nostro caso si sia verificata solo la seconda ipotesi? E' statisticamente impossibile che non ce ne sia almeno una piccola parte della prima opzione! Fino a pochi giorni fa eravamo convinti che c'era una minoranza di brave persone impossibilitate a lavorare...adesso abbiamo la quasi certezza che le dita di una mano sono una cifra folle! Dopo gli emendamenti notturni per salvaguardare i loro "soldini", effettuati da compari del Pdl con l'appoggio delle marionette del Pd, e con il silenzio di tutti gli altri, salvo un solo caso...almeno quello che risulta ufficialmente; e per non parlare delle minacce sollevate dai 22 deputati-avvocati, e con l'appoggio del ministro della Difesa, La Russa, di non votare la manovra se non si fossero revocate le norme che riducono i privilegi della casta degli avvocati, diventa difficile pensare che la seconda opzione non riguardi i nostri politici. E tutto questo a seguito del richiamo del Presidente della Repubblica alla coesione nazionale.
Ernesto Galli della Loggia, sul Corriere della Sera, Interesse collettivo, quella virtù perduta, scrive:" Si avverte sempre più diffusa l'impressione che il nostro futuro è ormai un futuro in declino [...] E' il fatto che gli esponenti della destra, i suoi ministri, non sanno mai dire una parola, mai compiere un gesto, mai trovare un'occasione simbolica che trasmetta un messaggio di serietà e di coerenza, di preoccupazione per l'interesse collettivo, magari anche contro il proprio; un gesto che sia testimonianza di sollecitudine per l'identità della nazione e il suo futuro" E riferendosi al caso dei 22 deputati-avvocati e al carattere politicamente miserabile di questi signori si chiede che cosa abbia fatto il ministro Alfano, neo segretario del Pdl: "Nulla. Assolutamente nulla [...] E' così, mi domando, che si difende la dignità della politica, l'interesse generale? E' così che si dà un esempio di serietà al Paese, che gli si dà un segnale di quel rinnovamento dello spirito pubblico di cui la difficile condizione economica fa avvertire ancora di più a molti il bisogno?". Francamente se la destra piange la sinistra non ride, visto come si sta muovendo, però, ad onor del vero, i due maggiori partiti hanno dei simpatici segretari; il primo prepara le battute a Crozza, quando dice le sue memorabili battute del tipo"non siamo mica qui ad asciugare gli scogli!"; il secondo non è da meno quando dice "Che vuole un partito degli onesti!".
Vogliamo terminare la nostra lunga panoramica con un grande studioso, Giovanni Sartori, che sul Corriere della Sera, Citrullaggini e confusione sul sistema elettorale, che dopo aver fatto un'analisi dei vari sistemi elettorali dalla prima Repubblica in poi, dopo aver spiegato sia il Mattarellum che il Porcellum, dopo aver elencato le varie stramberie dette e lette, e dopo aver chiarito che un eventuale ritorno al proporzionale oggi avrebbe uno sbarramento del 4% scrive: "Tra le tante ragioni che impediscono al nostro Paese di rimettersi in piedi c'è la citrullaggine elettorale e cioè l'incapacità di adottare un sistema di voto che funzioni e che, di conseguenza, consenta alla politica di funzionare [...] mi ha colpito che anche Bersani, tra le tante stramberie, ne abbia detta una anche lui : che la proporzionale è da respingere 'perché non dice come sarà composto il governo'. Ma di grazia, come potrebbe? Le elezioni (mi si perdoni l'ovvietà) eleggono, punto e basta. I governi, quali saranno e da chi composti, li stabilisce il Parlamento. Nei sistemi parlamentari è così. E il nostro è pur sempre un sistema parlamentare, per quanto malconcio e tartassato".

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